Che sciocchezza le fucilazioni inutili! Che c’entra la difesa?

17 Settembre 2018
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Amsicora

Gente! Ora la polemica infiamma sulla legittima difesa. Come al solito, Salvini provoca e gli altri abboccano, cadono nella trappola. Guarda un po’, manco a dirlo, il disegno di legge che fa discutere di più è quello della Lega! Ma, anche a una lettura superficiale, la proposta a firma Romeo (Lega) è impresentabile. Anzitutto per scrittura. Si legga il codice penale e si veda se c’è un articolo con incipit ” Si considera…“. Neanche per sogno! Scritto male e il contenuto è peggio. Udite! Udite! La proposta considera la difesa sempre legittima, ove sia tesa a “respingere l’ingresso o l’intrusione mediante effrazione o contro la volontà del proprietario o di chi ha la legittima disponibilità dell’immobile, con violenza o minaccia di uso di armi da parte di una o più persone, con violazione del domicilio” o di “ogni altro luogo ove sia esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.” Ma, di grazia in cosa consiste la difesa, nel caso in cui dalla strada o dal vostro campo vedete uno arrampicarsi sul vostro balcone? Nel lanciargli un urlo terrificante, scriminando la minaccia? Nello scagliargli la prima pietra a portata di mano? O nello sparare una fucilata in aria? O nel colpirlo con un pallettone dopo aver preso millimetricmente la mira? Volete la mia? Ve la do’, ma dovete sorbirvi un episodio di vita vissuta. Scusate, ma quando c’azzecca, ci vuole. Mio padre non si separava mai da “sa leppa” e da “sa scuppetta“, reminiscenze delle sue origini rurali. Sa leppa è un oggetto multiuso, serve a tagliare, intagliare, all’occasione sostituisce la forchetta, è anche arma di difesa. I sardi non se ne separavano mai, neanche in guerra. Tziu Peppinu, classe 1898, durante le lunghe e fredde sere d’inverno, davanti al fuoco diceva che gli austriaci  nella Grande Guerra sull’Altopiano temevano più la leppa dei sardi della gloriosa Brigata che la baionetta degli altri soldati. Il fucile poi in campagna era d’obbligo. E così leppa e scuppetta, mio padre le aveva portate anche a Carbonia, la leppa sempre in tasca, sa scuppetta in camera da letto, gelosamente riposta in un angolo del guardaroba, con una “parinedda” (cesto) di cartucce a fianco, sempre pronta all’uso. Una notte, improvvisamente, sentì del colpi venire dal negozio di un vicino, che stava sottocasa. Ascoltò con attenzione. Non c’era dubbio, dei malintensionati stavano armeggiando per entrare nel negozio. Mio padre, non ci pensò due volte, lo ritenne un dovere civico: con calma prese la sua amata scuppetta, mise in canna due cartucce, aprì la finestra e sparò due colpi terrificanti, che quell’arma dei primi del novecento, non silenziata, amplificò a mo’ di cannonata. Neanche la corazzata Aurora, a Pietroburgo quando sparò i mitici colpi che avviarono la Rivoluzione d’Ottobre, fece tanto fracasso. I risultati furono mirabili e istantanei: i ladri se la diedero a gambe, lasciando in loco tutta la loro attrezzatura, piede di porco e altro. Il nostro vicino ringraziò mio padre, che ai miei occhi di bambino divenne un eroe. In realtà, lui che a Carbonia, non usava mai la sua fedele scuppetta, ebbe solo il piacere di imbracciarla e tirare due colpi per aria. Niente più. Ma si senti rassicurato: il vecchio arnese il suo dovere lo faceva sempre.
Perché questo racconto? Non solo perché ricordo sempre con piacere mio padre, ma perché mai e poi mai a lui, uomo semplice e di buon senso, sarebbe venuto in mente di sparare sui malandrini. Che tristezza! Ora questo Romeo, pur essendo senatore, è così coglione da scrivere in legge che in quel caso si può fare tiro a segno su persone senza conseguenze. Poche chiacchiere!, la legittima difesa è sempre legata all’idea di proporzione fra difesa e offesa. Certo, si può, anzi si deve ammettere che la notte, in casa, l’intrusione crea turbamento e amplia la sensazione del pericolo, dell’offesa. Mio padre certo in quel caso avrebbe fucilato l’avventore armato e minaccioso. Ma se il malintenzionato fosse stato fuori avrebbe, all’uso dei sardi d’una volta, prima gridato “chini esti sa genti?” e forse avrebbe risolto, con una domanda gridata, il caso. essendo sottinteso che se la gente era malintenzionata e non desisteva, avrebbe trovato pane (rectius: piombo) per i suoi denti. Semplicemente una domanda, senza neanche sprecare una preziosa cartuccia.

So cosa obiettate, la delinquenza rurale d’una volta era generalmente meno cattiva di quella urbana di oggi, anche se non mancavano atti feroci. Ma il buon senso, prima che il diritto, vietava e vieta le fucilazioni ingiustificate.
La proposta di Romeo è…improponibile, qualcuno dice che andrebbe almeno integrata. Bah!, a pensarci bene, meglio cestinata. Con buona pace di Salvini. E così sia. Amen.

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