Cagliari antifascista: approvata mozione in Consiglio comunale

14 Febbraio 2018
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Red

Anche Cagliari dopo Sassari, Ozieru  e altri Comuni sardi ha approvato ieri la mozione che dichiara la città antifascista. Il testo presentato da Davide Carta è stato sostenuto da tutti i gruppi del centrosinistra e della sinistra. Viva soddisfazione è stata espressa alla fine della seduta dai rappresentanti dell’ANPI, che aveva sollecitato l’iniziativa, interpretando la volontà dei democratici della città. “Ora - hanno dichiarato lasciando il Palazzo Baccaredda - bisogna procedere alla regolazione dell’uso degli spazi comunali, sul modello di altre città d’Italia, che hanno adottato regolamenti che precludono la concessione a chi non dichiari la propria adesione ai valori democratici e antifascisti della Costituzione“.
Il documento approvato muove da una analisi generale. Premette che:
- con la crisi si affermano sfiducia nelle istituzioni democratiche e pericolose forme di pensiero antipolitico, populista e revisionista;
- l’antifascismo è la radice ideale e culturale della Resistenza, da cui nasce la Repubblica Italiana e la sua Costituzione democratica la quale rappresenta il metodo democratico contro ogni forma di totalitarismo.
Indi richiama:
 - la disposizione transitoria finale XII della Costituzione Italiana che vieta tassativamente la ricostituzione del partito fascista sotto qualsiasi forma;
- la legge Scelba 645 del 1952 che proibisce esplicitamente richiami all’ideologia nazi-fascista ed a qualsiasi ideologia oltranzista;
- la legge Mancino 205 del 1993 in materia di sanzioni e prevenzione che enuncia: Art. 1: Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito: a) con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. o Art. 2: Disposizioni di prevenzione 1. Chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, è punito con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 103,29 ad euro 258,23. 2. E’ vietato l’accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche alle persone che vi si recano con emblemi o simboli di cui al comma 1. Il contravventore è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno;
- la Corte di Cassazione si è espressa con sentenze n. 19449 dell’8 gennaio 2010 e n. 40111/13 del 27 settembre 2013 sui principali movimenti di estrema destra.
Considerando inoltre che:
- riteniamo l’antifascismo un valore fondamentale per ogni rappresentante delle istituzioni della Repubblica Italiana;
- l’antifascismo non è una prerogativa solo italiana ma un patrimonio transnazionale, peraltro molto radicato nei cittadini cagliaritani e della Sardegna intera, condiviso da tutte le donne e gli uomini che credono nella democrazia, nel pluralismo, nel rispetto della dignità umana;
- riteniamo necessario attivare la popolazione di Cagliari nell’opera di difesa della dignità e della memoria storica e della memoria umana del nostro territorio e per mantenere vivi i valori antifascisti, nel rispetto di chi ha dato la Vita perché noi oggi potessimo essere qui a discutere democraticamente.

Farre queste premesse, il Consiglio comunale di Cagliari  impegna il Sindaco e la Giunta a:
-  a farsi carico del mantenimento della memoria storica, con iniziative culturali in collaborazione con le scuole e nei luoghi di aggregazione promuovendo iniziative che diffondano valori di libertà, tolleranza e uguaglianza a cui si richiama la nostra Costituzione;
- porre particolare attenzione alle politiche giovanili, in quanto fascia di popolazione dotata di minori strumenti per valutare la portata storica di quel periodo, favorendo i percorsi scolastici negli istituti comunali e della città metropolitana  e la partecipazione a progetti culturali che valorizzino la cittadinanza attiva e i valori democratici verso i giovani.
- investire in cultura, favorendo  le iniziative promosse dalle associazioni che favoriscano i valori di libertà, tolleranza e uguaglianza a cui si richiama la nostra Costituzione;
- imporre come requisito necessario per l’assegnazione di spazi e contributi pubblici il non aver subito condanne, anche con sentenza non definitiva, per reati di cui alle leggi elencate in premessa;
- prevedere, nei moduli di richiesta di utilizzo di spazi pubblici (a titolo semplificativo, ma non esaustivo: siano essi edifici o sale pubbliche, come pure il suolo pubblico, ad esclusione delle attività economiche) da presentare al momento della richiesta di autorizzazione, una dichiarazione esplicita di riconoscimento nei valori antifascisti espressi dalla Costituzione italiana;
- istituire meccanismi di intervento impeditivo per quanto riguarda l’assegnazione di contributi, patrocini o altre forme di supporto e sostegno ad associazioni che, pur avendo sottoscritto la suddetta dichiarazione, presentino richiami all’ideologia fascista, alla sua simbologia, alla discriminazione etnica, religiosa, linguistica o sessuale, verificati a livello statutario, ove lo Statuto è presente, sui siti internet e sui social network, o nell’attività pregressa oppure per accertata violazione delle leggi in materia;
- istituire analoghi meccanismi da inserire nel regolamento della fruizione delle sale pubbliche per la concessione delle stesse;
- richiedere maggiore vigilanza al corpo di Polizia Locale di Cagliari nel contrasto alle fattispecie di cui sopra ed in particolare alla diffusione di messaggi inneggianti alla discriminazione, all’odio e alla violenza per motivi sessuali, linguistici, etnici o religiosi;
- ad una più severa e puntuale applicazione della legge n.645 del 1952 (legge Scelba) e della legge n.205 del 1993 (legge Mancino). Il Comune deve promuovere direttamente azioni legali in caso di violazione delle suddette leggi sul territorio comunale;
- dichiarare Cagliari città antifascista e darne adeguata evidenza con ogni mezzo.
Una bella mozione, dunque, che spiana la strada - secondo la richiesta dell’ANPI - ad un regolamento sulla concessione degli spazi pubblici, sul modello di Brescia, in sintonia con la Costituzione secondo l’interpretazione costituzionalmente orientata del Tar Brescia, di cui abbiamo parlato ieri in questo blog.
La minoranza di centrodestra ha perso una buona occasione per fare un salto di qualità in senso democratico e così è uscita dall’aula al momento del voto , ritenendo la mozione e la seduta stessa un’inutile perdita di tempo relativa a una questione ormai archiviata dalla Storia.

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