Andrea Pubusa
Cari compagni/ compagne, amici/e,
anzitutto un augurio sincero e forte di buon 2019! Ne abbiamo tutti reciproco bisogno.
Ma visto che siamo fra noi in un clima amichevole e di festa, voglio farvi una confessione. Ho sempre desiderato… fare un discorso di fine o inizio d’anno… magari a reti unificate. E siccome nessuna rete è disposta ad ospitarmi… da qui vi faccio (non spaventatevi!) un breve discorsetto, in cui, sulla base del dibattito interno, riassumo i propositi per il 2019 del CoStat (Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria ex Comitato per il NO), di cui mi onoro di far parte.
Dopo il 4 dicembre 2016, non ci siamo fermati. La vittoria del NO, per la quale ci siamo spesi senza risparmio, ha provocato un terremoto nella politica nazionale, segnando, con le elezioni del 4 marzo, uno spatiacque tra un mondo di finti democratici, vocati al comando antipopolare, battuto e morente, e una prospettiva muova, ancora magmatica e confusa. Ora si tratta di orientare la politica nazionale e locale verso assetti democratici stabili, respingendo opzioni ed umori di segno contrario.
Noi del CoStat abbiamo onorato il nostro programma, impegnandoci su diversi terreni. Il primo è quello del ritorno alla democrazia in Sardegna. Abbiamo individuato nella legge elettorale truffa regionale un ostacolo al pieno dispiegarsi della sovranità popolare della nostra Isola ed abbiamo costantemente assunto l’iniziativa per l’abrogazione di quella legge e l’approvazione di una disciplina tendenzialmente proporzionale, con l’inclusione di meccanismi di designazione diretta del Presidente della Regione. Abbiamo organizzato dibattiti, abbiamo coinvolto le forze politiche democratiche e il Presidente del Consiglio regionale Ganau, al quale abbiamo anche consegnato un documento d’indirizzi per la riforma. Le forze consiliari si sono mostrate sorde e reticenti ed ora si presentano alle elezioni con la stessa legge di cinque anni fa, che viola l’uguaglianza dei diritti elettorali dei sardi, costituendo una foglia di fico, rispetto all’incostituzionale sistema premiale e alle soglie di esclusione, il meccanismo, pur in sé positivo, della doppia preferenza di genere.
Questo è un terreno di impegno che intendiamo mantenere e che si estrinsecherà, immediatamente dopo le elezioni, nell’impugnazione dell’atto di proclamazione degli eletti (ossia del risultato elettorale) con la finalità di portare la legge truffa al vaglio della Corte Costituzionale. Nel 2014 Tar e Consiglio di Stato hanno negato l’accesso alla Consulta, con due sentenze, che con tutto il rispetto, riteniamo inaccettabili e ingiuste. Come CoStat ci riproveremo nella speranza di avere giudici più sensibili al rispetto della rappresentanzaa e all’uguaglianza del voto.
Ci è sembrato, poi, che un altro punto dolente della situazione attuale sia la compressione del diritto al lavoro e dei diritti dei lavoratori. Abbiamo perciò sviluppato una iniziativa continua sulle questioni del lavoro, con convegni alla presenza di studiosi prestigiosi (due volte con la partecipazione di Domenico De Masi) e di operatori sardi coraggiosi e innovativi. Grazie alla tenacia di Fernando Codonesu abbiamo anche pubblicato un libro presso una Casa editrice nazionale (Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti, Aracne Editore, a cura di Fernando Codonesu, presente nelle librerie). Anche su questo tema continueremo la nostra battaglia, con iniziative che investono, ovviamente temi strettamente collegati, come il reddito di cittadinanza o dividendo sociale, che appoggiamo senza riserve, spostando la discussione dal se introdurre questa misura di mitigazione delle povertà estreme al come disciplinarla. Sulla lotta per il lavoro e contro le povertà continueremo a lavorare nel solco del dettato costituzionale, che richiede per tutti un lavoro che renda liberi e dignitosi (art. 36 Cost.) e impone forme di assistenza per i deboli e i bisognosi (art. 38 Cost.).
Abbiamo poi promosso iniziative, spesso con il CIDI e l’ANPI, sui temi della scuola, del diritto allo studio e alla casa e della sanità. Anche su questi diritti fondamentali continueremo la nostra battaglia nella convinzione ch’essi non possano essere subordinati alle esigenze finanziarie, come anche la Corte costituzionale ha avuto modo di affermare.
In Sardegna questi diritti sono sotto attacco sostanziale con lo smantellamento delle scuole e l’eliminazione di molte strutture e servizi sanitari dai territori.
Siamo ancora in continua tensione contro tutto ciò che attenta al dettato sostanziale della Carta Costituzionale. Abbiamo così assunto iniziative importanti sulla questione dei migranti ponendo il tema dell’accoglienza accanto alla necessità di una regolazione democratica ed efficace. Dapprima con Davigo poi con magistrati ed esperti locali abbiamo affrontato i temi della moralità pubblica e della sicurezza. Non abbiamo mai sottovalutato i pericoli per la pace, a partire dalle basi militari e dalla fabbrica di ordigni di Domusnovas portatori di morte fra le martoriate popolazioni dello Yemen. Siamo impegnati nelle iniziative per la riconversione della RWM in fabbrica di dispositivi di vita.
Al CoStat siamo sempre stati consapevoli che questi obiettivi hanno implicazioni politiche forti e per questo, pur mantenendo la nostra posizione di distacco dal gioco politico diretto, abbiamo lavorato a sensibilizzare ed unire le forze politiche democratiche. Lo abbiamo fatto con diverse iniziative su vari temi. Da ultimo, con due proposte politiche in vista delle regionali: la prima volta a unire un ampio fronte contro le destre con la parola d’ordine “Fare tutto il possibile per battere le destre“. Lo stimolo all’unità non è stato accolto e lo schieramento di destra si trova di fronte una miriade di liste, votate alla sconfitta (quasi) sicura. Si punta da molte liste al massimo al terzo posto o, semplicemente, a superare la soglia di sbarramento. Anche il M5S ha chiuso le porte a questa prospettiva, loro declinata nella forma di un contratto preelettorale con un raggruppamento della società civile per battere il centrodestra, alla luce del fatto che la legge elettorale sarda, coi suoi iperpremi di maggioranza non contempla, se non in casi eccezionali, la possibilità di contratti o accordi postelettorali.
Abbiamo anche stimolato l’unità fra le forze cc.dd. indipendentiste nel convincimento che la loro unità renda più agevole il superamento della soglia di sbarramento e semplifichi gli schieramenti con effetti positivi per gli elettori e per il sistema istituzionale dell’Isola.
Anche su questo siamo rimasti inascoltati, ma continueremo il nostro impegno, spostandolo sull’ultimo terreno praticabile, quello programmatico. A livello nazionale è in fase di definizione il progetto avviato da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per un incremento dei loro poteri in applicazione del comma terzo dell’art. 116 Cost. Secondo noi, le forze politiche sarde, anziché chiacchierare sui poteri, dovrebbero, subito e unitariamente, avanzare al Governo un pacchetto di richieste individuando i poteri necessari a rendere il proprio autogoverno effettivo e al passo coi tempi. Abbiamo anche indicato la necessità di riformulare una piano organico di sviluppo ai sensi dell’art. 13 del nostro Statuto. Con un progetto organico da far approvare con legge nazionale possiamo dar gambe, senza inutili e diefatiganti procedure di revisione costituzionale, alle giuste aspettative connesse all’insularità della Sardegna o allo sviluppo in senso federalista della nostra istituzione regionale. Chiameremo le forze a introdurre questi temi nei loro programmi elettorali e a farne oggetto di battaglia e impegno politico immediato di fronte al governo. Per parte nostra lavoreremo pazientemente a mettere insieme gli attori politici senza esimerci da proposte di merito.
Ci pare che per un Comitato come il nostro il programma sia ambizioso e nutrito. Ad esso si accompagnerà poi una battaglia ferma in difesa della democrazia. Si vanno diffondendo prassi, come lo svuotamento di poteri reali del Parlamento (vedi il voto della manovra finanziaria e abuso del voto di fiducia), che, perpetuati nel tempo e con maggioranze diverse, rischiano di diventare regola costituzionale consuetudinaria. Noi non possiamo permettere che questo accada! Nel paese vanno pericolosamente emergendo corposi umori antidemocratici e razzisti, a cui fa da apripista e da megafono la cattiva retorica del Ministro Salvini. Per questo batterlo in Sardegna è stata ed è la nostra prima preoccupazione, ma siamo convinti che la Lega può essere neutralizzata solo creando equilibri di governo nazionali che la estromettano dal governo. Per questo lavoreremo a favorire il dialogo fra le forze democratiche senza pregiudiziali esclusioni, causa principale dell’attuale negativa presenza della Lega nell’esecutivo nazionale.
Come vedete, il nostro è un programma ambizioso, ma, dopo aver concorso a scompaginare il progetto di Renzi, eversore della nostra Carta, ora vogliamo dare un contributo a creare un assetto politico e istituzionale, in Sardegna e nel Paese, che si ponga l’obiettivo di riprendere una organica azione di attuazione dei principi della nostra Costituzione, che per noi rimane la via maestra.
Ecco perché, anche a nome di tutti i componenti del CoStat, vi invito ad essere presenti alle nostre iniziative e vi auguro ancora buon anno.
3 commenti
1 Salvatore
1 Gennaio 2019 - 08:10
Buon anno a Voi, la maiuscola è voluta, e grazie per quanto vi spendete. Mi auguro di cuore che si possa far capire ai sardi e a tutti che è meglio non votare con la pancia, ma soprattutto ai giovani che bisogna occuparsi in prima persona dei problemi da risolvere. Auguri!!!
2 Aladin
1 Gennaio 2019 - 10:28
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=91612
3 Roberto Porrà
1 Gennaio 2019 - 18:41
Cordiali e sinceri auguri anche da parte mia
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