Lettera urgente a Massimo & C. sul post-elezioni

2 Marzo 2019
2 Commenti


Amsicora

Caro Massimino, cari amici del centrosinistra sardo,

non so se l’avete capito, non siete proprio il mio ideale elettorale. Non per antipatia o risentimento personale, più semplicemente perché fin da quando ho smesso i pantaloni corti in quel di Carbonia abbracciai la causa della sinistra e dei lavoratori. E, ahimè!, non me ne sono mai staccato. Il che mi ha provocato e mi provoca grandi dolori. La somparsa del PCI e la parabola discendente successiva mi ha creato grave tormento, un patema d’animo continuo e lacerante. Ora che i pantaloni corti li metto solo d’estate, mi rendo, addirittura conto, che molti oggi usano la parola “sinistra” senza senso, senza capire cos’è stata e cos’è. Così continuano a chiamarvi di sinistra o di centrosinistra anche se voi avete a che fare più col centro che con la sinistra. Anzi, a voler essere precisi, neanche col centro, perché la DC, che era un grande partito di centro, aveva una sua ispirazione sociale. Ci ha dato, ad esempio, in concorso coi socialisti di allora, lo Statuto dei lavoratori e l’articolo 18, che voi avete abolito, ha concorso coi comunisti e i socialisti a darci la Costituzione più bella del mondo che voi avete tentato di scassare con Renzi, costringendoci ad una mobilitazione per un intero anno per sventare questo misfatto. La DC ci ha dato un sistema pensionistico ottimo e voi l’avete modificato regalandoci la Fornero. Ci ha dato una seria riforma sanitaria nel 1978. E così via elencando. In Sardegna, con Pigliaru, avete scassato la sanità e il governo locale, e avete prestato assenso alla revisione costituzionale renziana che ci privava persino di senatori!  Lo sapete che non so mentire e, dunque, in amicizia, ma con franchezza devo dirvi che la sinistra è sempre dalla parte opposta alla vostra, che siete contigui alla destra. E con la destra avete cucinado anche quella bella legge elettorale con cui abbiamo votato domenica scorsa. Ed è proprio di questa che voglio parlarvi e interrogarvi. Ma prima voglio farvi alcune domande di avvicinamento, onde facilitare le vostre risposte.
Secondo voi, se uno mette una trappola per animali, poniamo per volpi, in un luogo dove egli stesso passa frequentemente, giorno e notte, e viene colpito alle gambe dalla tagliola, voi come lo chiamate? Non so voi, io lo chiamo imbecille. Come potrei chiamarlo diversamente? Si tratta di persona che prepara accuratamente un apparato per colpire altri, un animale nella fattispecie, e invece è posto in posizione tale da colpire se stesso. E imbecille è proprio - come leggo nel vocabolario - “persona di limitata capacità di discernimento e di buon senso o dal comportamento stolido; anche riferito a cosa”. Chi è più imbecille di chi mette una trappola … a se stesso. Lo so cosa state pensando. Cosa c’azzecca tutto questo col centrosinistra? C’azzeca, c’azzeca. Senza offesa, de vobis fabula narratur. Proprio così. Voi avete preparato una tagliola, la legge elettorale truffa, per colpire gli altri e li avete colpiti, ma avete colpito malamente prima voi istessi. E, attenzione!, ascoltatemi bene, compagni!, la trappola è scattata anche con cadenza ritardata! Perché in effetti voi l’avevate “parata”, insieme al centrodestra, alla fine del 2013, in vista delle vicine elezioni, per colpire i pentastellati, e la sorte volle che il buon Beppe Grillo, iddio lo abbia in gloria, per la troppa effervescenza dei suoi seguaci sardi, ritirò il simbolo, perché, se lo avesse mantenuto, voi sareste rimasti all’opposizione anche nella scorsa legislatura. Il buon Pigliaru non avrebbe fatto i suoi guasti, lasciando l’opera all’impresa di demolizioni del centrodestra. Ma ora, ditemi un po’, compagni e amici del c.d. centrosinistra, con un sistema tripolare, anche se il M5S non sfonda, voi quei voti dovrete sottrarli al vostro paniere, e un centrodestra unito vi batterebbe sempre. O no?
Ora, tornando alla imbecillità, voi, col senno del poi, giudicate la legge elettorale vigente una buona pensata? O ritenete che sia stata maldestra? E come giudicate la vostra sordità alla domanda pressante di chi vi ha detto di cambiarla fintanto che eravate ancora in tempo?  Si può chiamare “m
ancanza d’intelligenza, di buon senso“? O no? Ora è più traballoso. E sapete perché? Perchè i centrodestri sanno che, per loro, l’unità è facile, mentre per gli altri, ossia per voi, è più difficile, anzi quasi un evento sopranaturale, un miracolo. Se ci pensate bene, se ci aveste dato retta, con una legge proporzionale le cose sarebbero molto diverse. Ci avete pensato? No? Testoni, ora ve lo spiego io: le liste natzionalitarie avrebbero preso di più, ai danni anche del Psdaz e mettendo tutti i seggi insieme il 46% del centrodestra sarebbe stato inferiore alla percentuale dell’altra parte, ossia alla vostra. Da mordersi le mani, per non dire altro!
E qui vengo all’ultima domanda. E scusate se vi pongo problemi seri, mentre voi festeggiate il vostro esito elettorale… perché avete perso 100 mila voti, 20 seggi e siete a meno 14 da Solinas…ma, gioia gaudio e tripudio, Maximus dixit!, avete perso meno degli odiati pentastellati! Scusate davvero compagni e compagne, se vi scasso i cabasisi e 
interrompo lo spensierato  festino, come pensate di tornare ai piani alti di viale Trento n. 69? Stando in superba solitudine, prosciugando tutti gli altri, grillini compresi? O pensate sia più saggio e ragionevole inviare segnali di fumo più concilianti ai musi gialli e ai mori rimasti fuori dal Consiglio? Insomma pensate di mettere un’altra tagliola per i grillini e i natzionalitari, rimanendo cassati voi istessi oppure siete disposti ad lasciar da parte i marchingegni autolesionisti e a rinsavire?
Caro Max, cari compagni ed amici del c.d. centrosinistra, questo è un consiglio da amico. Fate una saggia e seria politica delle alleanze, qui in Sardegna, può essere un esempio anche per Roma. Abbandonate i disegni di rivincita, pensate di mettervi in condizione di dialogare con gli altri e con la gente seria di Sardegna. Quali condizioni? Se preferite, parliamo di requisiti che avete perso. Volete sapere quali? Primo: tornate alla Costituzione e allo Statuto, alla strada maestra della sinistra che avete abbandonato. Secondo: riponete al centro del vostro costume la “questione morale”, che avete dimenticato diventandio un’accolita di malandrini. Terzo: abbandonate il neoliberismo, di cui vi siete infatuati. Lo so che per voi questo è un doloroso e impervio (quasi impossibile) percorso. Ma questo dovete fare qui ed ora.
Caro Massimo, non è la tua bella faccia che vi salverà, è solo una dura battaglia interna per tornare a sinistra e aprirvi alle altre forze del cambiamento, M5S innanzitutto. Solo così potrete salvarvi dall’estinzione e tornare ad essere utili.

2 commenti

  • 1 Aladin
    2 Marzo 2019 - 09:27

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=94062

  • 2 Aladin
    2 Marzo 2019 - 21:45

    Segnaliamo sul sito della rivista online Jacobin Italia un interessante articolo dello studente sardo Danilo Lampis che analizza i risultati elettorali di domenica, disarticolandoli rispetto ai territori, alle fasce generazionali, alle appartenenze di ceto. Fornisce una lettura ragionata che lascia spazio perfino a un condivisibile ottimismo per il futuro della Sardegna in direzione contraria rispetto all’attuale deriva di una destra che pur non rappresentando la maggioranza degli elettori sardi egemonizza la gestione istituzionale, anche per effetto della pessima legge elettorale. Tutto può cambiare nella giusta prospettiva? Certo. A determinate condizioni, che sinteticamente vengono indicate. Ecco il link per leggere il contributo al dibattito di Danilo Lampis: https://jacobinitalia.it/la-sardegna-non-e-leghista/

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