Andrea Pubusa
Il Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria – com’è noto - non è e non vuole essere un partito, non presenta liste né candidati, non dà indicazioni specifiche di voto a liste o candidati. I suoi componenti, nella correttezza e lealtà verso il Comitato, possono invece candidarsi e dare le indicazioni di voto che ritengono utili, sempre ovviamente nal campo delle forze democratiche e costituzionali.
Il Costat, però, una indicazione di voto generale la dà: solo alle liste e ai candidati che si sono schierati apertamente per il NO al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, escluse – ovviamente - quelle di centrodestra.
Non presentiamo liste né candidati ma facciamo la campagna elettorale, una campagna elettorale speciale, sui generis: solleveremo con forza i grandi temi, che interessano nel profondo i sardi e che hanno uno specifico rilievo costituzionale e statutario, in coerenza coi fini del Costat. Anzitutto il lavoro, su cui si fonda la Repubblica. Su questo tema ci siamo impegnati nell’ultimo anno con due Convegni, a cui hanno partecipato eminenti personalità come Domenico De Masi, oltre a produttori e operatori sardi, personalità della cultura e dell’accademia isolana. Abbiamo anche raccolto, grazie alla tenacia di Fernando Codonesu, un libro “Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti” Aracne editore, che dalle prossime settimane inizieremo a presentare in vari centri della Sardegna in modo da stimolare l’attenzione e il movimento su questo tema fondamentale.
Ci occuperemo anche delle istituzioni regionali. I governi che si sono succeduti alla Regione hanno stravolto il governo locale, mortificando e commissariando le province, abbandonando a se stessi i Comuni, e concentrando i poteri sulla regione. Un nuovo neocentralismo, che paralizza le attività imprenditoriali e private. I territori sono privi di rappresentanza e non hanno alcuna voce nelle decisioni che pure coinvolgono pesantemente le popolazioni, a partire dalla sanità e dal lavoro. La riforma dovrebbe invertire la direzione: asciugare le funzioni in capo alla Regione, attribuirle alle province e ai comuni. Si darà così attuazione al dettato costituzionale e statutario che riserva alla Regione la funzione legislativa e di programmazione, mentre assegna di norma l’amministrazione a province e comuni, a seconda della dimensione della funzione.
C’è poi da mettere mano alla legge elettorale truffa, ridando uguaglianza nel voto e rappresentanza generale ai sardi.
L’istruzione e l’ambiente sono poi alcuni altri temi da mettere al centro del dibattito elettorale. Sulla cultura bisogna integrare i programmi scolastici con la storia e la lingua sarda in attuazione dell’art. 5 Statuto sardo.
I rapporti con lo Stato impongono di riacquistare dignità e parità, nella leale collaborazione, al di fuori di ogni vergognosa genuflessione, secondo il modello dei rapporti fra Pigliaru e Renzi o fra Cappellcaai e Berlusconi.
Questi ed altri temi avranno un obiettivo generale: battere il centrodestra e stoppare Salvini. L’Unione riferisce della accoglienze popolari al leader leghista. Questo deve riempirci il cuore di grande preoccupazione e deve stimolarci all’impegno fermo e determinato.
In Sardegna si gioca una battaglia non solo regionale ma nazionale. Se Salvini sfonda alle regionali nessuno potrà fermarlo a livello nazionale. Se verrà stoppato in Sardegna si dimostrerà che la sua ascesa, pompata dai grandi media moderati nazionali, è resistibile e viene bloccata sul nascere.
Ma qui vengono le dolenti note. Chi e come battere il centrodestra? Il PD anche nell’Isola è desaparecido e frantumato. Pigliaru è in fuga. Zedda niente più che una foglia di fico per nascondere la vergogna del governo regionale in carica.
L’unica alternativa al centrodestra e a Salvini, in termini numerici, è obiettivamente la lista dei 5 stelle. Ma sarà difficile la replica del 42% del 4 marzo. Prenderà molto, ma meno. Ci saranno altre forze che supereranno lo sbarramento. Non solo il PD, ma anche il PDS e forse AutodetermiNatzione se si aprirà a SI, Potere al Popolo e Rifondazione. Si affaccia dunque la possibilità che nessuno superi il 25% e scatti il proporzionale. In vista di questa evenienza è importante non disperdere neanche un voto, e prepararsi ad un’alleanza o a un contratto fra M5S e altre forze alternative al centrodestra.
Come si vede, c’è molta carne al fuoco. Iniziamo a parlarne questo pomeriggio alle 17 con rappresentanti delle forze che si preparano a depositare liste e a presentare proposte di cambiamento per l’Isola.
Il dibattito è aperto. Aspettiamo le vostre domande e i vostrri interventi.
1 commento
1 Aladin
23 Novembre 2018 - 09:42
Ancche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=90207
Lascia un commento