La relazione del Ministero ha dei risvolti gravi. Restituzione immediata dei fondi erogati e sgombero dei migranti. E’ vero che non si può obbligare nessuno ad andar via, ma questo, salvo il reperimento di altre risorse, sarà l’esito necessitato dallla revoca dei finanziamenti. A ciò inducono secondo una rigorosa sequenza sancita dalla legge, le conclusioni dell’ispezione della prefettura nel 2016, sul tavolo del dicastero allora retto da Minniti. Il gran volume dei quattrini erogati, nel periodo 2012 - 2017, dallo Stato per una ragione, l’accoglienza, sono fuoriusciti, sempre nell’ambito delle finalità genrali, anche per voci non esattamente contemplate nella modulistica ministeriale. Perchè tutti i guai, per il “sistema Lucano”, nascono da qui. Dall’ispezione della prefettura finita poi sul tavolo del ministero. Ispezione voluta e “provocata” dallo stesso Lucano a cui i rimproveri interni dello Sprar non andavano giù. E fatale è stata poi l’ispezione del palazzo del governo di Reggio con il “sergente di ferro” Gullì a guardare tutte le carte incuriosito dalle cose, a suo dire, “strane” di Riace.
I problemi giuridici ci sono, segnalati da ispettori o funzionari Sprar o Cas, ma è determinante l’ostilità del vertice stesso del ministero. Con Minniti. Lucano, intercettato, lo dice senza mezzi termini. Il sindaco parla di Minniti come un pericolo per i migranti, perché vuole abbassare da tre a due i dinieghi sufficienti per il rimpatrio. E chi non ricorda quella frase intercettata poi finita sulla stampa, frase pronunciata proprio da Lucano ad una migrante: “Minniti vi caccia”. In fondo oggi Salvini a Riace fa quello che ha iniziato Minniti.
Ma perché Riace corre il pericolo della liquidazione? Perché rischia di saltare il più virtuoso ed efficace modello di integrazione che ha rigenerato il tessuto sociale in un’area interna della Calabria ravvivando l’economia? «Riace è stata esclusa dal saldo luglio-dicembre 2017 di circa 650.000 euro e per il 2018 non è compresa tra gli enti beneficiari del finanziamento del primo semestre, nonostante tutte le attività siano state svolte e nessuna comunicazione di chiusura del progetto mi sia mai stata recapitata», dichiara il sindaco di Riace Mimmo Lucano.
In cosa consistono le irregolarita? Ho avuto occasione di occuparmi professionalmente di due casi di revoca di sovvenzioni ad opera del Ministero ed in entrambi i casi sono rimasto sorpreso per il burocratismo …dei burocrati, ossia degli ispettori ministeriali. In un caso fu revocata una sovvenzione per produzioni biologiche ad una cooperativa agricola del nuorese. Nei magazzini della Coop. furono trovati concimi chimici e simili. Gli ispettori gridarono subito alla frode e verbalizzarono invocando la revoca del beneficio. Tuttavia, la coop. aveva due grandi fondi a distanza di molti chilometri l’uno dall’altro e le sostanze chimiche venivano usate solo in uno, non in quello contemplato nel provvedimento di sovvenzione per produzioni biologiche. Dunque quanto rinvenuto nei magazzini adiacenti alla sede della coop. erano irrilevanti. Sarebbe bastato un sopralluogo per risolvere la questione. Ma non ci fu nulla da fare. La revoca fu adottata, e solo il Tar pose rimedio alla palese ingiustizia.
In un altro caso, la beneficiaria incluse alcune spese in voci di spesa del modulo ministeriale non correttamente, a detta degli ispettori. Costoro però dichiararono che le spese furono fatte per il progetto e che le finalità di esso erano state perfettamente raggiunte. Ora, in questi casi possono accadere due cose: o che la voce non è facilmente comprensibile e si presta a diverse interpretazioni oppure addirittura che la spesa non rientra perfettamente nelle previsioni della modulistica. In questi casi, anche in ossequio ai principi relativi all’amministrazione di risultato, dovrebbe badarsi al buon esito della spesa ed evitare le sanzioni palesemente ingiustificate e inique. Fra l’altro, la revoca interviene quando la spesa è già fatta, quindi reperire i fondi per le restituzioni è pressocché impossibile. Il risultato di norma è il tracollo.
Nel caso di Riace, da quanto si apprende dalla stampa, ci sono irregolarità di questo tipo, direi formali. Poi ci sono violazioni che rientrano nello stato di necessità, che anche il diritto penale contempla. Come si fa a buttare nella strada le persone che vivono in una casa in sovrannumero? Se in un’abitazione vivono in 5 anziché in 3, che fai, ne metti per strada 2? Un sovraffollamento, del resto, è sempre esistito nella famiglie italiane. Ricordo che a Carbonia in appartamenti con due stanze, in una dormivano i genitori e nell’altra 3, 4 o anche cinque figli. Il sindaco cosa doveva disporre, la fucilazione dei figli in più?
Così lo sforamento dei termini di permanenza. Se il termine scade stanotte alle 24, alla sventurata nigeriana che fai, la butti per strada? E con quale nobile risultato? Metterla in mano ai mercanti della prostituzione!
Come si vede, le ragioni del diritto astrattamente inteso cozzano spesso con le esigenze reali. Ma il diritto non è solo norma, è anche fatto. La regola da applicare nasce dalla dialettica fra norma e fatto e deve condurre a risultati soddisfacenti. In Italia poi dev’essere costituzionalmente orientata. Si devono trovare misure adeguate ad ottenere risultati accettabili alla luce dei principi costituzionali, che - non lo si dimentichi mai - pongono al centro la persona e la sua tutela.
Per far questo ci vogliono altri burocrati? O, meglio, una diversa cultura della burocrazia? O ci vogliono altri Ministri? Che Minniti del PD (forse anche futuro segretario) e Salvini, in continuità, facciano le stesse cose, la dice lunga sul prevalere delle rigidità burocratiche e sul continuismo politico. Chissà se il Tar riporterà il caso Riace alla ragionevolezza, ma per la discontinuità politica non ci vuole il giudice. Bisogna creare le condizioni per un governo senza Lega.
2 commenti
1 Aladin
16 Ottobre 2018 - 02:51
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=88598
2 Tonino Dessì
16 Ottobre 2018 - 07:58
Presentata ieri in serata la manovra finanziaria approvata dal Consiglio dei Ministri.
Ci torneremo.
Mi ha colpito intanto una dichiarazione di Salvini sul contributo di ciascun ministero alla copertura finanziaria di alcune misure.
“Io da ministro dell’Interno un miliardo lo metto a disposizione cash. Sono soldi in meno detratti da spese dell’accoglienza alla Riace. Meno sbarchi vuol dire meno costi e quel miliardo che gli italiani risparmiano grazie ai minori sbarchi possiamo metterlo nella riduzione delle tasse. Quindi, io di mio la metà della copertura l’ho già trovata”.
Ecco cosa intendo, quando sostengo che si tratta di uno scambio turpe.
L’aspetto più vile è quello del coinvolgimento corruttivo di ciascuno di noi: apparenti vantaggi in cambio di riduzione di diritti, qui entrambi declinati in chiave xenofoba.
Su questo si sono sempre fondati i regimi reazionari, non a caso regimi di corruzione etica di massa.
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