Antonello Gregorini - Federazione Verdi Cagliari
La democrazia partecipativa è uno dei nodi attuali della politica istituzionale a livello planetario. Le inziative partono sopratutto dai Comuni su sollecitazione di associazioni, movimenti e gruppi di cittadini. Ecco una interessante proposta per Cagliari.
Ai primi di febbraio del 2006 si è tenuta a Cagliari la due giorni dell’Urban Center: un progetto di città condiviso da associazioni, cittadini ed enti locali. L’assessore all’Urbanistica Gianni Campus aveva detto: «Stiamo cercando di arrivare a una metodologia di lavoro, nata dalla condivisione e destinata a essere trasferita poi nell’amministrazione». Già il sindaco aveva evidenziato che «la collaborazione è indispensabile per arrivare a una progettazione della città che sia condivisa».
La partecipazione era stata numerosa. Si veniva dalla vicenda del parcheggio del piazzale Manzoni e dei percorsi meccanizzati del Cammino Nuovo dove i comitati di cittadini si erano opposti a quelli che consideravano progetti poco condivisi, al punto che la polizia aveva dovuto caricare i manifestanti per sgomberare l’area. Erano stati presentati i progetti che l’amministrazione comunale “metteva in campo” per la città del futuro. Da allora la prassi non ha avuto più seguito.
Di recente lo stesso assessore Campus ha presentato, con grande risalto mediatico, i progetti per il Piano Particolareggiato del centro storico e del Piano di Utilizzo del Litorale del Poetto. Purtroppo però la città sembra dover subire ancora una volta le decisioni calate dall’alto. Il contrasto è quello solito fra i sostenitori della democrazia rappresentativa e quelli della democrazia partecipativa. Gli uni ritengono che il Consiglio comunale sia sovrano, gli altri pensano che i percorsi decisionali debbano essere più aperti.
Ho personalmente richiesto più volte all’assessore, noto per essere uomo di larghe vedute e grande cultura, quando riaprirà l’Urban Center e quando anche noi, non eletti, potremo vedere i progetti ed esprimere un parere. La risposta è sempre stata: “Non ci sono soldi”.
Ora, ammesso e mai concesso che i soldi non ci siano, tale è la voglia di partecipare che, a nome di un folto numero di cittadini, di tutte le età, estrazione politica e ceto, mi sento di poter dire che, se il problema sono le finanze, l’Urban Center potremmo accollarcelo noi. Ci quotiamo, cerchiamo sponsor e la “manodopera” la forniamo con il volontariato politico. Il Comune potrebbe concedere l’utilizzo della passeggiata coperta, offerta anche per fare “american bar”, e qualche soldo lo mettiamo di tasca.
La palla è in campo. Attendiamo riscontro.
Cos’è l’Urban Center? Ecco come viene presentato quello di Bologna
Urban Center Bologna è uno spazio di informazione e di dialogo sulla città e sul territorio.
Un “centro urbano” in senso geografico e in senso figurato, al servizio dei cittadini e delle istituzioni, che oltre a mostre temporanee, ospita un’esposizione permanente che descrive l’evoluzione della città attraverso mappe, disegni, fotografie, testi, modelli in scala, postazioni interattive e animazioni tridimensionali.
Urban Center Bologna è un laboratorio di idee che promuove la discussione collettiva e la progettazione condivisa del futuro di Bologna e delle sue trasformazioni territoriali attraverso incontri e dibattiti in cui le istituzioni pubbliche, i cittadini, le associazioni e i rappresentanti del mondo economico e sociale trovano un’occasione di reciproca informazione e di confronto.
Urban Center Bologna è gestito da un Comitato composto dagli enti e dalle istituzioni maggiormente coinvolti nelle trasformazioni della città e del territorio, nonché nella definizione e nella promozione del “sistema Bologna”.
10 commenti
1 Marcello Desole
25 Marzo 2009 - 10:12
Mi sembra un’ottima idea Antonello, in realtà ricordo che Campus voleva inserire un gruppo di giovani malintenzionati a favorire la gestione dello stesso, io consigliavo ad amici che me ne parlavano che comunque vi fossero regole essendo un’amministrazione pubblica, quindi che a gestirla fosse una sorta di associazione con statuto e scelte democratiche - come quelle dei coordinatori a tempo - così che uno possa contribuire attivamente ma anche non diventarne il grande fratello a vita..
Proponi la passeggiata coperta come luogo fisico? Ricordo che una delle possibili proposte era quella della scuola Mereu in via Badas.. è ancora praticabile?
Chiedi a Campus di partecipare a questa discussione o tienici aggiornati. Potrebbe essere estesa ad altre realtà isolane per poi poterle mettere in rete, spazi fisici e amministrazioni permettendo, le quali va detto hanno comunque la responsabilità politica di ciò che ne verrebbe fuori.
Buon lavoro..
2 admin
25 Marzo 2009 - 13:50
Il Comune ha un grande patrimonio, che si estenderà ancor più in virtù della dismissione e del trasferimento dei beni del demanio militare (molti dei quali sono centrali e di grande pregio). Dunque, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Certamente manca o è tiepidissima la volontà politica. Bisognerebbe “incoraggiarla” con una mobilitazione e una pressione. Fra l’altro c’è anche il problema di creare una “Casa della Cultura” per le iniziative culturali. Come si vede, l’interesse ad avere la disponibilità di spazi pubblici è molto grande. Continuamo e allarghiamo il dibattito (a.p.).
3 Aldo Vanini
26 Marzo 2009 - 09:06
Con le elezioni di febbraio molte cose sono cambiate, e cambiati anche i referenti. fare muro e basta sdarebeb molto stupido. Credo che la cosa più saggia sia proprio riannodare fili sulla base dei contenuti, utilizzando e vitalizzando tutte le possibili procedure che si offrono. Credo che ci sia del buono da ogni parte, e va aiutato ad andare avnti…
4 a. gregorini
26 Marzo 2009 - 09:16
Marcello,
ti ringrazio per il giudizio.
La scuola Badas - Mereu, é attualmente occupata con il giardino colmo di rifiuti pericolosi per cui avevamo inoltrato una diffida al Comune e alla Asl, in seguito alla quale avevano disposto la rimozione ma, sinora, non han fatto niente. http://forumcivico.blog.tiscali.it//LETTERA_RICHIESTA_INTERVENTO_SCUOLA_ALL_APERTO_MEREU_1964321.shtml
Campus dovremo vederlo la settimana prossima. Ti invito a partecipare fattivamente al comitato costituendo. La presenza di un professionista appassionato come te può essere fondamentale.
forum.cagliari@tiscali.it
5 a. gregorini
26 Marzo 2009 - 09:50
Aldo
In altre occasioni ti ho significato la mia stima per il tuo lavoro: l’invito rivolto a Marcello vale anche per te e a chiunque altro.
forum.cagliari@tiscali.it
335480888.
6 simone tiddia
27 Marzo 2009 - 11:27
Ricordo quel febbraio 2006. In quell’occasione i soldi c’erano, proprio a ridosso dell’elezioni comunali.
Altri soldi (penso molti) sono stati utilizzati per un altro evento ‘partecipativo’: il Piano Strategico del Comune di Cagliari, morto per un anno e mezzo e stranamente riesumato, votato e approvato in tempi rapidi a ridosso delle elezioni regionali. Un caso?
Ho stima dell’assessore però, rispetto al 2006, ho qualche dubbio in più. Temo che manchi, forse non da parte sua ma di tutto il suo entourage, la volontà politica di uno strumento come l’Urban Center.
E a questo punto mi chiedo: siamo sicuri che, considerato che non vengono minimamente ascoltate le circoscrizioni, si dia più ascolto alle istanze di un urban center autogestito che non ha valore istituzionale? Siamo sicuri che, qualora questo avvenisse, gli eventuali esiti positivi del buon funzionamento di un urban center non sarebbero utilizzati politicamente dai soliti furbetti?
Non dico di stare fermi e di non fare niente, ma dico anche che è da parecchio che non ho più voglia di tirare l’acqua al mulino di altre persone. Mi piacerebbe avere delle risposte incoraggianti in tal senso prima di aderire a un’iniziativa di un certo interesse come questa.
7 Aldo Vanini
27 Marzo 2009 - 15:00
Caro Antonello, ti ringrazio per la stima e la ricambio, riconoscendoti una grande onestà intellettuale, fuori dagli schemi e dai pregiudizi, anche nelle occasioni in cui non abbiamo condiviso lo stesso punto di vista.
8 a. gregorini
27 Marzo 2009 - 19:22
Simone,
ho degli amici che ritengono che gli avversari politici debbano essere, continuamente, bastonati.
Penso che ci sia il tempo per questo, quando si arriva agli estremi, ma che non si possa passare la vita in questo modo.
Occorre confrontarsi. La semplice contaminazione porta soddisfazione in se… per chi lavora con e per passione.
Io ne ho ancora voglia.
9 enzo cugusi
28 Marzo 2009 - 20:14
Si l’Urban Center è una buona cosa. Il problema però è che il vero “Center” delle decisoni nei Comuni sono il Sindaco e la sua Giunta, è la legge sugli enti locali che vuole così. A Torino abbiamo un ottimo Urban Center che elabora, partecipa, coinvolge i cittadini nelle scelte di governo del territorio, scelte che appena illustrate non solo ai cittadini ma al Consiglio Comunale, si vorrebbero già condivise e realizzate. Tutte le obbiezioni, critiche ecc sono solo fastidi e perdite di tempo. Sul grattacielo della Banca San Paolo e su tutte le altre torri che “gratteranno”nei prossimi anni il cielo di Torino il pensatoio dell’Urban Center non ha detto alcunchè, e intanto nel bilancio 2009 si stanziano 250 mila euro per il suo funzionamento. Enzo Cugusi Consigliere comunale di Torino
10 a. gregorini
29 Marzo 2009 - 20:12
Le esperienze negative e le critiche devono servire a migliorare il modello.
Questo può avvenire solo attraverso la partecipazione.
E’ un normale processo di negoziazione dialettica in cui vi sono attori più o meno capaci, paraculi o onesti, famelici o disinteressati.
Possiamo astenerci dal fare politica? Questo é uno dei siti che dimostra che NO! non possiamo rinunciare.
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