Caro Andrea, aveva ragione mio zio: i sardi sono servi

16 Marzo 2009
4 Commenti


A.P.

Prologo

Un amico, alto funzionario al Ministero della Giustizia, e mio vecchio collega di Corso all’Università, da sempre elettore di sinistra, mi aveva invitato a votare Soru, lasciando da parte ogni mia pregiudiziale democratica e di merito. La corrispondenza via mail è ripresa dopo le elezioni, ed è significativa di un modo di pensare diffuso, fra i sostenitori di Soru, anche di quelli più colti e intelligenti: attribuire le ragioni della sconfitta della Lista Soru agli elettori, con una speciale dose di risentimento sprezzante verso gli intellettuali che hanno contrastato la pretesa autocratica e solipsistica del  seddorese. In taluni questo atteggiamento si estende addirittura agli operai dei poli industriali in crisi per la loro massiccia astensione: ora vengono licenziati? Imparano a non aver votato Soru! Insomma, il tracollo è imputabile ai “governati” anziché al governante.
Vale la pena, perciò dare testimonianza di questo umore, come contributo alla comprensione di un fenomeno, che occorre subito superare per spingere l’analisi più a fondo in vista di una ricostruzione.

Caro Andrea,
Come avevo previsto il risultato dell’offensiva contro Soru è stato
quello di consegnare il territorio della Sardegna a un ruolo primario
nella cementificazione e distruzione dell’Italia tutta
Giuseppe

Risposta:

Caro Giuseppe,
la disfatta di Soru era largamente prevedibile e prevista, e non è la
conseguenze della critica di settori democratici, ma del fatto ch’egli
non ha ascoltato per tempo queste critiche, mosse fin da quando era
possibile ogni correzione e aggiustamento.. E’ dunque causa della sua
politica impopolare e della sua condotta ostentatamente autoritaria,
invisa a larga parte dello stesso elettorato che nel 2004 lo ha votato
con entusiasmo. Del resto, l’astensione è stata così ampia ed il voto è
stato così negativo da non lasciare dubbi. In “continente” siete
rimasti sorpresi perché di Soru avevate l’immagine che lui, tramite i
media, dava di sé, qui invece si conosceva il suo volto reale.
Comunque, ne parleremo a voce.
Cari saluti. Andrea

Replica

Caro Andrea,

Sei afflitto da complesso di persecuzione (per Soru)! Quando il
pericolo è troppo grande bisogna passar sopra ogni altra cosa.
Berlusconi è il peggio ed è (dovresti capirlo) peggio, dico peggio,
dello stesso fascismo, che, almeno, ci aveva costretti con la paura
della violenza fisica e che non aveva questa potenza distruttiva. Vedi
come la oscena vittoria che ha riportato in Sardegna lo ha
ulteriormente rinvigorito: la cosa annunciata in questi giorni vuol
dire distruzione di quanto c’è ancora di bello nel territorio
italiano, espansione al massimo della corruzione, rinuncia a puntare
su una rinascita dell’industria seria e soprattutto di una nuova
politica dell’ambiente come vera via per uscire dalla crisi. E
Cappellacci gli va immediatamente incontro con una decisione, per ora
solitaria (ma non lo sarà), di aprire a tutto ciò la strada.
Ma ogni argomentare specifico restringe il giudizio: su B. prima di
tutto, su cui la serie degli attacchi non può che essere infinita.
Sebbene bisogni aver comprensione per chi sotto la scure della crisi
(forse, gli operai del Sulcis e di Porto Torres) ha ceduto
all’illusione, non si può non disprezzare tutti quei sardi che lo
hanno votato o con l’astensione agevolato: le donne, per esempio, che
hanno chiuso gli occhi di fronte alle cose oscene che B. ha detto sul
corpo dell’Englaro, i costruttori e i proprietari di suoli a cui C. -
come si vedeva nel servizio della Sette - stringeva la mano dicendo
con formidabile chiarezza: prepari il mattone e il cemento. Aveva
ragione un mio vecchio zio - profondo conoscitore della nostra Isola -
 di dire che i sardi nella loro maggioranza sono servi;  e servi gli italiani
che ancora una volta praticano il “Franza o Spagna purché se magna”: e
non si magnerà. Da questo bisogna partire per ogni giudizio - che
naturalmente deve tener conto di ogni elemento - e gli intellettuali che
non lo hanno capito e ancora dopo la prova non vogliono ammetterlo non
fanno uso della ragione ma di una passione stolta.
Giuseppe

Finale

 Sono sorpeso. Potrei replicare. Potrei ancora spiegare che sono i servi compiacenti che hanno rovinato Soru e, con lui, il centrosinistra. Che noi, proprio perché non lo siamo, lo abbiamo messo in guardia da tempo. Che, se la mettiamo sul piano del risentimento, siamo noi della sinistra non soriana ad essere incavolati, perché l’ex Presidente e i suoi fedeli in cinque anni hanno distrutto quanto alcune generazioni (e un po’ anche noi) abbiamo contribuito a costruire a sinistra. Che un disastro di questa portata deve avere ragioni più profonde che l’ansia del mattone o il servilismo dei sardi. Che forse qualche difetto c’è stato anche nel leader del centrosinistra, se è stato battuto così sonoramente dal signor nessuno. Forse l’affaire Saatchi. E tante altre cose. Lo farò. Ma ora, siccome all’amicizia tengo più di ogni altra cosa, incasso il disprezzo, lo “stolto” e, in condominio con voi tutti, il “servo” e non rispondo. Del resto anche una persona che ammiro moltissimo come Sabrina Guzzanti ha confessato in una intervista “di essere molto delusa dei sardi”, che hanno voltato le spalle ad una persona “capace ed affidabile” (Soru) “pur di costruire quattro schifosissime case di cemento”.  Dunque qualcosa di vero ci dev’essere, anche se a noi non sembra. Del resto, si sà, il cornuto è sempre l’ultimo a saperlo e a capirlo. E poi ora dobbiamo guardare avanti, e più che stigmatizzare gli errori (anche solo di analisi) altrui è bene essere molto propositivi e virtuosi per il futuro. Così si potrà riprendere a dialogare e a costruire.

4 commenti

  • 1 M.P.
    16 Marzo 2009 - 10:31

    Ho l’impressione che non si possa assolutamente guardare e andare avanti senza aver prima risolto il dilemma che ci perseguita.
    Che ci sia DIFETTO DI COMUNICAZIONE ?
    Una contrapposizione così netta non mi sembra normale. Purtroppo bisognerà armarsi di pazienza e riprendere tutto dall’inizio, fino alla noia, pur di riuscire ad individuare l’inghippo che non permette un qualche punto d’incontro. CONCRETO.
    Credo che ne valga la pena.

  • 2 A. Nieddu
    16 Marzo 2009 - 13:37

    Credo che da parte di Soru non vi sia stato alcun difetto di comunicazione; è stato, anzi, molto abile nel bucare il muro di silenzio, di non conoscenza, che avvolge la Sardegna, proiettando di se l’immagine più accattivante.
    Se alle ultime elezioni regionali avessero , per assurdo, votato tutti gli italiani, Soru avrebbe vinto alla grande; per fortuna hanno votato solo i sardi
    che conoscono le loro cose più da vicino.
    Anche io vivo fuori dalla Sardegna, ma tutti i giorni vado a visitare i siti che se ne occupano, a cominciare dalla rassegna stampa della della Regione,
    per finire, persino, con l’Altra Voce.
    Sono quasi sicuro che Sabina Guzzanti non fa altrettanto; le sue parole sui Sardi e sulla “persona seria e affidabile” sono solo frutto di informazione
    abilmente mediata e tradiscono un interesse superficiale, o meglio un disinteresse, per le cose della nostra Isola.

  • 3 M.P.
    16 Marzo 2009 - 13:56

    Chiedo scusa, intendevo DIFFICOLTA DI COMUNICAZIONE FRA DI NOI, FRA SARDI “DI SINISTRA” che, escludendo Soru, mi pare che la pensino allo stesso modo.

  • 4 Sergio Ravaioli
    16 Marzo 2009 - 16:47

    Un concetto della fisica piuttosto usato in politica è quello di entropia, che con un po’ di approssimazione potremmo definire come energia degradata, dissipata in quanto incapace di produrre lavoro utile (tecnicamente basterebbe dire lavoro).
    La mia paura sui tentativi di operare un chiarimento all’interno della sinistra (specie in Sardegna dopo il ciclone Soru) è quella di aumentare sempre di più l’entropia.

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