Regionali: per la Sardegna sarà una lunga notte. L’opposizione ci farà rinsavire?

15 Febbraio 2019
4 Commenti


Fernando Codonesu


Dopo le elezioni in Abruzzo che hanno portato la Lega oltre il 27%, il M5S al 20% col dimezzamento dei consensi raccolti nelle elezioni politiche del 4 marzo scorso e il PD all’11%, cosa ci si può aspettare in Sardegna?
Intanto aumenterà l’astensione e per la prima volta dall’esistenza della Regione è prevedibile che voterà meno della metà degli elettori, forse il 45/47%, e ciò è un grave vulnus della rappresentanza democratica oltre ad un’ulteriore constatazione dei danni direttamente derivanti dalla pessima legge elettorale regionale.
Avevamo auspicato l’unità delle forze e dei movimenti identitari, autonomisti, indipendentisti e delle forze a sinistra del PD, che teoricamente potrebbero rappresentare un buon 20% dell’elettorato, ma hanno preferito andare avanti in ordine sparso con la presentazione di quattro liste, con il rischio reale che almeno due dei simboli in corsa rimangano lontanissimi dalla soglia di sbarramento e se per gli altri due candidati presidente si può ipotizzare il superamento del 5%, non è altrettanto certo che le due liste collegate siano in grado di superarlo.
Naturalmente ci piacerebbe che il 25 febbraio i risultati smentissero questa affermazione: avremmo solo da festeggiare, ma è un’ipotesi altamente improbabile, ahinoi!
Del M5S ho già avuto modo di parlare e su questo blog Andrea Pubusa ha spiegato anche della nostra proposta di un affiancamento con una lista proveniente dalla società civile e sganciata dai partiti, ma non c’è stato niente da fare. Il M5S si è votato per scelta all’isolamento e questo condurrà ad un ridimensionamento pesante del loro consenso elettorale, tutto a vantaggio del loro socio-concorrente di governo, la Lega di Salvini. Senza una politica di alleanze è evidente che questo movimento è destinato a non vincere alcuna competizione locale: una politica suicida che vanifica l’alto consenso di cui ancora gode, ancorché in fase calante e che continuerà a scendere inesorabilmente di fronte alle evidenti difficoltà nell’azione di governo e totale mancanza di una classe dirigente adeguata allo scopo. Ora anche Di Maio capisce ciò che era evidente da tempo, meglio tardi che mai, ma per la Sardegna è troppo tardi, les jeux sont faits.
Sono annunciati per la settimana prossima cinque giorni di presenza di Salvini in Sardegna, che sull’onda di un credito politico in costante ascesa si prefigge di conquistare definitivamente l’elettorato sardo, anche con la sparata del prezzo “politico” del latte in barba al mercato e della soluzione del problema dei pastori “in 48 ore”. La follia di tutto questo è che molti elettori lo seguiranno convintamente senza il bisogno neanche di “turarsi il naso” e gli faranno raggiungere una percentuale dei consensi inimmaginabile appena qualche mese fa.
Insomma, Salvini farà una passeggiata di cinque giorni in Sardegna e potrà dire in idioma lombardo-bergamasco l’equivalente di “veni, vidi, vici”.
Infatti, il tema degli immigrati ridotto a puro e semplice problema di “sicurezza” sull’onda dei provvedimenti incominciati da Minniti e i proclami sulla vicenda del prezzo del latte pagheranno anche in terra di Sardegna nelle urne e il vero vincitore sarà Salvini e non certo i sardi e le forze politiche sarde.
D’altronde abbiamo avuto i precedenti di Berlusconi con la sparata della sua telefonata a Putin per la soluzione dei problemi del Sulcis e poi l’innamoramento per Grillo e dintorni fino al 42% delle elezioni politiche del 4 marzo. In quei due casi i voti sono stati espressi e loro se li sono presi senza sforzo alcuno, ma i problemi sono rimasti tutti sul terreno.
Per il 24 febbraio è facile prevedere che la Lega raggiungerà un risultato analogo se non superiore a quello conseguito in Abruzzo considerato il buon 11% di partenza, con i 5S che si attesteranno al 20% o poco più e con un risultato analogo del PD, e dei rimasugli del centrosinistra che fu, dietro il faccino sorridente e rassicurante di Zedda, quale camuffamento per nascondere il fallimento dei cinque anni della giunta Pigliaru. A questo punto discutere sul raggiungimento del secondo o sul terzo posto ha poco senso, così come interrogarsi sui meriti e demeriti degli uni o degli altri.
Insomma, si profila una notte limga e molto buia per la Sardegna governata dalla Lega di Salvini, ma forse questo potrà permettere un buon percorso di opposizione comune tra M5S, Centrosinistra e le forze identitarie che entreranno in Consiglio, ridando la possibilità concreta di intravedere una luce in fondo al tunnel.
In questa direzione, e non vuole essere una consolazione ma la semplice presa d’atto della situazione, noi siamo pronti a fare la nostra parte.

4 commenti

  • 1 aldo lobina
    15 Febbraio 2019 - 08:28

    Trattandosi di un voto amministrativo, con molti candidati in campo alla ricerca di fiducia, penso che non si registrerà un aumento dell’astensione.
    Secondo me, nessuna forza identitaria entrerà in Consiglio. L’isolamento in politica non premia. Allo stesso modo i 5 Stelle pagheranno in termini di risultato: il loro isolamento, i loro improbabili candidati estratti da singolari pentastellarie a bassissima partecipazione, il loro inconsistente progetto politico fagocitato dallo squalismo salviniano li faranno sedere in Consiglio regionale, con quasi nessuna utilità politico amministrativa. La loro irrilevanza qualunquistica, l’ignoranza amministrativa e le loro contraddizioni ne ridimensioneranno la rappresentanza, a suo tempo gonfiata da un voto di protesta, cioè da un voto di sottrazione ad altre forze più strutturate, fino a farne evaporare in pochi anni il consenso. I Sardi dovranno scegliere così tra un sedicente esponente sardista fedelissimo di Salvini e Massimo Zedda, buon sindaco di Cagliari. Io sono più ottimista di Fernando Codonesu. Penso che la partita sia aperta e che i Sardi si sapranno regolare, non cedendo alle sirene di chi ha per la Sardegna un progetto ancillare.

  • 2 Salvatore
    15 Febbraio 2019 - 08:59

    Anche io vorrei essere più ottimista, ma con il lavoro che faccio a continuo contatto con un pubblico molto variegato, mi accorgo che Salvini detiene un forte (immotivato ed emotivato) consenso. Poco mi importa quale sarà il secondo posto se sarà la lega a governare. Come spesso dice Fernando, molti nomi di battesimo e pochi programmi si vedono in giro… Eus a biri

  • 3 Aladin
    15 Febbraio 2019 - 10:11

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=93415

  • 4 roberto murgia
    16 Febbraio 2019 - 13:03

    Esiste un solo modo per provare ad evitare che la destra governi la Sardegna per i prossimi 5 anni: votare Massimo Zedda. Il resto, a dieci giorni dal voto, è puro esercizio di stile

    Risposta

    Ossia votare quella variante della destra che ci ha governato in questi eanni e che ha devastato morslmente, istituzionalmente ed economicamente l’isola! Massimo e’ il camuffo imbroglionesco di tutto questo!

Lascia un commento