Tonino Dessì
Art. 13
Lo Stato col concorso della Regione dispone un piano organico per favorire la rinascita economica e sociale dell’Isola.
Concordo con Andrea Pubusa sul fatto che i promotori dell’iniziativa abbiano trovato un percorso più corretto dal punto di vista formale e che l’interlocuzione in ambito siciliano non sia concettualmente incongrua.
Il testo dell’iniziativa legislativa popolare (se non vado errato volto al riconoscimento costituzionale degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità) è certamente meno stravagante del quesito referendario bocciato dall’apposito organo della Regione, benché un minimo di cultura del linguaggio costituzionale avrebbe dovuto suggerire un aggancio alla formula dell’articolo 3 (la Repubblica che “rimuove” gli ostacoli che limitano l’uguaglianza sostanziale).
Ma insomma, questo è un concetto che in itinere potrebbe essere recuperato.
Però.
Però un’iniziativa che al massimo può riportare il testo costituzionale al contenuto dell’articolo 119 precedente la riforma del Titolo V del 2001 ha il sapore dell’intempestività, della retroguardia.
Però non riesco a superare per parte mia una forte diffidenza verso nuove iniziative di modifica della Costituzione: quello costituzionale è un terreno che lascerei raffreddare e decantare per un tempo congruo. Non si sa mai.
Inoltre non riesco a dimenticare che tutte le iniziative prese da questo soggetto anfibio denominato “Riformatori” -riformisti liberalcattolici legati strettamente al centrodestra- si sono rivelate vere e proprie armi di distrazione di massa, autentici specchietti per allodole, prime fra tutte quelle personalità anch’esse in cerca di perenne visibilità, il più delle volte senza costrutto, che a turno vi si sono aggregate.
Basti pensare al circo equestre politico e istituzionale che si è dimostrata la vicenda dell’abrogazione delle Province a seguito proprio di una loro iniziativa referendaria, nel cui gorgo infelice finirono per confluire tutte le altre forze politiche.
Resta infine la mia immutata convinzione che nuova elaborazione, sforzo di innovazione, capacità di iniziativa, energie di movimento, oggi potrebbero più proficuamente concentrarsi su una norma di rango costituzionale nella quale l’insularità sarda trova uno specifico riconoscimento, di diretta derivazione dagli articoli 3, 5, 114 e 116 della Costituzione: l’articolo 13 dello Statuto speciale per la Sardegna, sul piano organico per la “rinascita” dell’Isola, inopinatamente, ottusamente, autolesionisticamente trascurato da tutti negli ultimi vent’anni almeno.
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