Red
I condoni? Per il Cavaliere costituiscono un’attrazione fatale, troppo forte per resistervi. E dunque via libera a un sostanzioso aumento delle cubature di tutto il patrimonio edilizio esistente, una liberalizzazione spinta delle norme per costruire. C’è però una misura perequativa. Prima si consentiva il condono a chi già avevano abusato, oggi si può abusare anche, per così dire, in contemporanea, in diretta. E così colpo di spugna per il pregresso e colpo di spugna per chi vuole approfittare dell’occasione: una stanza in più non si nega a nessuno. E niente discriminazioni in danno degli onesti e dei timorosi della legge: perequazione perfetta!
”Un’importantissima iniziativa sull’edilizia” che avrà ”effetti eccezionali sulla casa”, annuncia trionfante il presidente Silvio Berlusconi, spiegando che sarà una delle misure per rilanciare l’economia.
Di cosa si tratta? Il governo intende approvare una legge quadro seguita da leggi da far approvare a tutte le Regioni del centrodestra, in testa Veneto, Lombardia e Sicilia, ma - potete contarci - ci sarà anche la Sardegna, per consentire di aumentare del 20% la cubatura degli immobili esistenti, sia nel caso di edilizia residenziale che commerciale; del 30% nel caso di abbattimento e ricostruzione di edifici obsoleti; del 35% nel caso il nuovo edificio sia ricostruito con le regole della bioedilizia e del risparmio energetico. Il progetto introduce una ”concertazione preventiva” su ogni procedura edilizia, disegna un rapporto nuovo fra privati e pubblica amministrazione, che quasi sopprime quest’ultima. Infatti, si contrabbanda per amministrazione consensuale una vera e propria legalizzazione di un accordo truffaldino nei riguardi della disciplina edilizia vigente. E per di più escludendo l’amministrazione. Infatti, il piatto forte è una certificazione di conformità, da rendere con perizia giurata di un tecnico di parte al posto del permesso a costruire. E così l’aumento di cubatura per le nuove costruzioni, al pari dell’aumento di cubatura per quelle esistenti sarà autorizzato non più dall’ufficio tecnico comunale, ma da un architetto o ingegnere, incaricato dal privato. Una bella trovata: gli studi professionali privati si sostituiranno agli attuali uffici comunali di edilizia.
Annuncia a gran voce il governo: la norma taglierà drasticamente i tempi per costruire. Li taglia a tal punto che quando l’ingegnere del privato rilascerà il permesso per costruire l’opera può essere già realizzata …abusivamente!
E poi non veniteci a dire che Berlusconi non è un grande procacciatore d’affari? Vedrete quante concessioni farà vendere da ingegneri, architetetti e geometri. A custodire il territorio non ci saranno più neanche gli uffici tecnici comunali. Non ci sarà neppure da rimpolpare gli organici. Che risparmio della spesa pubblica! Sarà contentissimo anche Brunetta. E Sacconi. Questa sì che è semplificazione dell’amministrazione!
1 commento
1 Marcello Desole
9 Marzo 2009 - 11:54
“E così l’aumento di cubatura per le nuove costruzioni, al pari dell’aumento di cubatura per quelle esistenti sarà autorizzato non più dall’ufficio tecnico comunale, ma da un architetto o ingegnere, incaricato dal privato. Una bella trovata: gli studi professionali privati si sostituiranno agli attuali uffici comunali di edilizia.”
E’ questo l’aspetto che mi lascia più perplesso, era tra l’altro una possibilità che voleva istituire la Giunta Soru. Il professionista che certifica la congruità dell’opera rispetto alle norme permettendo un più sbrigativo avvio del cantiere. Si è fatta una campagna democratica sulla pericolosità e l’abuso della deroga alle regole di pianificazione territoriale - attuata anche dalla Giunta Soru all’interno del Piano Paesaggistico - e ora ci ritroviamo con queste possibili “corsie alternative”.
Sull’aumento di cubatura e gli sgravi fiscali da destinare a ristrutturazioni e ricostruzioni che rendano i manufatti energeticamente efficienti, è una delle possibilie vie per fare in modo che i piccoli imprenditori e i privati possano cooperare a questa rigenerazione urbana. Altrimenti non vedo dove si potrebbero trovare i fondi o le motivazioni a rigenerare il vetusto ed obsoleto. Rimarrebbero solo i grandi capitalisti o il consumo del territorio attraverso le nuove edificazioni. Sarebbe aupsicabile però che questo ragionamento potesse essere modulato ed attuato non con una liberalizzazione selvaggia - che sa tanto di misura di emergenza per la crisi economica - quanto con la possibilità di efficienti piani attuativi, concertati tra i privati, il team di tecnici di questi ultimi che è bene imparino a cooperare, e l’amministrazione pubblica ma sempre dentro un quadro di sviluppo sociecomico di tutti i territori, ricreando quindi le possibilità di attrattiva per i territori in via di spopolamento attraverso la creazione del lavoro duraturo, non solo tramite l’abitazione energeticamente efficiente.
Lascia un commento