I sardi troppo pochi per avere diritto alla Salute

3 Dicembre 2018
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Claudia Zuncheddu 

CONFERENZA:”GLI OSPEDALI SARDI SOTTO LA MANNAIA NEOLIBERISTA”. LA SANITA’ E’ UNA MERCE?

Per la Politica i sardi non hanno i numeri per avere diritto alla Salute
In nome di strane razionalizzazioni della rete degli ospedali pubblici sardi e di buchi di bilancio, intere collettività perdono il diritto alla tutela della Salute. Nei territori disagiati i presidi ospedalieri vengono progressivamente svuotati dei servizi essenziali per essere resi inutili ed avviati alla chiusura.
I grandi ospedali delle città, spesso al servizio di tutta la Sardegna, sono stravolti, depotenziati ed avviati alla chiusura, dal San Giovanni di Dio, al Binaghi, al Marino, al Santissima Trinità, al Businco (una volta eccellente oncologico), al Brotzu. Erano i grandi ospedali dei sardi che spesso nel mondo facevano grande la Sardegna.
L’operazione italo/araba Mater Olbia, l’ospedale privato del Qatar inutile ai sardi, benché sostenuto da forti finanziamenti delle casse sarde oltre che da quelle romane, oggi appare addirittura irrilevante rispetto ai fenomeni della privatizzazione del sistema sanitario pubblico su vasta scala con l’avvento delle Multinazionali della salute.
Con il neoliberismo la salute perde il suo valore e come una merce viene introdotta nei mercati finanziari. Le cliniche private convenzionate con il sistema pubblico, spesso avviate al fallimento, in attesa che anche gli ospedali pubblici chiudano i battenti, vengono rilevate dalle Multinazionali della Salute. E’ tempo di privatizzazione. Le convenzioni con il sistema pubblico verranno sostituite dalle Compagnie di assicurazione. Il diritto alla salute torna ad essere un privilegio di casta sociale. Chi avrà i soldi potrà curarsi e per chi non potrà resta solo la sorte.
Il personale sanitario è sempre più mortificato nei suoi diritti, tra sovraccarico di lavoro per il blocco del turnover, contratti fermi da dieci anni e la perdita della dignità professionale.
Le multinazionali come avvoltoi, mentre attendono il crollo degli ospedali pubblici, si accaparrano strutture private convenzionate, laboratori di analisi ed RSA. In nome del profitto inizia l’era dei licenziamenti del personale sardo che si è specializzato nel tempo per essere sostituito da medici ed infermieri spesso importati a basso costo.
Tace la classe politica complice.
Gli ammalati sempre più disorientati sono allo sbaraglio, privi di riferimenti sanitari e di speranze. In Sardegna e nelle sue Isole minori è più facile morire.

Claudia Zuncheddu – Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica

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Michele Amadori Finalmente qualcosa a Olbia. Sempre tutto nell.ombelico del mondo di Cagliari capitale.

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Michele Amadori ha risposto2 risposte8 h

Roberto Di Persio Tutti al Mater per la colonscopia!!!

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