Roberto Mirasola
Prosegue il dibattito in vista delle regionali. Domani l’opinione di Antonello Murgia.
Con l’articolo di Gianni Marilotti arriva definitivamente la parola fine a una felice intuizione del direttore del Blog. L’idea, sulle orme di quanto accaduto a livello nazionale, di stipulare un contratto tra il M5S e una lista di sinistra avrebbe costituito un laboratorio capace di superare le contraddizioni del governo nazionale. Se vogliamo è lo stesso Senatore inconsapevolmente a stimolarne la loro analisi. Si dice, nell’articolo, che il movimento sta dalla parte degli ultimi. Forse è vero nelle intenzioni, forse è vero se riportato alle dichiarazioni fatte in campagna elettorale, ma la realtà governativa oggi dice il contrario. La chiusura dei porti agli sbarchi di pochi migranti la dice lunga sugli interessi degli ultimi. Si badi questo è avvenuto in un contesto dove gli sbarchi, già diminuiti per il giro di vite imposta da Minniti, si sono ridotti ai minimi termini, ma purtroppo sono aumentati i morti annegati. Non dimentichiamo che il ministro degli interni è sotto indagine per aver violato leggi fondamentali sull’accoglienza figlie di quei principi fondamentali della nostra Costituzione che si richiamano ai principi di solidarietà ed uguaglianza. Il fenomeno migratorio sarà inarrestabile ed è inutile pensare di risolverlo in questo modo scimmiottando il blocco Visegrad che non a caso non vuole rivedere gli accordi di Dublino cosi come la Lega che a Bruxelles si è astenuta dalla votazione. Trovo poi pericoloso, ma ormai purtroppo è norma, contrapporre i lavoratori migranti con quelli nostrani, non comprendendo che una divisione del mondo del lavoro non fa altro che avvantaggiare le forze capitaliste vere responsabili della distruzione del tessuto sociale. Non dobbiamo nascondere le responsabilità, gravi, della sinistra che a inizio anni novanta ha iniziato a seguire il mantra del mercato distruggendo le tutele previste dal diritto del Lavoro. Il Jobs Act è solo l’epilogo di un ormai lungo percorso. Bisogna però dire che nonostante le tante promesse fatte in campagna elettorale, il decreto dignità poco ha fatto per riequilibrare le sorti a favore degli “ultimi”, anzi sono stati reintrodotti i voucher nel settore turismo e agricoltura, né più né meno di quanto accade alle origini di questo istituto.
Perché dunque felice intuizione? Il contesto sardo presentava e presenta una rappresentanza istituzionale Cinque stelle culturalmente di sinistra che, probabilmente fatica a comprendere il superamento della destra e della sinistra, non fosse per altro che è cresciuta con quelle ideologie e difficilmente può oggi accantonarle. Il problema è che il gruppo dirigente locale dei Cinque stelle va in un’altra direzione, da qui la chiusura. La felice intuizione nasceva anche da una diversa impostazione sul lato sinistro dell’ipotizzata alleanza. Si doveva lavorare a una lista di sinistra caratterizzata dal completo rinnovamento con persone che poco avevano e hanno a che vedere con lo sfascio della sinistra in Sardegna. Persone fuori da logiche di appartenenza di corrente e poco interessate ai tatticismi tanto cari agli “antichi Maestri” incapaci lavorare a un ricambio generazionale, anche perché alcune volte responsabili di averlo ucciso magari nella culla. Questi erano i presupposti di partenza che a parer mio avrebbero consentito di creare la vera novità politica con una seria proposta, a tutt’oggi mancante in tutti gli schieramenti, purtroppo impegnati nei soliti tatticismi di mera sopravvivenza per la costruzione di improbabili coalizioni.
1 commento
1 Aladin
6 Settembre 2018 - 08:26
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=86815
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