Caro De Masi, se è di destra o di sinistra, si vedrà

11 Maggio 2018
2 Commenti


Andrea Pubusa

Abbiamo pubblicato un’intervista a Domenico De Masi  sul tentativo di formazione di un governo M5S/Lega. Il sociologo, allarmato, parla del governo più di destra della nostra storia repubblicana. Parole poi prontamente riprese degli ambienti del PD. Abbiamo pubblicato l’intervista non per condivisione, ma per alimentare il dibattito e dar conto delle valutazioni di autorevoli opinionisti, anche se diverse dalle nostre. Questo blog non è mai stato una parrocchia o una setta e non lo sarà neanche in questo difficile passaggio della vita nazionale. Largo, dunque, alle opinioni! C’è sempre diritto di replica.
Ora, con questo spirito, non voglio sminuire le considerazioni di De Masi, anzi le assumo come un utile allerta, ma avanzo - per dirla in giuridichese - alcune controdeduzioni. Anzitutto, il “contratto” M5S/Lega non si conosce- Quindi. dire che il governo è addirittura il più destrorso a memoria d’uomo, mi sembra imprudente, uno slogan propagandistico. Vediamo prima il contenuto e poi giudichiamo. Secondariamente, anche mettendocela tutta, è difficile andare più a destra degli ultimi governi a guida PD. La deriva del PD degli ultimi anni ci ha messo in balia del neoliberismo più spietato. Una prova? L’aumento stratoferico delle diseguaglianze, ormai giunte a livelli impensabili fino a qualche anno fa. Questo è il segno generale di una forte virata a destra. Una torsione mai vista neanche ai tempi della DC, che aveva nel suo seno molti settori di grande e sincera ispirazione sociale. Se questo è vero, è difficile ipotizzare qualcosa più di destra, anche se - purtoppo è vero - delle derive a destra non si conosce mai la fine. In questo quadro, tutte le iniziative legislative di marca PD sono state di segno antipopolare, dal Job Act alle pensioni, alla scuola, alla politica militare. A coronamento: la proposta di sfascio della Costituzione in chiave oligarchica. Il lavoro non è mai stato vilipeso come in questi anni di governi dem. E - a mio avviso - il tasso di democraticità di un paese si misura sul livello di rispetto dei lavoratori e dei loro diritti. In compensazione? Qualche mancia di 80 euro o simili amenità, elargite con enfasi da Renzi.
Il M5S ha difeso la Carta e ha avanzato molte misure popolari. Lo stesso reddito di cittadinanza si muove in quella direzione. De Masi ben sa che dietro questa proposta c’è una larga elaborazione di autorevoli economisti e che tende a dare risposta al fatto che la robotizzazione elimina il lavoro, ma accresce la ricchezza, e questa va distribuita equamente: Il reddito di cittadinanza risponde a questo fenomeno epocale. Il M5S ha avanzato anche altre lodevoli iniziative in favore della moralizzazione della vita pubblica, di eliminazione delle eccessive erogazioni in favore di una ragionevole perequazione, del risparmio di risorse e così via.
Il M5S ha sempre difeso la centralità del Parlamanto e Fico, nel discorso di insediamento, ha ribadito con forza questa propensione contro la sua sempre più evidente svalutazione. Insomma, i pentastellati sono stati in questi anni una tranquilla forza democratica, l’argine alle tendenze oligarchie e antirappresentative che hanno fatto perno al PD di Renzi.
Attendiamo, dunque, di vedere se quanto fatto e detto dai grillini passa nel contratto di governo. Dire che dal M5S possa sortire un esecutivo di destra quanti altri mai è dunque frutto di pregiudizio, non di sereno esame dei precedenti e del contesto.
Questo vuol dire che non ci sono motivi di allarme? No, ci sono, e sono grandi.  Ma sono legati sopratutto all’ombra lunga di B. sull’esecutivo. E’ condivisibile la posizione del Fatto quotidiano. Si tratta di fare in modo - dicono Travaglio e Padellaro - che Salvini rappresenti se stesso e la Lega, e non anche B. e il centrodestra. Qui si gioca la partita. Dobbiamo essere vigilanti? Sì, certamente e al massimo grado. Ma Grillo ha mostrato in questi anni scaltrezza non inferiore a quella degli altri attori. Anzi maggiore. Perché pensare che, dopo averli sbaragliati, in breve tempo, ora si faccia - come dice De Masi - sbranare da loro?

2 commenti

  • 1 Aladin
    11 Maggio 2018 - 21:57

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=82388

  • 2 Rosamaria Maggio
    12 Maggio 2018 - 08:03

    Caro Andrea, condivido la tua analisi ma che Salvini non sia di estrema destra non è un pregiudizio e quindi anche se giudicheremo il Contratto (gia’ questo termine non mi è mai piaciuto perche mi ricorda quello con gli ” italiani”) non vorrei essere al posto di qualche Parlamentare di sinistra dei 5stelle a votare la fiducia ad un governo con Salvini.

    Risposta
    Cara Rosa,
    credo che non la pensino come te gli interessati, che erano piu’ preoccupati dallo scioglimento anticipato! Il fatto e’ che non ci sono alternative. Puo’ darsi che nel programma prevalgano misure sociali in favore dell’elettorato popolare di M5S e Lega. Una inversione rispetto ai governi a guida PD a cui dobbiamo un duro attacco alla Costituzione e al lavoro e leggi antipopolari. Sembrera’ un paradosso, ma Renzi e’ piu’ pericoloso di Salvini, attacca ancora la Costituzione, mentre il leader leghista non lo fa e poi deve rispondere ai suoi elettori di base. Forse avremo qualche legge per i ceti svantaggiati. Almeno questa e’ la speranza. Del resto, tutti paventano misure popolari e spese a favore dei nuovi poveri e dintorni. Mi pare che le paure indichino che il governo potrebbe assumere un indirizzo contrario in materia sociale e quelli, devastanti, del PD. Vedremo.

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