Andrea Pubusa
Si è polemizzato molto, e a sproposito, sul curriculum di Giuseppe Conte. Per farmi un’idea personale, mi son preso la briga di vedere, secondo la prassi accademica, le sue pubblicazioni e di chiedere un giudizio ad un autorevole civlista del nostro Ateneo. Ecco i risultato.
Giuseppe Conte è un collega privatista, che non conosco. Fa parte di una generazione diversa dalla mia e, per di più, fra i diversi raggruppamenti disciplinari (il mio è quello giuspubblicista) i rapporti non sono stretti. Quindi non posso riferire valutazioni personali. Pur non essendo della disciplina, posso tuttavia farmi un giudizio sulla base dei titoli, ossia degli interessi scientifici del presidente incaricato, che già delineano le opzioni culturali di fondo.
Intanto una premessa, Conte è allievo di Guido Alpa, autorevole civilista, con molte pubblicazioni sul “contratto”; uno degli studiosi più attenti alle problematiche relative alla tutela dei consumatori. I titoli del presidente incaricato non monografici (ossia articoli e saggi in riviste e raccolte specializzate) risultano pubblicati in collaborazione con autorevoli studiosi del diritto privato. Da questi elementi si desume che è uno studioso di livello. L’oggetto dei suoi studi poi è diretto a indagare molti aspetti, per così dire sociali, del diritto civile, dalla tutela dei consumatori a quella dell’ambiente, alla riservatezza, ai rapporti fra coniugi. C’è poi un interesse verso la formazione dei giuristi e la professione forense, la qualcosa spiega anche la sua ormai celebre frase “sarò l’avvocato degli italiani“.
Conte si muove in una corrente culturale democratica ed è certamente uno studioso del “contratto” (figura centrale nel diritto civile), come è attestato da molti lavori e dalla monografia fresca di stampa su “La formazione del contratto“. E’ un attento studioso dell’impresa nelle relazioni con l’ambiente e nei suoi aspetti sociali (”Rischio d’impresa e tutela dell’ambiente. Nuovi paradigmi di governo delle decisioni e di ripartizione delle responsabilità“). Ancora significativa la monografia su La responsabilità d’impresa, che denota un interesse per gli aspetti aociali dell’attivita’ aziendale. Interessante anche il lavoro su Il danno non patrimoniale, nel prestigioso Trattato di diritto civile e commerciale, già diretto da A. Cicu e F. Messineo, L. Mengoni, continuato da Piero Schlesinger.
Si è occupato anche di responsabilità sanitaria, della ricerca universitaria e delle professioni intellettuali, con particolare riguardo a quella forense. Interessanti anche gli scritti sui “diritti individuali omogenei” nella disciplina dell’azione di classe (class action), indagando anche sulla tutela degli interessi collettivi.. Denota sempre una vocazione democratica lo studio su “Le regole del mercato finanziario”. Si è occupato delle luci e ombre della riforma universitaria con un articolo su “La riforma della disciplina sul reclutamento dei professori universitari”. Nella stessa direzione va la ricerca “I beni culturali nel diritto. Problemi e prospettive“. E ancora “Il diritto dei consumi. Aspetti e problemi.”
Riporto adesso una serie di titoli delle pubblicazione di Conte, che consentono al lettore, senza commento, di avere conferma della ottima produzione del prof. e insieme della bontà del suo contenuto: La costruzione del diritto dei consumatori; La disciplina dell’attività di impresa tra diritto, etica ed economia; La responsabilità sociale dell’impresa, Diritto ed economia tra regole di mercato e prospettive assiologiche di valutazione; La disciplina dell’attività d’impresa tra diritto, etica ed economia; Vincoli giuridici, princìpi economici e valori etici nello svolgimento dell’attività di impresa; Tra vocazione lucrativa e responsabilità sociale: il dibattito sugli scopi e sulla responsabilità dell’impresa; autori vari, Lezioni di diritto privato europeo.
Per completare il giudizio ho poi consultato un autorevole civilista del nostro Ateneo, uno studioso cagliaritano ma di chiara fama nazionale. Sono stato fortunato perché il mio amico-collega ha scrutinato Conte al momento dell’accesso nei ruoli universitari e poi ne ha seguito la produzione scientifica. Il giudizio è positivo: studioso operoso e diligente, persona per bene, misurata e garbata. Che non sia uno dei grandi maestri del nostro diritto è ben noto, ma è uno studioso di buon livello. Dunque, una persona la cui serietà non può essere messa in discussione dalle bufale sul curriculum. Succede spesso che un prof. si rechi all’estero per studiare. Lo si fa per accedere a volumi e scritti della dottrina straniera da noi introvabili. Dirlo nel curriculum, per chi sa leggere queste cose, significa affermare che si è preso contatto con una università straniera per accedere alla biblioteca o avere qualche scambio coi docenti del luogo. Scambi culturali interessanti. Punto.
Detto questo sul profilo di Conte come studioso, in questa vicenda non posso non rilevare, ancora una volta, il pregiudizio anti 5 stelle. Sul curriculum piatto di Renzi pochi ebbero da dire. anzi fu presentato come un fulmine di guerra, una sorta di deus ex machina, un portento. E, ahinoi!, se ne sono visti i risultati. E per Conte? Speriamo bene.
1 commento
1 Aladin
25 Maggio 2018 - 09:51
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=82978
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