La ricostruzione della sinistra? Un lavoro da fare assieme

12 Marzo 2009
3 Commenti


Marco Ligas

Marco Ligas, direttore de Il Manifesto sardo e figura storica della sinistra isolana, c’invia questo intervento che ben volentieri pubblichiamo, con una breve chiosa in calce.

Cari compagni, consentitemi qualche breve considerazione sul dibattito che avete aperto dopo le elezioni regionali.

1) Le difficoltà su chi votare. Non mi ha mai convinto la politica di Soru e adesso, per risparmiare spazio, non ripeto i giudizi espressi in altre occasioni. Ho avuto delle perplessità su chi votare, ma la mia formazione comunista (deformazione?) mi ha suggerito di non votare per Berlusconi/Cappellacci. Avrei potuto votare per Gavino Sale, ma ho scelto di votare Soru per non disperdere il voto. Non ho alcun rimorso per questa scelta; spesso ho votato per il meno peggio, non ricordo più quante volte. Si è trattato di una scelta che ha preferito, per dirla con Francesco, lo schieramento ai principi? Io credo che sia stata una scelta che ha rifiutato contemporaneamente sia lo schieramento che i principi dei nostri avversari politici. Non ho potuto scegliere ciò che è di mio gradimento. Una pessima legge elettorale e un processo di americanizzazione delle elezioni rendono sempre più difficile l’identificazione con una coalizione.
Trovo comunque opportuno l’invito a non anteporre lo schieramento ai principi, ma mi sembrano esagerati i riferimenti all’accordo Molotov/Ribbentrop o ai fatti di Budapest del 1956. La crisi della sinistra è grave, ma non lo è a causa di Soru. Ha radici ben più lontane. Nel ’56 comunque le reazioni prevalenti dei comunisti dissidenti non portarono questi compagni a schierarsi con lo schieramento avversario (con l’imperialismo americano, si diceva). Perché mai oggi dovremmo giustificare un voto per Cappellacci? Le motivazioni di questo rifiuto sono da un anno, se non sbaglio dall’aprile scorso, davanti agli occhi di tutti. Basta l’ultima trovata di Berlusconi sul ruolo del Parlamento per non aggiungere altro.
2) Nessuna ambiguità. Ritengo che sia molto importante non prestarsi ad ambiguità su questi principi. Non possiamo essere ammiccanti o giustificazionisti quando ci si allontana dalle idealità delle componenti democratiche e del movimento operaio. Queste non sono mai rappresentate da chi non rispetta la Costituzione e i diritti che la Carta sancisce. Nessun Cappellacci può rappresentare una prospettiva accettabile per i lavoratori e l’alternativa a Soru non può essere il nuovo governatore. La vera alternativa nasce da un processo di ricostruzione della sinistra e da un atteggiamento di dialogo verso coloro che, sfiduciati, si sono allontanati da un impegno attivo nella società. Naturalmente dobbiamo interpretare meglio anche i grandi cambiamenti politici e sociali di questi decenni.
3) Il Forum Sardo di Iniziativa Democratica. Spesso tutti noi abbiamo accusato i piccoli partiti della sinistra di voler esser rappresentativi anche di un’area della società che si stava allontanando da quelle formazioni, ritenute sempre più elitarie e lontane dai bisogni della gente. Al tempo stesso abbiamo sottolineato l’esigenza di una ricostruzione della sinistra, da fare assieme, tra tutti coloro, singole persone, associazioni, movimenti ecc, disponibili per questa impresa. C’era in questa idea il rifiuto di fare ciascuno da sé. Invece scopro che vi presentate già con una carta del ‘Forum Sardo di Iniziativa Democratica’. Non pensate che in Sardegna esistano decine e decine di associazioni disponibili a un lavoro comune, a conoscersi innanzitutto, a parlare di tutto ciò che può essere utile per creare e ricostruire un qualcosa di sinistra? Se tutte le associazioni decidessero di muoversi in questo modo pensate davvero che si farebbero molti passi avanti?

Ecco ora la chiosa 

Caro Marco,

nessuno della redazione di Democraziaoggi ha votato Cappellacci, molti, credo, hanno fatto come te, seguendo il tuo ragionamento, altri voto disgiunto sempre nella sinistra, qualcuno, forse, astenuto.  Tuttavia ci sono migliaia di elettori di sinistra, che, per paura di una rielezione di Soru, hanno votato Cappellacci o si sono astenuti. Franco Branca in modo provocatorio ce  ne spiega anche oggi su questo sito le motivazioni. Fingiamo che non esistano? O ne prendiamo atto e cerchiamo d’indagarne le ragioni onde riconquistarli? Pensiamo, del resto, che questo comportamento sia solo parzialmente imputabile a loro, ma sia sopratutto la conseguenza di una proposta politica del centrosinistra assolutamente indigesta e innaturale. Presentare un modello istituzional-politico gheddafiano (il capo si autocandida, fa il suo listone in vista di comandare in giunta ed avere un Consiglio fidelizzato, e per poi controllare millimetricamente anche il partito e lo schieramento) all’elettorato di centrosinistra è veramente il colmo della temerarietà. E il risultato elettorale lo ha mostrato. Nel disegno istituzionale di Soru, non c’è molto di diverso dell’idea di Berlusconi che, prendendo atto di quanto già accade, oltre a nominare i deputati dall’alto, vuole anche esentarli dal voto, salvo che non intendano dissentire dal capogruppo (nel qual caso non ci si può far nulla, evidentemente). Noi, a differenza di molti compagni di sinistra, diciamo queste verità, senza infingimenti. E combattiamo per un’alternativa limpidamente democratica sul piano formale e sostanziale: il nostro orizzonte è la democrazia partecipativa (qualcosa di meno della democrazia consiliare gramsciana: ricordi il Manifesto rivista fine anni ‘60-primi anni ‘70?). 
Non ammicchiamo con chi nella sinistra ha votato Cappellaci o si è astenuto, applichiamo il vecchio credo, secondo cui, per crescere il gregge, bisogna pascere e custodire al meglio le pecorelle disciplinate, e però andare a cercare quelle smarrite. O, per stare, sempre in ambiente, vorremmo festeggiare il ritorno del figliol prodigo. Anche perché qui le pecorelle smarrite e i figlioli prodighi sono alcune centinaia di migliaia, considerando anche gli astenuti. E, ahinoi! il nostro gregge è sempre più striminzito. E per di più noi stessi, ormai, più che buoni pastori ci sentiamo percorelle smarrite
Quanto al Forum alcuni di noi stanno raccogliendo alcune idee per lanciarlo, sollecitati da più parti. Ma vuole essere più che l’ennesima associazione uno spazio d’iniziativa democratica (quindi di dibattito e, se possibile, anche di azione, senza alcuna velleità partitica e ancor meno elettorale) molto aperto che raccolga, senza vincoli di adesione, quanti vogliono impegnarsi o già lo fanno in associazioni, partiti democratici o, come nel tuo caso, animando meritoriamente un autorevole periodico online e un’associazione. Certo il pericolo che tu paventi esiste (creare l’ennesima associazione), ma vorremmo insieme provare ad evitarlo. Quindi minima struttura e tutto incentrato sullo sviluppo dell’agenda (non a caso, non parliamo di programma), che, periodicamente fissiamo, in relazione ai temi caldi. Il Forum, insomma, più che sovrapporsi, dovrebbe essere un luogo che consente di creare un contatto e valorizzare le molteplici sedi in cui già la sinistra riflette e  si esprime. E così, buttate giù alcune idee, dovremmo provocare il massimo d’apertura onde coinvolgere il massimo dei democratici. Il tuo intervento, che è segno d’attenzione, lascia ben sperare in una tua partecipazione. (a.p.)

3 commenti

  • 1 Quesada
    12 Marzo 2009 - 08:56

    Apprezzabili i valori che ispirano Marco Ligas.
    Quanti di questi valori ha ritrovato in Soru?

  • 2 francesco cocco
    12 Marzo 2009 - 09:38

    Caro Marco, ricordare grandi fatti storici (accordo Molotov-Ribbentrop, fatti d’Ungheria, nascita del sardo-fascismo) può darsi sia esagerato ma credo possa aiutarci a capire chiaramente la grande confusione del momento presente e la necessità di tenerci ancorati ai principi se non vogliamo iniziare un percorso perverso. Sai bene che molti compagni , di assoluta onestà intellettuale e fede democratica, non hanno avvertito il processo di degrado della sinistra al quale certi provvedimenti stavano portando e comunque avrebbero ulteriormente portato la nostra democrazia autonomistica. A te sembra paradossale ma la logica, con i dovuti distinguo del momento storico, è la stessa del sardo-fascismo.

  • 3 M.P.
    14 Marzo 2009 - 09:58

    Quando si parla di politica, bisogna sforzarsi di essere chiari, e l’incipit del primo punto chiaro non lo è.
    Che cosa significa “non disperdere il voto”? Il voto deve esprimere la volontà dell’elettore, dunque chi “non è stato mai convinto dalla politica di Soru”, questo doveva far emergere, col proprio voto. Altrimenti sono parole al vento.
    Come esprimere tale disagio? Non votando Soru, naturalmente; votando, come suggerisce lo stesso articolista, Rifondazione e Sale o Sollai o Balia. Ma così si avvantaggiava Cappellacci? Allora mettiti d’accordo con te stesso, prima di andare al voto.
    Se invece non vi fosse questa scappatoia, se i contendenti fossero stati solo due, il problema sarebbe stato diverso. Allora, cosa che io non approvo e non ho mai fatto, scheda nulla o bianca. E’ un modo “impreciso e parziale” di esprimersi, ma anche quello ha senso e significato. E’ più coerente che non “tradire” la propria volontà.
    Soru non è causa della crisi, che ha radici lontane? Quel tipo di crisi è in atto sempre, non avrà mai fine. Qui si tratta di “colpo di grazia” alla Sinistra, con Sansone; chi non l’avesse capito prima, almeno adesso deve pur prenderne atto, riflettendo sulle macerie. L’ultima trovata di Berlusconi? Nessuno ha bisogno di trovate per capire chi è, poiché lo si conosce da quasi vent’anni! Dunque per combatterlo dobbiamo sottostare allo “scarpone sul collo”? NO, meglio Cappellacci e un Consiglio Regionale variegato e complesso, con quei Sardisti “Quattro mUori” che all’occorrenza riprenderebbero vita.
    Il Forum non è che un modo come un altro per riunirsi e trovare una via nuova comune, spero SARDA.
    Alle pecorelle troppo disciplinate preferisco quelle che, cercando, talvolta si smarriscono. Il guaio è che, come dice Pubusa, anche i pastori sembrano smarriti. Ma direi i capibranco; perché il PASTORE SMARRITO è stato abbandonato da una gran parte delle sue pecorelle poco disciplinate.

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