Andrea Pubusa
Per vie indirette, non frequentando fb, ho letto di Tonino Dessì un commento, che - come lui ben sa - avrei volentieri ospitato in Democraziaoggi. In esso, fra l’altro, si esprime stupore per le mie persistenti simpatie verso il M5S, che - sembra di capire - qualcuno dei commentatori spera siano cessate o cessande.
E invece, no non sono cessate. E non sono neanche spaesato. Semplicemente faccio quello che ho sempre fatto: guardo le cose senza pregiudizi, cerco di vedere in ogni situazione la complessità, non mi lascio trascinare dal senso comune, dalle sensazioni o dall’emotività.
E allora veniamo ai fatti. Ecco le novità introdotte dai grillini nel dibattito pubblico e nella lotta politica nazionale.
Il M5S ha fatto diventare questione nazionale il problema della povertà dilagante, dando attuazione col reddito di cittadinanza al dettato della Costituzione. Il centrosinistra, oltre che il centrodestra, avevano posto al centro dell’agenda politica la finanza e la salvagardia della casta (oggi élites).
Il M5S ha fatto diventare questione centrale della politica nazionale (e non solo) la contestazione dell’austerità imposta dall’UE, che non solo il centrodestra, ma anche il centrosinistra hanno accettato e sostenuto.
Il M5S ha fatto diventare questione nazionale ed europea il problema dei migranti; ha detto e ripete che un fenomeno così epocale può essere affrontato solo in un contesto europeo, mentre i governi di centrodestra e di centrosinistra avevano lasciato spazio all’idea che la questione potesse affrontarsi solo con la buona volontà degli italiani.
Il M5S ha fatto diventare questione nazionale la questione ambientale legata alle grandi opere, inutili e dannose, che il centrosinistra e il centrodestra avevano sostenuto e sostengono, Lega compresa (v. manifestazione di Torino e trivelle nell’Adriatico, richiesta di Chiamparino di un referendum sulla TAV, peraltro impossibile).
Il M5S ha fatto della lotta alla corruzione, della questione morale, una delle questioni nazionali centrali della politica nazionale.
Ora il M5S ha fatto doventare questione nazionale (e non solo) il persistente neocolonialismo francese, che ci ha sfilato la Libia attaccando Gheddafi ed è causa di molte delle migrazioni dall’Africa.
Per me questi sono fatti molto importanti anche se non mi sfuggono molte delle criticità insite nella loro attuazione.
Ma vediamo più in dettaglio le questioni.
Il M5S ha fatto diventare questione nazionale ed europea il problema dei migranti. Mi rendo conto dell’inaccettabilità dello stato attuale e delle tragedie in atto. Credo che sia giusto battersi perché cessi questa tragedia, dagli abusi nei campi di concentrameno libici ai traffici sulla pelle dei migranti alle inaccettabili morti in mare. Esse mettono a nudo le responabilità della UE, arcigna e pronta a controllare i conti degli Stati membri, svagata e disinteressata alla sorte dei migranti. Bisogna battersi perché l’Europa organizzi l’accoglienza.
Si discute oggi del reddito di cittadinanza e molti anche nella c.d. sinistra lo osteggiano, senza considerare che questa misura è lo strumento di attuazione della Costituzione, che ha scoperchiato la grande ingiustizia dell’aumento delle diseguaglianze sociali, dell’impoverimento dei ceti popolari. Non si comprende che anche i marchingegni macchinosi che fanno da contorno inducono a parlare e a porre al centro del dibattito pubblico la questione dell’occupazione, della formazione e dell’avviamento dei giovani al lavoro, dell’organizzazione di strutture pubbliche per svolgere compiti che hanno al centro chi cerca lavoro. Qui è probabile ed auspicabile che s’innesti un movimento degli stessi beneficiari del reddito di cittadinanza per accrescere e stabilizzare l’occupazione. Landini a capo della CGIL può inventare qualcosa in proposito. Comunque, è stato messo in movimento un esercito di persone, un ampio fronte di lotta e di impegno. Altro che divano! Possiamo essere d’accordo o meno sulle singole misure, ma aver ribaltato l’agenda nazionale mettendo al centro i ceti popolari è un bene in sé.
Obiezione: e Salvini? Come si può simpatizzare per chi governa con Salvini?
Osservo che il governo in carica è, dopo un decennio, il primo governo parlamentare, mentre gli ultimi di centrosinistra (con Alfano) erano extraparlamentari-presidenziali, ispirati dai gruppi di comando UE.
Salvini è un avversario da battere. L’alternativa alla Lega va costruita ed ha come condizione imprescindibile che l’area attorno al PD o meglio l’area democratica apra col M5S un confronto non pregiudiziale, aspro quanto si vuole nel merito, ma proteso a dare al Paese un nuovo assetto di governo. Tutto l’altro è gazzosa, primo fra tutti gridare tutti i giorni “al fascista, al fascista“, dimenticando che la Lega governa due regioni fra le più ricche d’Europa e che si appresta ad accrescerne l’autonomia. E dimenticando che il PD, anziché aprire al M5S, corteggia la Lega con manifestazioni insieme a Torino come a Roma. Calenda cosa prepara? Che assetti auspica? Il ridimensionamento del M5S, in questa situazione, significa che Salvini, non Renzi o Martina o Zingaretti, sbanca il tavolo. Non è un caso che tutte le forze della conservazione sono anti-M5S.
Può apparie un paradosso, ma l’assetto attuale, guardato in ogni suo aspetto, è quello che meglio contiene Salvini, in un rapporto con Di Maio che è di confronto e tendenzialmente di scontro. Un nuovo assetto accettabile della politica nazionale non può aversi con la sconfitta del M5S, ma con un’alleanza con esso di un fronte democratico a partire da un PD rinnovato o, meglio, da un nuovo soggetto dell’area progressista.
Veniamo alla Sardegna. Le mie proposte, tutte volte a battere il ceentrodestra a trazione Salvini, sono illusorie quanto quelle di Tonino Dessì, ma non sono ingenue al pari delle sue. Miriamo, Tonino ed io, a introdurre elementi di dibattito e iniziativa in una realtà, quella sarda, stagnante, morta. Rinnovare la classe dirigente, farlo con una visione democratica e con attenzione verso i ceti popolari, introdurre elementi di verità verso una situazione così sintetizzabile: Zedda fa da foglia di fico ad un continuismo conclamato col centrosinistra attuale, che ha devastato la Sardegna dalla sanità al governo locale, dalla genuflessione al governo di Roma all’abbandono dei ceti popolari; gli indipendentisti si condannano alla gregarietà con la loro incapacità di unirsi; la sinistra, che sta fuori dal centrosinistra, dice cose interessanti, ma fa testimonianza. Anche qui il M5S, nonostante le sue scelte spesso errate e autolesioniste, rimane la forza maggiore per dare un colpo di scopa alla nostra terra, per ripulirla da assetti di potere (di centrodestra e centrosinistra) intollerabili, per lanciare un sasso nello stagno melmoso della politica sarda.
Detto questo, comunque l’obiettivo principEale in Sardegna è battere il centrodestra, battere Solinas, dietro il quale sta Salvini, battere Salvini. E in questa direzione ogni voto non è sprecato.
Naturalmente, tutto è opinabile. Ci sono tanti aspetti negativi, alcuni tragici. Rimane ferma la critica e permanente la volontà di mobilitazione. C’e’ una situazione complicatissima. Penso che, per sbloccarla positivamente, non si possa prescindere dai pentastellati. In poche parole, non sono loro gli avversari. Tutto qui.
3 commenti
1 T. D.
24 Gennaio 2019 - 09:46
Immagino, Andrea, che il commento al quale ti riferisci sia quello contenuto in un mio post su FB del 16 gennaio u.s., che proponeva la lettura di un tuo articolo del giorno precedente sulla situazione politica sarda. Non mi pare di aver scritto nulla di irriguardoso: tutt’altro.
Questo è il testo del mio post:
“Ho spesso trovato un po’ velleitarie le diverse proposte di Pubusa finalizzate a promuovere aggregazioni tra soggetti eterogenei, in vista delle prossime elezioni regionali, al principale scopo di impedire una vittoria del centrodestra, tecnicamente motivate anche dalla mancata modifica della perversa legge elettorale sarda.
Però devo dargli atto da un lato di una percezione abbastanza lucida della realtà, dall’altro di un intento genuino.
Alle volte mi sembra che proprio alcune -poche, invero- persone, pur spietatamente critiche nei confronti dell’area politica di storica provenienza, si siano fatte e si stiano facendo carico di un impegno di opposizione allo stato di cose presenti, anche per salvare il salvabile di quella stessa area politica, assai più di quanto non stiano facendo i partiti che dovrebbero rappresentarla.
Pensiamo al turno suppletivo di collegio per la Camera dei deputati di domenica a Cagliari, che avevo deciso di ignorare, ma che mi pare proprio il centrosinistra abbia deciso in partenza di perdere per abbandono di campo.
Boh, qualcuno faccia qualcosa: già la scelta della candidatura non poteva, anche per le modalità, essere più debole, ma almeno fate finta di crederci almeno voi. Poi non vi lamentate del destino cinico e baro.
Idem per le regionali.
La partita non è iniziata male, bensì malissimo.
Giusto ieri lo scenario sembrava da “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”.
Mentre un imbonitore en travesti piombato da fuori spargeva demagogia politica e odio xenofobo a piene mani nelle piazze sarde, l’ultima seduta dell’Assemblea regionale era surrealisticamente impegnata nell’ennesima sceneggiata a rincorrersi sulla impossibile ricostituzione all’ultim’ora di alcune ex province. Una discussione senza capo nè coda con l’illusione di poter spendere elettoralmente un risultato che per cumulo di veti incrociati nessuno ha neanche conseguito.
Intanto circolano interviste ai candidati presidenti che, insomma, per carità, nessuno pretende l’impossibile, non chiedo “dite qualcosa di sinistra”, ma almeno dite qualcosa che abbia un senso.
Poi verranno le liste e saranno le più dolenti note.
Ora, prima che io perda senza rimedio, oltre alla pazienza, anche qualche residuo freno inibitorio, posto che ho già da tempo scritto quali saranno i parametri che mi orienteranno nel voto e nel non voto, posto che ormai alcune scelte sono irreparabili, faccio anch’io l’ultimo appello.
Nessuno si illuda che un richiamo al voto utile (agli elettori del M5S per non farsi mangiare da Salvini, a quelli del centrosinistra per non finire terzi a fondo classifica), sfiori in qualche modo una vasta platea di elettori.
Non funzionerà.
Tirate fuori proposte non esangui per il lavoro e per il mantenimento e la riqualificazione dei servizi sociali, prima di tutto. Misuratevi con una dimensione di rilancio dell’autonomia speciale. Fate liste in grazia di dio, riproponete il minor numero possibile di uscenti di questa disastrosa legislatura, candidate gente di provata serietà, capacità, rappresentatività non di sedi istituzionali, ma di esemplari esperienze sociali, lavorative, professionali e di solida cultura democratica e civile.
Non è detto che il destino sia sempre cinico e baro e comunque si deve sempre tentare il meglio per scongiurare destini nefasti per se e per gli altri.
Questo è davvero il mio ultimo, definitivo appello.
Fate qualcosa di decente, perché in mancanza saremo in molti a non fare sconti.
Se traversata nel deserto dovesse essere, dopo queste tornate elettorali, il problema di liberarsi definitivamente di ogni zavorra diventerebbe la prima priorità pratica.”.
Dopo il risultato delle elezioni suppletive nel collegio cagliaritano e dopo la presentazione delle liste di tutti gli schieramenti, mi sento di confermare quello che avevo scritto.
Cordialmente.
Tonino.
Risposta
Caro Tonino, forse la “sorpresa” per le mie opinioni è stata espressa in un commento. Niente di irriguardoso, quandomai! Non credo alla lesa maestà, anzi più sento critiche intelligenti e più sono grato a chi le fa. I tuoi post poi sono sempre stimolanti, godibili, mi piacerebbe averne uno al giorno in Democraziaoggi. Purtroppo nel pollaio isolano le voci libere e intelligenti non sono gradite. Ma noi siamo di altra pasta. Gli strilli dei fessi non ci preoccupano.
2 Aladin
24 Gennaio 2019 - 10:19
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=92467
3 admin
24 Gennaio 2019 - 11:48
Michele Podda
Ognuno, per fortuna, è per qualcosa di diverso dagli altri, ma questo non vuol dire …! Oltre le parole e i simboli contano i fatti e su quelli, accidenti, qualcosa in più si poteva fare. Con questo nulla da dire per Lecis, se i SARDISTI sono essi stessi SUPERDIVISI in mille frazioni che soltanto in piccola parte (appunto AUTODETRMINAZIONE ma anche PILI con Zuncheddu, Carta e Collu) si sono coalizzati. Non ora in vista delle elezioni, ma qualche giorno una buona volta si dovrà fare PUBBLICAMENTE chiarezza, altrimenti NON SI CAPISCE NIENTE. Forse questo blog potrebbe essere valido ma vivace luogo di confronto, se si volesse cavarne piedi. E questi sono fatti.
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