A.P.
Come vi ho detto, d’ora innanzi farò come ho fatto dal 28 aprile del 1971, ogni giorno, prima di tutto, leggerò il Manifesto, di cui mi onoro di essere coofondatore con Ligas e altri. Ma, ahime!, mentre per quarant’anni ho provato gioia, oggi mi sento a disagio.
Udite, cosa dice oggi Andrea Fabozzi sulla replica del premier alla Camera. “Conte riempie la replica di gaffe“. E perché mai? Perché il presidente del Consiglio “non ricorda” il “congiunto” del presidente della Repubblica ucciso dalla mafia. Di più perché afferma di avere “piena consapevolezza” dei principi costituzionali e di volerli rispettare, e, qui, udite! udite! si sbaglia sul “principio di colpevolezza”.
Ora, per la prima e la terza osservazione, se di gaffe si vuol parlare è più di Fabozzi che di Conte. La solidarietà a Mattarella, contro chi ha evocato sul web stupidamente l’uccisione del fratello, è stato un fatto positivo. Non ha detto il nome di Piersanti. A me è sembrato più pudore che dimenticanza, e comunque per nulla un gesto di disattenzione o di offesa. Il giornalista cita la critica di Del Rio sul punto, che null’altro di mostra che è privo di argomenti. Come la dimenticanza di un “non” nel principio di non colpevolezza. Un appiglio infantile. Suvvia! Conte è un prof. universitario di diritto, con una produzione “costituzionalmente orientata”. Un lapsus evidente, non una gaffe!
Sulla Costituzione da Fabozzi mi sarei aspettato sarcasmo verso De Rio, anziché verso Conte. Perché il premier ci ha rassisurato nel dirci che sta bene nella Costituzione e dunque ci ha tolto gli incubi che ci hanno dato Letta jr. e ancor più Renzi coi tentativi di scasso. Possibile che, con tutto ciò che abbiamo subito nel 2016 sul fronte costituzionale, Fabozzi non colga la valenza rassicurante di questa dichiarazione. e non ricordi che se il NO ha vinto molto merito spetta alla generosa battaglia dei 5 Stelle a difesa della Carta.
E sul conflitto d’interesse? Fabozzi non cazzia i dem che fanno gazzarra ma Conte quando lo evoca e dice di volerlo disciplinare. Eppure era facile ricordare che i dem non l’hanno impedito. Conte poi ha detto, citando un libro di Guido Rossi intitolato “Conflitto epidemico“, una cosa tanto evidente da essere incontestabile, e cioè che il conflitto d’interessi è più diffuso di quanto non si pensi, ritrovandosi anche nelle pieghe delle nostre attività quotidiane. Ma - ha anche aggiunto - è un cancro che mina le azioni di molti funzionari pubblici e, dunque va colpito proprio in nome del principiocstituzionale d’imparzialità. Parole sante! Musica per le persone di sinistra e per quelle semplicemente oneste.
Semmai ci sono altri punti problematici nel programma, la flat tax, ad esempio, per i suoi risvolti negativi anche in sede regionale, come acutamente nota Tonino Dessì in questo blog oggi, e gli atteggiamenti scomposti e da sceriffo di Salvini. Al contraio di Conte, che è persona educata e garbata anche nel porgere i suoi argomenti. Più signore di Renzi, o no?
1 commento
1 Aladin
8 Giugno 2018 - 13:13
Una bella e condivisibile riflessione politica di Raniero La Valle, ripresa da Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=83609
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