Andrea Pubusa
Sapete l’ultima dalla Questura e dal Comune? Se volete organizzare una manifestazione, ad esempio per il 25 aprile, non dovete fare come dice la Costituzione ma come recita la circolare Gabrielli, che dà alle autorità preposte alla sicurezza e all’incolumità pubblica istruzioni sulle manifestazioni in luogo pubblico. E sapete cosa hanno tirato fuori? Dicono che, secondo questo atto del Ministero, se volete fare una manifestazione dovete presentare piani di sicurezza firmati da ingegneri abilitati, ingaggiare squadre di persone addestrate per garantire l’ordine, le squadre devono essere munite di pettorina e di capigruppo abilitati, perfino munirvi di furgoni (per sbarrare la strada a eventuali terrorist in camion?!).
Caro signor Questore, mi consenta, osservo anzitutto che la circolare è diretta alle Autorità responsabili della sicurezza pubblica, non agli organizzatori delle manifestazioni, in capo ai quali l’art. 17 Cost. pone solo l’obbligo di dare preavviso. Il dovere di garantir la sicurezza spetta alle forze dell’ordine. Lei, forse, è da molto che non lo legge. Eccolo: “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”. Come vede, signor Questore, delle riunioni in luogo pubblico dev’essere dato preavviso alle autorità, cioè solo informazione. E sa perché? Perché è lei che deve garantire la sicurezza o l’incolumità pubblica. Del resto, non è pagato per questo? Non è questa la sua mission? E, invece, lei sembra pretendere che dobbiamo essere noi a garantire la nostra e l’altrui sicurezza: Una sorta di sicurezza privata. sul modello delle ronde notturne che in molte città sostituiscono la forza pubblica. Ma la sua prospettiva è errata perché antepone la nota di Gabrielli alla Carta, su cui lei ha giurato e che è la legge fondamentale, superiore a tutte le altre e alla sua amata circolare, che non è neanche una leggina.
Questo strabismo giuridico impedisce anche di interpretare correttamente la circolare. Essa in realtà non pone, né potrebbe porre, condizioni alla liberta di riunione. Non può porre in capo agli organizzatori oneri ulteriori rispetto al preavviso. E, infatti, dalla circolare si rileva che gli organizzatori devono essere “invitati a regolare e monitorare gli accessi” onde evitare sovraffollamenti (fine pag. 1 - inizio pag. 2). “Invitare” non vuol dire obbligare, significa aprire un dialogo onde stabilire forme collaborative, come del resto si è sempre fatto.
Nel caso della manifestazione del 25 aprile, questa misura cautelare è pressocché superflua, poiché si conosce l’affluenza, mediamente immutata negli anni. Quest’anno non c’è ragione di pensare che la partecipazione si discosterà da quella dell’anno scorso. Quanto detto vale anche per i compiti di accoglienza e instradamento dei manifestanti, che non richiede, pertanto, alcun piano (v. punto 4, pag 2, della Circ.). Questi due incisi sono diretti ad eventi estemporanei o nuovi, di cui non è possibile prevedere l’entità. Manifestazioni ormai collaudate da decenni di svolgimento su iniziativa di organizzazioni democratiche ben note (ANPI, Sindacati ecc), rendono perfettamente prevedibile l’affollamento e lo svolgimento nonchè il contenuto e il tenore del corteo.
Pertanto, Signor Questore, sa cosa le consiglio amichevolmente? Ricevuto il preavviso, inviti ad un incontro il Comitato 25 aprile, onde esaminare, con spirito collaborativo, la natura e l’entità della manifestazione. In quella sede, senza formalismi o burocratismi, fermo restando che garantire la sicurezza è obbligo vostro, della forza pubblica, assumerei informazioni sul servizio d’ordine e le altre misure organizzative predisposte dal Comitato e assicurerei i raccordi e le forme collaborative fra organizzatori e le forze dell’ordine. Vedrà che andrà tutto nel migliore dei modi e i democratici cagliaritani sfileranno gioiosamente e tranquillamente come hanno sempre fatto per la festa della Liberazione.
Respingiamo con fermezza l’idea che la libertà di manifestazione sia condizionata ad adempimenti gravosi o impossibili per gli organizzatori. Una libertà è una libertà!
1 commento
1 Aladin
13 Aprile 2018 - 07:43
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=81154
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