Il segreto di Di Maio? Semplice ed elementare: dice ai ceti deboli “siamo con voi, i sacrifici a chi ha di più”

13 Gennaio 2019
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Andrea Pubusa

Un mio collega di Salerno, che lo ha avuto studente a giurisprudenza, il giugno scorso ad un Convegno in Puglia, a pranzo, mi ha detto “Gigino è nu bravu guaglione“, ed ha soggiunto con un sorriso significativo “ed è sveglio“. E ieri in piazza S. Cosimo ne ho avuto conferma. Con una battuta ci ha spiegato perché le opposizioni sono allo sbando e perdono nei sondaggi anziché risalire, com’è fisiologico dopo i primi 100 giorni del governo. “Quando, a loro dire, facciamo male, ci rimproverano di fare come hanno fatto loro!“. E poi il mistero del successo è chiaro: “stiamo con la povera gente, con chi ha un presente pesante, un futuro incerto, con chi lavora onestamente per campare, con chi intraprende seriamente per crescere rispettando gi altri“; oppure “chiediamo a chi ha di più per dare a chi ha di meno”. Dopo anni di governi “lacrime e sangue” per la povera gente, per i lavoratori, per gli artigiani, i piccoli imprenditori, i commercianti e simili, sentire un leader che invece dice che lavora per loro è una grande consolazione.
Poi Di Maio enuncia i provvedimenti che sostanziano questo impegno, illustra gli interventi del Governo per i sardi in difficoltà. “Inietteremo nell’economia sarda il reddito di cittadinanza per 226mila persone – ha detto. “Per altre decine di migliaia ci sarà la pensione con quota 100, significa che si liberano posti di lavoro per giovani e meno giovani che un lavoro non ce l’hanno”.  “Ci rimproverano che questa è una misura per gli anziani - ha puntualizzato - invece è a favore dei giovani, per i quali si liberano posti di lavoro“. “Investiremo nelle start-up innovative col nuovo fondo di venture capital da un miliardo di euro, che ci consentirà di investire nelle idee innovative dei giovani sardi. Perché l’obiettivo è far restare qui i giovani sardi e non farli andare via”. Poi ha chiesto se fra il pubblico ci fosse qualche commerciante col box al mercato e a  chi ha alzato la mano ha detto: “il vostro box non andrà a gara l’anno prossimo, abbiamo prorogato le concessioni per 15 anni. Niente Bolkestein. Dicevano che non era possibile farlo e invece lo abbiamo fatto“. Centinaia di migliaia di piccoli concessionari nel Paese liberati dal’incubo di perdere il lavoro, di trovarsi per strada in nome di una concorrenza astratta e ingiusta che crea insicurezza, paura e impoverisce. Sulla stessa lunghezza d’onda la flat tax per la fascia fino a 65.000 euro per fsr crescere  le partite IVA col reddito piu’ basso. Poi gli altri interventi alla Robin Hood. Abbassiamo la indennità ai parlamentatri, agli alti funzionari, alle pensioni più alte per adeguare quelle insufficienti, per consentire quella dignità del lavoratore e della sua  famiglia di cui parla la Costituzione.
Abile anche nel descrivere chi strozza l’Isola. Le lobbyes che fissano il prezzo del latte, i gruppi che controllano i trasporti, i potentati della sanità e della speculazione, i gruppi di potere politico-aamministrativi . Non me ne vogliano i compagni duri e puri, Di Maio mi ricorda quei dirigenti comunisti, che parlavano dei problemi della gente e davano risposte concrete, tutte, in sè considerate, parziali e insufficienti,  espressione di un programma organico se messe insieme. E poi la lotta alla corruzione, un modo concreto di riprendere la questione morale, che era un tratto distintivo,  ad esempio, dei comunisti.
Poi riprende le questioni istituzionali, rilanciando la democrazia diretta nella versione (referendum propositivo) avanzata dal ministro Fraccaro. Non parla del vincolo di mandato (accantonato), ma insiste sul taglio dei parlamentari, fermo restando il bicamerlismo. Anche questi - per chi ha memoria - temi propri della sinistra, ad esempio, del Centro per la riforma dello Stato di Ingrao. Mille miglia lontano da Renzi e dalla sua proposta di sfascio della Carta in chiave iperliberista. Di Maio riprende anche i temi dell’ambiente già trattati la mattina insieme al sindaco pentastellato Sean Wheeler. “Quello di Porto Torres è un modello che esporteremo in tutta Italia“, il progetto del reddito energetico varato e già sperimentato dal Comune guidato da Wheeler – ha aggiunto -. “So che non avete tempo, so che non ne potete più: serve una visione di lungo periodo”. Ed enfaticamente ha aggiunto: “Con questo progetto Porto Torres diventa capitale mondiale delle politiche energetiche, perché un progetto come quello del reddito energetico non esiste da nessuna altra parte”.
Poi racconta degli incontri con gli ex lavoratori della Secur, la società che gestiva i servizi di portierato e guardiania per l’azienda ospedaliero-universitaria sassarese e che non sono stati riassorbiti dalla società che ha vinto il nuovo appalto. Da settimane i lavoratori sfidano il freddo e la pioggia e restano accampati davanti agli uffici della Prefettura. Il vicepresidente del Consiglio ha portato ai manifestanti la vicinanza del Governo prima di proseguire per Gonnostramatza e incontrare il mondo delle campagne. Ha detto poi che il suo impegno è rivolto ai lavoratori in situazioni critiche, come quelli di P. Vesme, ricordando la proroga della cassa integrazione.
Il popolo variegato che lo ascoltava, formato di tanta gente in difficoltà, preoccupata per il proprio avvenire, ha avuto una parola di speranza. Quella che il PD e i resti della sinistra non hanno saputo alimentare, anzi, hanno spento. Di Maio ha indicato gli obiettivi e alcuni primi interventi di governo, ma ha messo in evidenza gli ostacoli nel percorso, i pericoli di ritorno indietro. “L’opposizione diffusa nei media e nelle alte sfere è mossa dalla  constatazione che vogliamo redistribuire la ricchezza e facciamo sul serio” - ha detto - invitando al sostegno e alla mobilitazione.
Le opposizioni lo deridono e lo svalutano. In realtà, “u guaglione” appare come un marziano in un mondo di politicanti e di piccoli e grandi intriganti.
La manifestazione in piazza San Cosimo,  conclusiva della  visita di Di Maio nell’Isola e a Cagliari, è stata aperta dai due candidati Luca Caschili e Francesco Desogus.

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