Chi non ha un piccolo abuso da sanare o un minuscolo bagno da fare scagli la prima pietra

22 Marzo 2009
2 Commenti


Amsicora

Non finisco di stupirmi. Sentite questa. Tutti abbiamo amici soriani, antisoriani o tiepidamente soriani. Nell’ultimo periodo la parola d’ordine è stata: se li incontriamo a teatro, al cinema, a cena o in ogni dove, parliamo d’altro. Niente politica. Ne va dell’amicizia. Loro sono aggressivi come i rotweiller e bisogna starne alla larga.
Ora, passate le elezioni, come alla fine delle guerre civili, pian piano la vita riprende e si ricomincia a dialogare. Ed ecco la sorpresa! All’annuncio del piano casa del Cavaliere c’è stata una levata di scudi delle associazioni ambientaliste e delle forze del centrosinistra. Anche a me sembra una porcata, in parte un surrettizio condono, per il resto una legittimazione di tanti altri abusi, per mettere in circolo quel po’ di soldi che gli italiani che lo possono fare, da figli o nipoti di contadini, mettono non più sotto la mattonella, ma in banca.  Ai sardi un’accusa infamante: avete visto i disastri che avete combinato per non aver stoltamente confermato Soru! Qualcuno più acido: ben vi stà, così imparate a far fuori un sant’uomo come Soru! Queste le reazioni prevalenti dei “continentali” e dei molti sardi progressisti senza tetto nell’isola. Ma fra i miei amici ultrasoriani ce n’è anche qualcuno che ha la casa al mare o in paese. Anche da loro mi aspetto una reazione dura e mi preparo. Strategia articolata: darò man forte contro il piano casa, e parerò l’accusa di aver favorito questi esiti con la mia stupida opposizione a Mister Tiscali. Invece no, che sospresa! Niente di tutto questo. Nessun attacco e dunque nessuna strategia, nessuna difesa. Tutti felici, mi confidano cosa faranno. Franco il doppio bagno. “Sai quando vengono a Chia i miei figli è un disastro. Stanno ore in bagno e noi, che ormai siamo grandi, per certe necessità non possiamo aspettare troppo…”. Mio genero - mi dice invece Riccardo - ha già preso tutte le misure. Con l’aggiunta di una stanza, si possono tirar fuori due appartamentini e stare comodamente indipendenti. Sai i figli hanno orari diversi e la convivenza è faticosa”. Enrico in paese può finalmente farsi il loggiato in canne, alla sarda, “cun sa ziminera”. Giovanni ha la casa del padre a Orroli in condominio col fratello: “Con l’aggiunta di un bagno e un piccolo ampliamento della cucina, mi confida, possiamo finalmente sciogliere la comunione, Ognuno per conto suo!”. Per farla breve, ognuno aveva già in mente una minuscola variante, una piccola comodità, un piccolo problema familiare da risolvere. Niente di grave o di impattante. Anzi, a ben vedere, se i comuni sono vigili, si può migliorare anche dal punto di vista estetico. Non parlo poi dei contadini del mio paese, tutti inviperiti contro Soru perché nella loro campagna non potevano fare neppure un ripostiglio per gli attrezzi. E il mio falegname: “siamo fermi, nessuno può fare più nulla, il piano paesistico, la chiesa è un bene identitario e il paese è così piccolo, che quasi tutte le case stanno in un raggio di cento metri; poi al lato opposto c’è la scuola (anch’essa identitaria) e tutto ingessato per cento metri anche da lì. Risultato: tutto bloccato. Ora speriamo che qualcosa si muova”.
Morale della favola: se non vogliamo essere ipocriti o peggio autolesionisti, dobbiamo ammetere che Soru è stato troppo rigorista. Neanche un ritocco in paese! E al fondo non piaceva neanche ai suoi sostenitori per questo suo voler vietare anche nelle piccole opere innocenti. Ed allora? Non è che Berslusconi legga nel profondo, e dunque prenda i voti per questo suo saper interpretare i bisogni della gente? Certo, c’è il pericolo delle grandi cementificazioni e su questo dobbiamo essere vigili e pronti a dar battaglia. Non dobbiamo però sottacere che sulle piccole opere il cavaliere ha un consenso anche nei nostri ranghi.
E che dire per lo snellimento delle procedure. Combattere gli automatismi e i silenzi-assenso o le certificazioni private è sacrosanto. Ne va dell’interesse pubblico. Ma non possiamo neppure chiudere gli occhi sulle lentezze, i ritardi e spesso le angherie a cui uffici tecnici ottusi sottopongono i cittadini, anche quando vogliono fare delle opere del tutto conformi alla disciplina urbanistica. Perché non chiedete al Tar quanti ricorsi pendono per tanti arbitrii non contro speculatori, ma contro povera gente? Ed allora anche qui è innegabile un certo consenso diffuso alle semplificazioni belusconiane. Le vogliamo combattere? Benissimo. Ma allora dobbiamo offrire proposte capaci di far sì che le pratiche amministrative vengano rapidamente evase. Nelle amministrazioni dove governa il centrosinistra e son tante, si dovrebbe provvedere per quanto possibile direttamente a semplificare, a rendere il servizio pronto, intelligente, efficente. Se no prevale la voglia di Far West e diventa incontenibile. Non ci vuol molto a capirlo, basta ascoltare i compagni amici che hanno una casetta al mare o nel loro paese o tanti piccoli artigiani e contadini che pure votavano per noi.

2 commenti

  • 1 Efis Pilleri
    22 Marzo 2009 - 11:14

    Puro buonsenso. Ne abbiamo tanto bisogno anche (soprattutto) nella sinistra.

  • 2 andrea
    26 Marzo 2009 - 00:33

    E così l’amico Amsicora non ha dovuto troppo indugiare nelle strategie difensivistiche da opporre cortesemente ai suoi amici/compagni dotati di casa al mare, forse sperando che un “rimpastino” di cubature populisticamente e viscidamente condonate dal Governo nazionale potesse - echecazzo! - riguardare anche il suo, di bagno. Che Berlusconi, a ben vedere, sappia toccare corde e cuore del comune sentire popolare? D’altronde, è lui che “interpreta i bisogni della gente”, mica quel “murvone” tuttoregole di Renato Soru!

    E allora perchè non fare divenire le amministrazione locali di centrosinistra dei centri comunali pronti a recepire in maniera “virtuosa” il “piano-villini&villoni”? E che tutti sappiano, magari usando a nostro vantaggio l’entusiasmo dell’Unione Sarda per queste questioni, che anche la nostra parte può richiamare- interpretandone i bisogni - il popolo al liberi-tutti: “Cittadini! Amministrazione di centro-sinistra, retta dall’ala riformista e vicina ai vostri bisogni, lontana dagli spasmi crepuscolari e pretestuosi della giunta Soru, annuncia la sua inderogabile volontà di attuare con tutte le proprie forze il condono strisciante implementato per Voi dal Governo del Continente; molti compagni auspicano e ci chiedono un ampliamento del bagno al mare perchè ormai anzianotti e deboli in prostata e certezze. Che a Portovesme si dedichino ai disegni di ristrutturazioni delle proprie abitazioni invece di perder tempo ad ansimare per i contenuti di una telefonata tra l’altro mai avvenuta. Per il nostro, noi restiamo fedeli alla linea: nè coi cemetificatori, nè con Soru. Al resto ci penseranno i nostri esperti di comunicazione, assoldati per l’occasione dall’entourage di Buona Domenica e dintorni. Qualche showgirl per un ulteriore sforzo d’interpretazioni sarebbe gradito”: d’altra parte è noto, i compagni dell’ala riformista, non si sembrano distinguersi molto dai contorni caratteriali dell’italiano medio”, per intenderci quelli a cui oggi chiediamo il voto.

    Grazie Amsicora: tu hai un’anima talmente leggera da rendermi quasi impercettibile e irriverente il post-sbornia della sconfitta.

    Con somma incredulità, Andrea: un compagno senza casa al mare.

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