Amsicora
E’ proprio vera la teoria di Darwin sull’evoluzione della specie! Guardate me. Non mi riconosco! Ormai mi sono abituato a stare intruppato fra gli ombrelloni. Non ci faccio più caso. Sono rassegnato. I bei tempi dello splendido isolamento fra i cumuli di alghe spiaggiati da un vento amico sono un bel ricordo, come quelli di gioventù. A evocarli tutto ti sembra rosa e bello, anche se forse non era proprio così. Fatto sta che stavolta ho vicini a me al di sotto di ogni distanza di sicurezza una coppia con sedie da mare e robusta borsa frigo. Si vede che al mare preferiscono magnare e bere più che fare lunghe e salutari nuotate. “Dammi la coca ” fa lei al marito, che, paziente, esegue e le porge la bottiglia. Lei è sulla cinquantina, grassa, latteria strabordante e natiche e coscie robuste, come un elefantino. Lui sembra un impiegato del catasto di una volta. Ha un contegno che tradisce un’alta considerazione di sé e del suo ruolo. Magari in paese è applicato comunale. Sai com’è, coi tempi che corrono, uno stipendio sicuro e la pensione a fine corsa è una bella sicurezza! Io mi avvento con curiosità all’articolo di Fabio Vernier dal titolo intrigante “Sinistra. Senza opposizione gode il governo Salvini-Di Maio“. Scrive il nostro: “Occorre parlare ai nuovi poveri di oggi, ai flessibili, ai non-garantiti, ai senza lavoro, senza diritti, senza pensioni”. “Costruire un blocco storico, sociale e politico. Le possibilità di successo del processo costituente del nuovo partito della sinistra italiana dipendono appunto dalla capacità di saldare progetto politico e paese reale“. Una parola! “Non è questione né di ideologia né di politicismo, ma di fare la sinistra che serve qui e ora“. Minchia!, dico fra me e me, questo compagno non scherza, fa sul serio. “Qui ed ora”, mica domani o chissà quando! Ma non faccio in tempo a immergermi nella riflessione che la signora accanto, quella della coca cola, ferma una sengalese, che ha più vestiti che capelli: “senti! Hawua, fammi vedere quello!” E indica un indumento rosso. E fa per indossarlo quando sento a fianco a me il marito ringhiare: “Cosa lo misuri a fare? Ti sta male!” La moglie non ci fa caso, forse è abituata a queste reazioni, e prosegue la contrattazione con la senegalese. E’ indecisa tra il bianco e il rosso. E il marito. “ti stanno male entrambi!… Lascia perdere! E poi quanti ne hai di quei vestiti e non te li metti mai!” Hawua è in imbarazzo, io fingo di non sentire, ma lui alza la voce. E’ incavolato, mentre la moglie si misura l’abito e si guarda per vedere l’effetto che fa. Lui poi mi fissa, quasi a invocare soccorso, una solidarietà da uomo a uomo. Io, alzo le mani al cielo e, goffamente, sotto voce “c’est la vie!“. E lui, di rimando, “Sa quanti ne ha in casa più o meno uguali? Una decina! E non se li mette mai“. Coinvolto, cerco di tenermi neutro: ” Sa le donne…son fatte così“, bisbiglio, banalmente, per non suscitare le ire della donna. Ma proprio in quell’istante, ecco che passa una ragazza con un vestito simile e Hawua, con furbizia tipicamente femminile, “guarda come sta bene!“, esclama rivolta al marito. E ci credo! Quella ragazza è splendida, un figurino, tutte le misure giuste, proporzionate. Ma come facevi a dire che, invece, la grassona in trattativa era l’esatto contrario. Il marito tace. Non può fare paragoni impietosi. Momento d’imbarazzo. Ed io che ormai sono della partita. “Ma quella signorina è molto abbronzata, e per questo le dona; senza abbronzatura, chissà…“. Il marito irrompe: “abbronzatura o no, di quell’indumento non ne fa nulla! Mia moglie compra a caso, quando vede una vetrina corre come le mosche al miele”. “Candu de S. Anna Arresi bandara a Carbonia, pitzuada sempri e deu pagu. E se va a Cagliari, sembra impazzita! Non si perde un negozio tra Corso Garibaldi e via Alghero…“. Boh, all’inizio ho pensato che fosse salviniano, come quel fesso col cane dell’altro giorno, niente contrattazioni con neri, “prima gli italiani!”. Ma forse è solo coglione. Oppure ha ragione, la moglie compra tanto per comprare, senza nessuna utilità o criterio. Boh! Può anche darsi che lo faccia per aiutare quella donna nera con al seguito un bel bambino di quattro anni, Saliu. Chissà!? Bel rompicapo, situazione imbarazzante ed io, mio malgrado, sono divenuto quasi un arbitro. Che fare? Istintivamente ho una buona pensata. Guardo il mio vicino di ombrellone: “A quest’ora calano gli zuccheri, ci vuole un buon caffè o un marocchino“. L’uomo s’alza di scatto e viene con me nel chiosco lì di fronte. Ho evitato una rissa, Hawa ha venduto il vestito, Saliu è felice, la riflessione su ciò che occorre alla sinistra “qui ed ora”…a domani!
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