Gianna Lai
“Poesia e musica”, questo il titolo del “Recital di Poesia e Musica da Dante al ‘900″ tenutosi all’Istituto Magistrale “Eleonora d’Arborea” di Cagliari, su iniziativa della Circoscrizione n. 4. Sull’interessante rappresentazione, aperta anche al pubblico della città, ecco le impressioni di Gianna Lai, docente nell’Istituto Magistrale.
Prima i versi di Garcia Lorca e la chitarra di Bruno Camera, poi Dante, Pascoli Leopardi, e alla voce recitante di Tino Petilli si aggiunge l’arpa di Maria Chiara Vittone, per sottolinearne vigore e effetti drammatici. Il pubblico era quello dell’Istituto magistrale Eleonora D’Arborea di Cagliari, duecento ragazze e ragazzi, certo lettori di poesia per dovere, per obbligo potremmo dire, attenti a scoprire come l’interpretazione di un artista, di tre artisti, possa restituire ai testi forza e capacità espressiva. “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”, e i versi sollecitano la musica ad inventare suoni di accompagnamento naturalmente legati a immagini e luoghi che, “nel pensier” l’ascoltatore stesso si “finge”. Oppure è l’attacco musicale a sollecitare le parole dell’attore, chissà, incerto sulla nota che possa render più suggestiva l’entratata, l’incipit del testo, per un pubblico non sempre avezzo all’ascolto. La poesia a scuola si legge per dimostrare di averne capito il contenuto, qui si ascolta, si deve sentire come espressione del poeta e degli interpreti, ed è tutta un’altra esperienza da condividere con tante altre persone, che applaudono con noi, quella figura di attore con la barba bianca, il cappello e la sciarpa, che con naturalezza trasmette sentimenti e stati d’animo. O quei giovani musicisti anche nei loro suggestivi assolo, “Le feuilles mortes” della chitarra di Bruno Camera, i brani della tradizione popolare irlandese per l’arpa di Chiara Vittone..Chissà quante altre volte lo hanno fatto di fronte a pubblici diversi, con gli stessi versi e con le stesse musiche, o con altri testi. Al centro del Recital “La preghiera di S. Bernardo alla Vergine”, dal Canto 33° del Paradiso di Dante, e i toni della recitazione si mantengono alti e suggestivi nel “Lamento per il sud di Quasimodo” e in “A mia madre” di Montale. Ignazio”, fino al gesto di dolore e rabbia che accompagna gli ultimi versi del “Canto per la morte di Ignazio”.
La prossima volta che i tre artisti torneranno da noi, chiederemo cosa c’è di diverso a interpretare poesie di fronte ai ragazzi e di fronte a un pubblico adulto.
La cultura, i grandi del passato, si trasmettono nel contatto diretto tra chi interpreta e chi ascolta. Se la scuola è pubblico giovane e in formazione, le esperienze di Benigni nelle piazze hanno lasciato un segno che difficilmente si perderà e sarebbe bene che anche in città si riprendesse questa forma di drammatizzazione, nei luoghi aperti, dove passa la gente e, stupita, si ferma, perché sente che si parla di poesia.
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