Cagliari, sabato, Società degli Operai. Davanti a un’assemblea affolata, Giorgio Cremaschi, figura storica del sindacato e della sinistra italiana, oggi portavoce di Potere al Popolo, illustra le cose che va dicendo in tutta Italia e che stanno alla base del progetto del suo movimento. “Oggi siamo il primo paese europeo con un governo integralmente populista, e quello con la sinistra più devastata. È evidente che ciò che accade da noi conta. Conta per le forze che hanno sottoscritto il patto di Lisbona, da France Insoumise a Podemos a altri a cui il nostro piccolo Potere al Popolo ha aderito. Per ora noi possiamo solo mettere in guardia dal rischio di farsi assorbire da uno dei due fronti, quello da Macron a Tsipras, quello da Salvini a Le Pen a Orban. La nostra stessa esistenza, la stessa possibilità della ripresa del socialismo in Europa si fonda sulla nostra capacità di essere fuori e contro entrambi i fronti”.
Prosegue, in un silenzio che manifesta l’attenzione: “Eravamo il paese con la più forte sinistra di Europa, ora siamo con la più debole. Forse siamo vittime della “legge del contrappasso” , come nella Divina Commedia, di Dante. Tanti fenomeni hanno concorso a questa tempesta perfetta. Il neoliberismo del PD, erede dei riformisti del PCI e della sinistra DC, in primo luogo. Oggi in Italia la parola sinistra è semplicemente squalificata, a livello popolare la sinistra è chi sta con le banche e ti manda in pensione a settant’anni.
E prosegue: “Sono quasi trent’anni che il nostro campo è devastato da una sinistra che fa politiche di destra. Oggi la migliore assicurazione sulla vita del governo attuale è l’opposizione che ad esso fa un PD che insegue a destra imprese e logiche di mercato. In secondo luogo la deriva moderata del movimento sindacale, cui non è finora riuscito a fare argine l’impegno generoso del sindacalismo di base e conflittuale. Sono anni che in Italia CGIL CISL UIL educano i lavoratori alla rassegnazione e purtroppo hanno ottenuto vasti risultati”.
Poi Cremaschi approfondisce l’analisi in termini autocritici: “Infine gli errori e l’ incapacità di ripartire davvero della sinistra radicale. Rifondazione Comunista si è autodistrutta nel 2008 partecipando al governo Prodi. Da allora la sinistra radicale non entra più in parlamento. I movimenti sociali ed ambientali hanno tentato una interlocuzione con il M5S e ora ne sono scornati. Insomma la situazione è molto dura e ci vorranno tempo e scelte diverse dal passato, altre organizzazioni e altri gruppi dirigenti per risalite la china. Potere al Popolo è un tentativo in questa direzione e per questo ogni tanto deve subire i colpi dei dirigenti della vecchia sinistra radicale, che hanno dimostrato di essere incapaci di costruire, ma capacissimi di distruggere”.
Indi passa a delineare il quadro internazionale: “Deve essere chiaro però che la ricostruzione di una forza sociale e politica anticapitalista e per il socialismo, in Italia può avvenire solo in totale rottura con il mondo del PD e in opposizione politica e morale al governo che noi chiamiamo gialloverde. Le sinistre che in nome dell’antifascismo accettano il fronte da Macron Tsipras o che in nome della contestazione alla UE dialogano con Salvini &C sono giustamente destinate al nulla. Le due anime della UE liberista, quella di Macron e quella di Orban Salvini, si legittimano reciprocamente cercando di occupare tutto lo spazio politico. Si può ricostruire il nostro campo solo contro di loro”.
Cremaschi torna a guardare il mondo dal nostro Paese: “Dall’osservatorio italiano si capisce meglio che il populismo reazionario, o quello giustizialista anti casta politica, non intendono affatto mettere in discussione la UE, ma ne sono solo una variante che si sta già oggi affermando. I poteri forti italiani ed europei stanno seriamente chiedendosi se cambiare di spalla al fucile, dopo che quello dei governi socialdemocratici, conservatori, tecnici, non spara più. L’Austria è la perfetta dimostrazione di un governo che adotta la politica sui migranti di Salvini, prima gli austriaci come prima gli italiani, e poi continua con le politiche liberiste classiche, euro compreso. Stiamo andando verso una UE nazionalista e xenofoba. Contro di essa la nostra opposizione deve essere totale senza neanche accostarci alla UE di Junker e Merkel”.
Poi alla critica aggiunge elementi propositivi: “Il progetto Euromediterraneo che come Eurostop, forza che fa convintamente parte di Potere al Popolo, abbiamo lanciato, rappresenta una scelta di fondo. Bisogna uscire da una critica alla UE fatta con il metro degli amministratori delegati delle imprese che non fanno sufficienti profitti, questa è la critica alla UE di una destra che sta per entrare nella stanza dei bottoni, non la nostra. Noi dobbiamo rompere con la UE e con la NATO per costruire pace e democrazia, per dialogare con i popoli del nord africa e e dell’asia, per un nuovo sviluppo sulle sponde del mediterraneo che oggi si riempie di morti”.
Cremaschi conclude col pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà: “In Italia è in corso un risveglio di coscienze, sui temi della solidarietà, dell’antifascismo, della lotta allo sfruttamento che ancora non rovescia, ma incrina la cappa della rassegnazione. È su questa base che dobbiamo ricostruire, come ho detto navigando tra la Scilla della vecchia sinistra e la Cariddi del populismo reazionario. Ciò che riusciremo a fare servirà a tutti”.
Sono seguiti vari interventi adesivi e indicando campi di lavoro politico per il nuovo movimento, salvo quello di Merella che ha mostrato interesse per le proposte, contestando però l’ispirazione anticapitalistica.
Sono interventuto anch’io, brevemente per manifestare il mio disagio per un approccio settario e improduttivo rispetto alle altre forze e alle idee in campo e indicando il modo più aperto di confrontarsi su questi temi del COSTAT. Per esempio, il reddito di cittadinanza o dividendo sociale è un’idea positiva, che fa parte di un’elaborazione della migliore cultura economica europea a partire da Keynes. Non può essere liquidata con sprezzo solo perché proposta dai 5 Stelle. Anzi vien da chiedersi perché Ferrero, quando fu ministro del lavoro per Rifondazione (governo Prodi), non ne fece neanche menzione. Ora che l’idea è in campo occorre entrare nel merito, intanto esprimendo condivisione in linea generale e semmai battagliando sulla realizzazione. Non accorgersi che c’è un attacco concentrico delle forze conservatrici perché è una misura sociale per i più deboli, è un grave errore. Mette Potere al popolo a fianco di Renzi e delle peggiori forze di destra, anche se - ovviamente - la critica di Cremaschi è di segno opposto. Anch’io penso che il reddito va dato a tutti i soggetti in povertà senza controlli e condizionamenti.
Altrettanto, sul confronto con la UE. Questo governo lo ha aperto, su un tema caro alla sinistra-sinistra: la lotta all’austerità, al neoliberismo. Ora che è in campo che facciamo? Diciamo che è solo una mossa propagandistica? O, invece, stiamo sul pezzo e spingiamo perché si parta da questo per ampliare il fronte di chi vuole un’Europa sociale?
Idem sul tema delle nazionalizzazioni dei beni sovrani che il M5S ha rimesso in campo. Per Cremaschi è solo uno slogan propagandistico dei ministri pentastellati, non un tema da riprendere e su cui lavorare. Cremaschi non ha poi parlato della proposta per dare priorità da parte dei PM alle denuncie di violenza sulle donne. Non ha fatto cenno alla battaglia del M5S contro le grandi opere. La lotta alla corruzione, male endemico del Paese, in cui destra e centrosinistra sono immersi fino al collo; la battaglia contro i privilegi della politica; la recente pressione sull’Egitto su caso Regeni ed altro ancora. Tutti temi su cui le destre ivi compreso il centrosinistra e i media hanno scatenato una campagna forsennata contro i pentastellati.
La spiegazione di tutto questo? Cremaschi ha fatto una premessa generale e di principio: col M5S non si dialoga perché è al governo con Salvini. E’ la posizione di tutta la sinistra e del centrosinistra (in questo, in effetti, c’è chi ha nostalgia del patto del Nazzareno). Ma chi ha determinato questo esito? C’entra il niet di renzi e del PD? E a cosa porta questa chiusura verso i pentastellati? Mi ricorda un po’ - mutatis mutandis - la nefasta idea del socialfascismo, che faceva degli oppositori non comunisti degli obiettivi sostenitori del fascismo. Se non si distingue e non si lavora, con la critica anche dura, a creare un ambiente politico che consenta al M5S di staccarsi dall’abbraccio mortale della Lega, penso che a morire non saranno solo i grillini, ma noi tutti, che già non siamo in buona salute. Se le forze che attaccano il M5S vincono, cosa ci aspettiamo? Un varco verso il socialismo? Non ci sarà una riedizione della convergenza destra-centrosinistra, ancora con Salvini dentro?
Ho fatto grosso modo queste osservazioni, senza peraltro far breccia nel ragionamento di Cremaschi, che nella replica ha ribadito la sua posizione di chiusura non solo col M5S, ma anche con le altre forze non conseguentemente anticapitaliste. Un atteggiamento rigoroso, ma - spiace pensarlo - di scarsa prospettiva. Mi aspettavo altro da Potere al popolo: mi aspettavo un movimento aperto e includente. Cremaschi mi ha mostrato un volto diverso. Il che, ovviamente non sminuisce la mia stima per i compagni di Potere al Popolo, molti dei quali nella pratica partecipano con generosità ed apertura alle iniziative del Costat.
Cremaschi a Cagliari: “serve un risveglio di coscienze, sui temi della solidarietà, dell’antifascismo”. D’accordo… ma dissento
2 Dicembre 2018
1 Commento
1 commento
1 Aladin
2 Dicembre 2018 - 13:39
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=90444
Lascia un commento