Regionali. I movimenti si smarcano: Caminera Noa non appoggia alcuna lista

8 Febbraio 2019
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Red

C’è una evidente difficoltà dei movimenti a schierarsi in vista delle elezioni regionali del 24 febbraio prossimo. Ne è testimone Caminera Noa, che, con la nota che segue, dichiara di non appoggiare alcuna lista, ma di lasciare libertà di voto a singoli candidati delle liste alternative a quello che chiama “tripolarismo italiano”.
La particolarità e il rilievo della decisione sta nel fatto ch’essa proviene da un movimento molto impegnato e assai presente nel dibattito pubblico e nella battaglia politica isolana. Non si tratta pertanto di un soggetto dell’area della usuale astensione. Anzi! La qualcosa fa emergere un deficit dell’offerta politica, in questo caso collegable al “tripolarismo natzionalitario”, al fatto che Sardi Liberi, PDS e Autodeterminatzione non hanno accolto l’appello proveniente da molte parti a convergere in un unica lista; hanno preferito correre ognuno per proprio conto, segno di irresponsabilitò politica e di scarso rispetto per l’elettorato  sardo, che ben avrebbe gradito un forte ed unito polo identitario.
La scelta di Caminera noa è evidentemente dolorosa, come lo è sempre quella di chi vuole concorrere alla politica e ne viene sostanzialmente escluso in un momento centrale. Si spera che l’astensione il 24 febbraio venturo si riduca rispetto al 2014, quando raggiunse ben il 50% degli elettori sardi. Ma non possiamo sottacere che a questo spinge anche una legge elettorale scellerata, approvata dal duopolio FI/PD proprio in funzione della esclusione di molti sardi dal voto: tutti quelli dissonanti dai due schieramente finora egemoni nella scena regionale ed in primis, allora, del M5S. Ma siccome questo è l’obiettivo dissennato di centrodestra e centrosinistra, meglio sarebbe partecipare in massa al voto e sommergerli sotto una valanga di schede in favore della altre liste.
Ecco ora la nota stampa di Caminera Noa. 

Lo scorso 13 ottobre avevamo dichiarato a mezzo stampa la nostra volontà di non partecipare direttamente alle elezioni autonomistiche perché il progetto Caminera Noa attraversa una fase di crescita, progettualità e radicamento che ha ancora bisogno di maturare prima di misurarsi con competizioni elettorali.
Politicamente però Caminera Noa si dichiarava orientata a sostenere con tutte le sue forze una lista amica dei conflitti sociali e politici in Sardegna e poneva la seguente vitale questione: “i conflitti sociali e politici in atto in Sardegna avranno amici alle prossime elezioni regionali?”.
Ad un mese delle elezioni autonomistiche, dopo aver avuto anche alcuni confronti con alcune liste   e dopo un serio, democratico e meditato dibattito nelle assemblee plenarie e nei coordinamenti abbiamo deciso di assumere la seguente posizione:
Caminera Noa boccia tutte le liste a sostegno delle politiche che, con alterne vicende, negli ultimi decenni hanno governato la Sardegna, e che hanno portato allo stato attuale di desolazione e di assalto alla nostra terra e ai nostri diritti fondamentali: il diritto a vivere in una terra sana, il diritto ad accedere ad una sanità pubblica di qualità, il diritto ad un lavoro dignitoso, il diritto ad un istruzione di qualità che rispetti la specificità della Sardegna, il diritto alla mobilità, la tutela dei beni comuni, il diritto alla parità linguistica tra sardo e italiano, ecc. Pertanto, le liste a sostegno di Massimo Zedda e di Cristian Solinas essendo in continuità con i governi precedenti e in complementarietà rispetto agli interessi che veicolano e vogliono rappresentare sono da escludere. Invitiamo pertanto a non votare né i candidati presidente né i singoli candidati nelle liste, anche se furbescamente i due schieramenti hanno pescato anche tra personalità impegnate nel sociale e tra alcuni buoni amministratori.
Caminera Noa boccia anche il Movimento 5 Stelle per due ragioni: non ha alcuna idea della Sardegna che tenga conto del suo carattere a sé stante e mutua meccanicamente idee e progetti impacchettati dalle centrali italiani del Partito che si profila come uno dei più centralisti e autoritari. La seconda ragione è che non possiamo ignorare che a livello statale sia diventato ormai lo scendiletto della destra razzista e xenofoba ad egemonia salviniana e ciò viola i nostri valori.
Per quanto attiene alle altre liste alternative al tripolarismo italiano, la loro pur netta opposizione alle liste unioniste non è condizione sufficiente per captare il nostro consenso. Altre sarebbero state le condizioni necessarie per un nostro convinto appoggio: sarebbe stato necessario aprire alle lotte di difesa della Sardegna, cioè creare «uno spazio pubblico di libero e paritario confronto ad ampio spettro» (come auspicavamo nel documento del 13 ottobre). Appare evidente che tali condizioni politiche che avrebbero reso possibile un appoggio organico/esterno da parte di CN non vi sono affatto. Questo perché nel processo di costruzione delle liste, non c’è stata democrazia nei meccanismi di formazione, nessuna di esse nel proprio programma e nella infelice scelta del candidato alla presidenza rappresenta una forza di rottura del sistema, né accoglie in modo organico le istanze provenienti dai movimenti di lotta attivi sul territorio sardo, tra i quali CN trova la sua naturale collocazione. Inoltre tutte le liste alternative al tripolarismo italiano violano almeno uno dei nostri punti fondamentali (autodeterminazione nazionale, antirazzismo, superamento del liberismo, sostenibilità). Davanti a questo scenario non possiamo biasimare chi deciderà di astenersi, e lo faranno moltissimi attivisti e militanti che in questi anni hanno animato l’unica vera opposizione alla giunta uscente.
Detto ciò si deve però rilevare che, poiché all’interno di alcune delle liste alternative al tripolarismo italiano trovano spazio singoli candidati rispetto ai quali è concreta l’empatia politica che nasce dalla comune sensibilità ai temi che sono al centro della nostra azione politica e dall’aver condiviso in prima persona le stesse battaglie e poiché all’elezione di tali singoli candidati si lega l’unica, seppure debole, speranza che trovino voce dentro il Consiglio Regionale le lotte da noi sostenute per il territorio e per il popolo sardo, CN considera conforme ai principi e agli intenti dichiarati una scelta orientata in tal senso da parte dei propri attivisti.
Le imminenti elezioni esprimono un carattere desolante della politica in Sardegna spesso condizionata da logiche autoreferenziali il che ha impedito che le lotte, i conflitti, le resistenze presenti in Sardegna trovassero un adeguato spazio e degna rappresentanza. La vera sfida inizierà dal 25 febbraio in poi e toccherà a tutti noi esserne all’altezza e costruire un processo di emancipazione  significativo, lungimirante e duraturo.

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