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Il figlio del fondatore del M5S difende il reddito di cittadinanza, parlando di futuro e di redditi svincolati dal lavoro. Molti commentatori parlano di Casaleggio come di un visionario, anche se riprende le previsioni, quelle sì, a suo tempo, visionarie di Paul Lafargue, di Keynes, Russell, di James Edward Meade e Henry Beveridge e di altri, di cui in questo blog, sulla spinta del prof. Gianfranco Sabattini, abbiamo già parlato.
Davide Casaleggio riscopre le origini visionarie del Movimento. Sentite cosa dice in un’intervista al Corriere della Sera: “Nel 2054 molti lavori non ci saranno più, dedicheremo solo l’1% della nostra vita al lavoro. Serve un sostegno per tutti” – osserva. “Dobbiamo prendere atto – spiega Casaleggio – che la direzione è questa già da alcuni decenni e ora sta accelerando. Prima ce ne rendiamo conto, prima possiamo mettere in atto strategie per affrontare questo passaggio con efficacia”.
Sull’avvento dell’industria 4.0, Casaleggio jr. osserva: “Tutte le rivoluzioni industriali hanno avuto un forte impatto sulla società e sull’economia. È importante capire cosa sta accadendo per anticipare i problemi, ma anche per intercettare le opportunità”.
Come si inserisce in questo contesto il reddito di cittadinanza? Casaleggio risponde: “È una misura che ci mette al passo con il resto d’Europa e che intende sostenere l’occupazione attraverso la formazione. Ma non è solo questo. Con l’avvento di nuove tecnologie il rapporto tra produttività e tempo lavorativo, che si traduce in occupazione, è cambiato e in futuro i due fattori saranno sempre più indipendenti. Entro una generazione, molte professioni scompariranno”. “Occorrerà istituire – soggiunge – dei meccanismi di redistribuzione del reddito svincolati dall’occupazione che supportino la domanda, altrimenti avremo la massima produttività e consumatori con sempre meno capacità di spesa. Possiamo intendere il reddito di cittadinanza anche come un primo passo verso la ridistribuzione alla comunità di questa iperproduttività delle imprese”.
Si grida alla novità, ma in fondo il buon Beppe Grillo lo ha detto qualche tempo fa sulla scia di Lafargue, Keynes, Russell e sopratutto Meade. Grillo parla di reddito universale da garantire a ciascuna persona fin dalla nascita, che concretizzerebbe il grande sogno dell’umanità di ritorno al paradiso terrestre: lavoro alle macchine in luogo della natura benigna dell’Eden, niente lavoro e reddito garantito.
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