Andrea Pubusa
Se pensate che Napolitano non diede l’incarico a Bersani, si comprende perché Mattarella non ha dato via libera al Prof. Conte. Il problema non è Conte perché già Monti e Renzi non erano stati investiti con le elezioni. Non era la Lega perché ha già fatto parte di molti governi. Non è Savona, già ministro con Ciampi e uomo dell’establihment, già repubblicano e collaboratore di La Malfa e di altre istituzioni o enti che ha anche presieduto (in Sardegna il CIS). La conventio ad excludendum è contro il M5S, che non si vuole al governo del Paese. L’attacco è al corpo elettorale e al Parlamento. E il Presidente ne ha spiegato anche la ragione: le pressioni degli ambienti europei e delle potenze economico-finanziarie che hanno messo in campo tutto l’armamentario ben noto: spread, tassi, bond e così via. Ora su tutte queste questioni il corpo elettorale ha espresso il proprio orientamento col voto del 4 marzo, punendo chi ha creato questa situazione e chiedendo di rimettere in discussione dalle fondamenta la politica economica ed internazionale di questi anni. Mattarella sovrappone il proprio orientamento politico a quello del corpo elettorale. Dice di voler salvaguardare gli italiani. Ma da dove prende ispirazione? Dallo Spirito Santo? In realtà il presidente deve tutelare la regolarità delle procedure avendo a riferimento la fiducia e il voto, non rieditando un indirizzo politico (quello del PD), che è stato battuto alle elezioni. Del resto, Mattarella ha anche indicato che ciò che non gli piace è la politica in favore dei ceti subalterni e la volontà di rimettere in discussione la politica europea, che effettivamente piace a pochi.
Che succede ora? Si va all’avventura. Ciò che si capisce è che si vuole creare confusione nella speranza di un governo del centro destra o si tenta di resuscitare il PD. Che il Paese sia oramai allo sbando è evidente. Del resto è dal 2011 che si va avanti a colpi di mano. Bersani non fu inaricato perché non aveva la maggioranza in Parlmento, Di Maio e Salvini vengono bloccati ancorché abbiano programma, ministri e maggioranza. E ciò che è peggio, provocatorio è l’incarico a Cottarelli, la cui politica è opposta a quella emersa dal voto e sicuramente non ha alcuna maggioranza. Conte non è stato eletto, e Cottarelli? Sconcertante! Mattarella incarica e invia alle Camere un governo senza maggioranza, con un incaricato non eletto e neanche designato da forze parlamentari, dopo averne bloccato uno con maggioranza certa!
La situazione e’ pesante. Occorre ferma calma vigilanza, una tranquilla ma fortissima mobilitazione. Dobbiamo sapere che la Costituzione è ancora sotto attacco. Nel nostro Paese il voto e le elezioni non servono. Conta l’oligarchia al potere interno e internazionale. Prepariamoci a batterci per la centralità della sovranità popolare e del Parlamento. Dasubito, da domani.
5 commenti
1 Carlo Dore jr.
27 Maggio 2018 - 22:21
Premesso che, in queste ore, stiamo leggendo e ascoltando di tutto (opinioni condivisbili, non condivisibili ma comunque sensate, vaniloqui di leoni da tastiera e di picchiatori a ore arruolati nelle fila di maggioranza e opposizione), proviamo a mettere un pò di ordine.
A mio avviso, il Presidente Mattarella ha assunto una decisione tecnicamente ineccepibile, sulla base di argomenti discutibili. Se infatti è vero che il Presidente della Repubblica nomina i Ministri su proposta del Presidente del Consiglio (art. 92, cpv., della Costituzione), non è meno vero che questa proposta non può tradursi in una brutale imposizione nei confronti del Capo dello Stato ad opera dei partiti di maggioranza. I riferimenti ad un “golpe del Quirinale” appaiono dunque completamente fuor di logica, quasi quanto le posizioni di coloro che, facendo reiteratamente appello al “contratto di governo”, dimostrano di equiparare il governo del Paese ad una compravendita di patate.
Ciò chiarito, veniamo agli argomenti individuati a supporto di questa decisione: argomenti di cui ho già segnalato le opacità. Nell’esercitare il potere di nomina dei Ministri, il Presidente della Repubblica non può applicare logiche di tipo politico (e dunque mettere in discussione le idee di un ministro in pectore), ma trovare la propria stella polare - oltre in quelle “ragioni di opportunità” che indussero Scalfaro a dissuadere in Presidente incaricato Berlusconi dal proporre la nomina del proprio avvocato a Ministro della Giustizia - nel dettato della Costituzione. Ecco, più che alla generica necessità di tutelare “il risparmio degli Italiani” e di scongiurare le reazioni di determinati ambienti economico-finanziari, il Capo dello Stato avrebbe fatto meglio a richiamare l’art. 11 della Carta, che legittima le “limitazioni di sovranità” conseguenti alla stipulazione dei Trattati da cui l’Euro trae vita, e a precisare come le imposizioni a cui ho in precedenza fatto cenno non siano in alcun modo compatibili con il principio della leale collaborazione tra i poteri dello Stato a cui la Corte Costituzionale ha più volte fatto riferimento.
(post copiato dalla mia bacheca Facebook, da non considerarsi risposta diretta all’articolo di cui sopra, che ovviamente annovero tra le “opinioni rispettabili, ancorché dal mio punto di vista non condivisibili”)
2 Mino Franco
28 Maggio 2018 - 10:39
Sarebbe bastato sostituire il nome di Savona con quello di Giorgetti per far partire il Governo.
3 mattia
28 Maggio 2018 - 14:59
Conte avrebbe potuto sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri per valutare la sostanziale competenza di nomina e i limiti dei poteri del PdR e del PdCM.
4 Michele Viola
29 Maggio 2018 - 07:47
Sono d’accordo con Prof. Pubusa. Da domenica il Paese è sotto schiaffo. Il Popolo ed il Parlamento sono stati esautorati da colui che dovrebbe esserne il garante.
5 Nicola
29 Maggio 2018 - 07:57
Si. Ma anche mettendo da parte il modus operandi di Mattarella, Giorgetti non voleva farlo.
Risposta
Ho sentito Giorgetti alla TV e ha spiegato il suo no alla sostituzione di Savona. Molto pacatamente ha detto di sentirsi all’altezza sul piano interno, ma inadeguato su quello internazionale, dove invece Savona è ben conosciuto. Mi è sembrato u discorso onesto, molto serio a fronte della disinvoltura di ministri (Alfano ministro degli esteri! Fedeli all’istruzione! etc.) che hanno accettato di far cose più grandi di loro. Devo ammettere ch Giorgetti mi ha fatto un’ottima impressione. (a.p.)
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