Aquarius: le Carte italiana ed europea impongono l’accoglienza

11 Giugno 2018
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Andrea Pubusa

La vicenda dell’Aquarius non può che avere un’unica soluzione: la nave deve attraccare in un porto europeo. Per l’Italia e per l’Europa esistono norme di rango costituzionale dove lo stesso concetto di “straniero” scompare quando vengono in considerazione i diritti fondamentali. Diritti della persona appunto, a prescindere dalla condizione sociale o dalla pelle o dalla provenienza.
Ricordo che nell’ottobre del 2009 si svolse a Cagliari il Congresso annuale dei costituzionalisti sulla nozione di straniero e Valerio Onida in una dotta e appassionata relazione pose alcuni punti fermi. Nelle Carte successive al 1945 la proclamazione dei diritti umani universali fa perdere centralità alla cittadinanza. Il riconoscimento di un nucleo di diritti inviolabili comuni a tutti gli esseri umani rende più problematica e meno giustificabile la differenza cittadino/non cittadino. I diritti del cittadino sono oggi sempre più diritti dell’uomo. L’universalizzazione dei diritti nata con l’ONU e le giurisprudenze sovranazionali, che operano in nome dei diritti sovranazionali, cambia radicalmente il panorama.
Del resto oggi, nell’era della globalizzazione, le migrazioni di massa sono volte non più a popolare nuove terre e a costituire nuove nazionalità, ma dirette verso territori popolati e sviluppati, spinte dalle disuguaglianze nell’accesso alle risorse economiche. Ecco perché il nostro paese è divenuto da terra di emigranti, terra di immigrazione ed ecco perché la Costituzione repubblicana, scritta nel 1947, sancisce la libertà di emigrazione e la tutela del lavoro italiano all’estero (art. 35), ma si disinteressa totalmente dei problemi della immigrazione. C’è però il richiamo al diritto d’asilo, di matrice politica e non economica (art. 10) e qui viene evocato il dovere di solidarietà che si collega coi diritti fondamentali della persona dell’art. 2. L’Italia dunque non può respingere e deve accogliere. Ma gli stessi principi valgono per l’Europa, che è la patria dei diritti dell’uomo. Ed è chiaro che l’accoglienza deve riguardare e investire tutti. L’Italia fa bene a sollevare il problema a livello continentale. Ma i toni razzisti e da bullo di Salvini vanno rigettati. Compromettono più che aiutare la soluzione europea del problema. Fanno regredire la coscienza civile degli italiani.
Sulle migrazioni si gioca una partita storica e le sorti stesse dell’Europa. Bisogna scendere subito in campo perché prevalga la elaborazione migliore del Vecchio continente, quella delle libertà, dell’eguaglianza e della fraternità. Bisogna sbarrare la strada alla barbarie razzista, che purtroppo ha avuto in Europa tragici precedenti. In questo - sia ben chiaro - non esistono maggioranze o opposizioni. Soni questioni basilari che non sono soggette a logiche di schieramento.

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