Amsicora
Amici, state seguendo la vicenda dei cc.dd. rimborsi M5S? Roba da matti! Si scambia per un furto il versamento del Movimento di una parte delle indennità al Ministero per l’economia! Mica noccioline: 22 milioni di euro a sostegno delle piccole imprese! Insomma, un fulgido esempio di ancoraggio al pubblico interesse in una melma di mascalzoni, salve rare eccezioni, sintende. Amici, voi traete lezioni da questa vicenda? Sarò un inguaribile credulone, ma io ne traggo e più d’una. Volete sapere quali? In primis, che gli altri partiti distano anni luce dai pentastellati quanto a etica pubblica; in secundis, e se ce ne fosse ulteriore bisogno, che i media italiani sono al guinzaglio del padrone, la voce del padrone, sempre salvo rare eccezioni. Bah, a me, ingenuo sempliciotto, pare che i giornalisti non dicano che la vicenda esalta una virtù e non un vizio dei pentastellati.
Lo so cosa pensate. Sei sempre buono e clemente nei confronti di Grillo e compagnia. Critichi solo gli altri. Ma ora vi smentisco, vi dimostro che non è affatto vero. Sono anche critico. Nei limiti del giusto, però. E, ammetto, senza acrimonia. Sentite cosa dico loro a piè fermo. Amici pentastellati, non potete glissare! La vicenda solleva una questione grande come una casa. Ne ho parlato altre volte, ahimè indarno! Ma io conto poco o nulla, Sennonché anche altri, ben più importanti, richiamano la vostra attenzione. E per simpatia, non in odio. Di cosa si tratta? Quale è questo punto dirimente? Semplice semplice. La modalità di formazione delle liste. E non venitemi a dire che è una quisquiglia. Certo, non nego, anzi confermo che, in definitiva, le parlamentarie, al tempo delle consorterie, sono un sistema di selezione migliore degli altri. Lo sarebbe anche il sorteggio! O, in taluni casi, perfino l’ordalia o sa strumpa. Poche chiacchiere, le cosche decidono al buio in modo impenetrabile. Voi no o meno. Detto questo, amici a 5 punte, non potete negare la vostra imperdonabile leggerezza nella scelta dei candidati. E non solo di quelli nati dalla tastiera, anche di quelli presi al di fuori delle parlamentarie. Mi chiedo come fate a non accorgervi del difetto? Avete acchiappato personaggi che hanno girato le sette chiese! E, signori belli, sempre con scarso successo. E sapete perché? Perché, non hanno eccelse qualità. Anzi, di più e peggio: spesso son delle mezze seghe, scusandomi con le seghe, nobile strumento dei falegnami di una volta. E che succede improvvisamente? Una cuccagna! Arrivano i nostri i pentastellati! Col loro carro carico di piccardie, doni e ragali. Che nel loro modo di selezione ci siano varchi, interstizi, fessure? Che si possa impunemente tentare l’infiltrazione furbesca? E allora via, alla carica! Ricordate l’assalto dei cercatori d’oro nei nuovi territori? Corre voce della scoperta di filoni vergini del minerale giallo e inizia l’assalto di turbe di avventurieri di ogni risma. Qui, banalmente, il sogno è il seggio. Poco importa, amici miei, se non si hanno legami col territorio, se non si è sul campo dimostrato alcunché. Pronti via! L’arrembaggio si scatena, scompostamente. C’è chi ostenta le proprie virtù vere e chi cela i propri vizi. E mentre tutto questo accade, i poveri indiani dei territori vengono cacciati. Persone validissime, presenti nel dibattito pubblico o nelle professioni locali e nazionali, vengono tenuti nelle riserve. Non vengono considerate. E sapete per quale semplicissima ragione? Chi è serio e rigoroso non si propone, non sgomita, non chiede col capello in mano, non mette il proprio nome in giro. non segue le turbe dei cercatori. Gli indiani, signori miei, dell’oro non sanno che farsene. Hanno di che viuvere dignitosamente. Ecco dovrebbe essere quello per i cinque stelle il deposito da cui attingere. Quelli che disdegnano la corsa all’oro.
E poi c’è un altro tipo di indiani: quelli che hanno svolto o ricoperto con dignità cariche pubbliche in altre formazioni. Molti di questi si sono ritirati volontariamente nella riserva. Hanno abbandonato per incompatibilità morale con le pratiche delle consorterie. Non hanno aderito alle consorterie, le hanno combattute e sono stati esclusi. Perché bandirli ancora in modo manicheo, se hanno dato prova di essere immuni dalle tentazioni del potere? Non può una virtù essere confusa nel calderone dei vizi!
In conclusione, con queste mie solitarie e amare riflessioni dove voglio andare a parare? Il furioso attacco al M5S sul taglio alle indennità offre una ragione in più per votarli. Proprio così, signori e signore belle. E’ il segno di un vizio piccolo in una virtù grande e prevalente. Ma, cari Grillo, Di Maio & C., smettetela di fare come l’armata Brancaleone! Affinate ancora il modulo della selezione. Lo so i privilegi tentano. La moneta, se è a portata di mano, anzi di portafoglio, stuzzica. Lo status di parlamentare induce spesso al peccato e alla depravazione. Qualche abbandono è fisiologico. Ma voi sembra che li cerchiate i peccatori! O forse è questo il segreto del vostro successo? Ne perdete uno per conquistarne cento. Come in natura, dove spesso il più manchevole si perde per lasciar spazio all’elemento più sano e farlo crescere meglio. E così si moltiplica la quantità e la qualità. Chissà? Questo Grillo ha creato una cosa incredibile. Il metro di giudizio normale non funziona. Cresce sui suoi vizi perché questi sono il frutto di una più grande e assorbente virtù, che la gente intuisce e comprende nel profondo. Forse se elimini il punto debole, inceppi la macchina. Chissà!
Ora, per finire, un raccontino con personaggi e interpreti di fantasia. C’era una volta il PCI, Partito comunista italiano per i più giovani. I consiglieri regionali e i parlamentari versavano metà dell’indennità per finanziare le attività del partito. Quando il PCI stava per defungere o poco dopo, in Consiglio regionale ci furono varie defezioni dal gruppo. E non di personaggi secondari, anche primari. Di quei comunisti che più comunisti non si poteva nei tempi d’oro. Noti per la loro ostentata baldanza sinistrosa e la loro indiscussa fede, ad un certo punto abbandonarono il gruppo in nome della loro immacolata purezza ideale o ideologica, che dir si voglia. La stampa e l’opinione pubblica li considerò eroi del libero pensiero. Ed anche qualche ingenuo compagnetto di base la pensò allo stesso modo, senza possibilità di fargli cambiare opinione. L’alone della santità laica li accompagnò. Sennonché la realtà era meno eroica. Il Partito, in ragione della sua trasformazione in pejus e il venir meno della disciplina, non garantiva più l’elezione. L’abbandono del gruppo comportava il discarico degli oneri connessi (versamento di metà dell’indennità al gruppo consiliare e della buonuscita al partito, molti soldi non noccioline). L’abbandono del partito e del gruppo consiliare era un discreto affare. Sapete quanto poteva fruttare ad un lodato libero pensatore? In una legislatura circa mezzo miliardo di lire, oggi mezzo milione di euro. Eroi per la gente, modesti nella sostanza. Così va il mondo anche oggi, amici miei! Ma non bisogna arrendersi. Ne muore uno, ne nascono altri cento. Amen.
P.S. Ogni riferimento a personaggi reali è puramente casuale.Solo un esempio di fantasia per comprendere di cosa stiamo parlando.
1 commento
1 Aladin
15 Febbraio 2018 - 09:45
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=78466
Lascia un commento