Francesco Cocco, con rigore e generosità anche dopo…

22 Febbraio 2018
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 Andrea Pubusa

(Francesco Cocco festeggia la vittoria del NO con alcuni componenti del Comitato)

Francesco mostra rigore e stile anche post mortem. Quanti avrebbero ostentato, quanti avrebbero usato anche l’arma della generosità come forma di egocentrica autoesaltazione! Invece, lui ha fatto ogni cosa con riserbo, in silenzio. Un lascito di parecchie centinaia di migliaia di euro all’ERSU, in favore degli studenti meritevoli e sprovvisti di mezzi. Come dice la Costituzione, che per lui, comunista gramsciano, era una punto di riferimento imprescindibile, un programma di azione e anche di vita. In questo caso l’imperativo categorico è l’art. 34 cpv.: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi“. Francesco ha voluto concorrere a rendere effettivo questo obiettivo. Si spera che l’ERSU ne faccia buon uso nel rispetto della volontà di Francesco.
Ricordo, nelle piacevoli chiacchierate sotto l’ulivo del suo piccolo giardino di Villanova, quanto tenesse alla cultura, allo studio, in particolare all’elevamento culturale delle masse popolari. Gramscianamente il mutamento sociale poteva venire solo da un alto tasso culturale dei ceti popolari. Francesco aveva ben presente l’intellettuale organico gramsciano e l’egemonia, fondata sulla prevalenza di una visione del mondo alternativa, ugualitaria, comunista. E pensava sempre alla rivoluzione non come assalto al Palazzo d’inverno, ma come conquista delle “casematte“, dei luoghi in cui si fa cultura e si decide.
Mi interrogava spesso sulla mia attività di docente, mi chiedeva degli studenti, del loro impegno. Mi raccomandava sempre non un rigorismo parruccone, ma un giusto rigore, in chiave non  “punitiva” verso i giovani, ma per prepararli ad affrontare meglio le future attività professionali e sopratutto perché, nell’impegno serio e disciplinato, vedeva un esito importante non solo per i singoli studenti, ma l’unico strumento di miglioramento della società intera. C’era al fondo di questa sua attenzione per l’istruzione quell’esortazione a studiare di Gramsci ai giovani, che è sempre stata al centro dell’azione dei comunisti e delle aspirazioni degli operai e dei lavoratori in genere verso i propri figli. E vedeva nello studio innanzitutto un esercizio di disciplina, di operosità. Francesco citava sempre il cpv. dell’art. 54 Cost.:”i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore..“. Quella locuzione “disciplina ed onore“  per lui travalicava l’esercizio di pubbliche funzioni, investiva l’agire quotidiano di noi tutti, era l’essenza dell’essere cittadino, doveva essere il modo normale di essere del  lavoratore, dell’impiegato ed anche dello studente. Era critico implacabile di ogni forma di sciatteria, delle approssimazioni e delle disinvolture, del disimpegno, immaginiamoci del lassismo morale o del malaffare!
Mi raccomandava di prestare molta attenzione agli studenti dei “paesi” de “is biddas“, svantaggiati in partenza per gli scarsi contatti sociali e per l’origine spesso umile. Mi stimolava sempre ad inculcare in loro il “gusto” delle libertà e dei diritti e a ricordare la storia di lotte, tormenti, sacrifici, sangue, che ha messo capo a queste libertà. “Ogni parola della Costituzione - mi diceva spesso - è frutto di profondo studio e impegno di grandi intellettuali e il prodotto di lunghe lotte di popolo“. Per questo Francesco annusava gli umori libertici e autocratici e li combatteva senza esitazione, a viso aperto. Così lui è stato in prima fila nel referendum del 2006, nella battaglia contro la legge statutaria di Soru e contro lo sfascio costituzionale proposto da Renzi-Boschi. Per questo pochi giorni prima della scomparsa, insieme ad Annamaria,  ha festeggiato con noi del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria l’anniversario della vittoria del 4 dicembre. Così erano fatti i comunisti italiani, così era Francesco, un silenzioso esempio di virtù civiche e di grande umanità. Fino alla fine, anche nelle ultime volontà.
Ne ricorderemo la figura e l’opera e ne raccoglieremo gli scritti, numerosi anche in questo blog.

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