Amsicora
Gente, dopo il post di ieri su Franziscu e Massimino, non ci ho dormito la notte. E se avessi preso un abbaglio? E se stessi cadendo in un trappolone abilmente preparato da Uras e Maninchedda? E se Max e Franz ci stessero prendendo per il fondelli con la regia occulta di Paolo e Luciano? Sì, insomma, fan finta di essere distanti ideologicamente e poi, alfine, per senso di responsabilità, per rispetto dei sardi, per ossequio alle istituzioni autonomistiche, bla, bla, bla, convergere e far cartello insieme. Amici miei, mi sento un minchione… e per di più esterno anche i miei pensieri fasulli in questo rispettabile blog!
Certo, sul piano rigorosamente teorico, questo raggiro non dovrebbe essere possibile: l’uno (Max) dovrebbe essere saldamente ancorato alla tradizione comunista che non conosce nazioni, ma solo i diritti simili in tutto il mondo dei lavoratori, mentre l’altro (Franz) vede solo la natzione sarda già esistente o in formazione, senza distinzioni di classe al suo interno. Insomma, per Max “la mia patria è il mondo intero“, per Franz solo la bella isola dei mori. Come comporre il divario, che - si badi - è ideologico, non tattico? E’ come unire due opposte montagne.
Mentre mi rivoltavo nervoso nel letto, meditando su questa vicenda, il pensiero iniziale mi trapana il cervello e mi ossessiona. Amici e compagni, e se queste fossero cortine di fumo per nascondere il fatto vero? Macché internazionalismo o indipendentismo, questi erano tutti insieme nella giunta, che dico?, lo sono ancora oggi. Con Pigliaru non ci son tutti? PD, PDS, Campo progressista, Leu e chi più ne ha più ne metta? Che ci sia un’opera di camuffamento è indubbio. Non avete visto che il PD è desaparecido? E’ scomparso dal radar insieme al centrosinistra. Uras lo ha già cancellato dalla storia. E Pigliaru? Chi lo conosce? Chi è costui? E viale Trento? Boh, dov’è? Non ci siamo passati neanche per caso. Insomma, un fuggi, fuggi generale! Amici e compagni, qui si reseta tutto, ci sarà un nuovo inizio, dove tutti sono di nuovo vergini e ci parlano delle magnifiche e progressive mirabilia da compiere nel futuro prossimo venturo.
Sarà un mondo tutto nuovo: niente attacco alla Costituzione, niente soppressione del governo locale, niente abbandono dei lavoratori in difficoltà e dei ceti deboli, niente genuflessione al governo centrale come ai bei tempi di Renzi…niente, niente, niente di quanto è accaduto nell’ultima legislatura è imputabile a loro. Colpo di spugna ed ecco nuovi e splendenti i “Progressisti sardi“, pronti a risolvere tutti i mali che il centrosinistra (ossia loro stessi) ha creato, pronti a stigmatizzarlo duramente e a prenderne, schifati, le distanze.
Mentre tormento il cuscino, continuo a interrogarmi: sarà questo il punto di caduta di tutta questa rappresentazione fra Max e Franz, sotto l’abile regia di Paolo e Luciano? E ci cadranno i poveri sardi? Basterà presentare come nuova la coalizione che ci ha sgovernato per l’intera legislatura per carpire imbroglionescamente il voto ai sardi? Chissà! Alla fine penso sia meglio che Max e Franz rimangano divisi. Dopo averci preso per i fondelli insieme per cinque dolorosi anni, ci evitino l’incazzo per la continuazione di una coalizione riesumata sotto mentite spoglie. Almeno così potrò continuare a credere che se non Luciano, almeno Paolo mantiene un briciolo di serietà e umanità. Forse mi basterà questo per non avere più sonni agitati. Almeno così spero.
2 commenti
1 Aladinews
16 Novembre 2018 - 10:15
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=89882
2 aldo lobina
16 Novembre 2018 - 12:16
Se i tuoi tormenti, Amsicora, fossero giustificati dai propositi mirabolanti degli attori che hai nominato e si perfezionasse il loro sodalizio - peraltro già in essere - capisci bene che il sogno di fine autunno potrebbe essere un incubo.
Aggiungo che il sardismo, incarnato da mille mila sigle e condimento di salse sovraniste più o meno piccanti, più o meno insipide a seconda degli ingredienti con cui si mescola, non potrà avere alcuna fortuna politica senza uno sforzo comune di sintesi e l’individuazione delle persone, attrezzate culturalmente e tecnicamente a perseguire democraticamente alti livelli di autonomia, in una Europa dei popoli, che è tutta da costruire.
Lascia un commento