Gianni Pisanu
Le candidature stanno producendo, all’interno delle (finte) coalizioni e singole forze (?) politiche, gravissimi danni collaterali. Gli “amici” e i “compagni” si scambiano colpi proibiti pur di raggiungere la pole position. La legge elettorale prevede, nel proporzionale, liste corte ma comunque sempre troppo lunghe in quanto l’unica possibilità di elezione riguarda esclusivamente il candidato capolista. Ebbene, in Sardegna i collegi plurinominali sono 2 per la camera, per 11 seggi, (6 sud + 5 nord); per il Senato unico collegio per 5 seggi.
I partiti o coalizioni più forti, al loro interno hanno grossi problemi, pressati come sono dalle pretese di posti in lista, ma non di posti qualsiasi, devono essere “sicuri”. Il PD che a fronte di 12 parlamentari uscenti può contare solo su 3 seggi “sicuri”, 2 alla camera e 1 al senato, forse 4 in caso di exploit, che produrrebbe resti dai due collegi della camera, e ancora forse, molto forse, ben 5 con un risultato vicino al 40% al senato. Se tutto andasse (molto) per il meglio la coalizione a guida PD nel proporzionale si aggiudicherebbe, tra Camera e Senato, 5 posti su 16. Il M5S (parlamentarie con molti scontenti), così come il Centrodestra (ci pensa Ghedini), penalizzati dal “porcellum” nel 2013, non possono che migliorare le posizioni, almeno in termini di seggi; anche i problemi di collocazione in lista, che pure esistono, appaiono meno complessi rispetto al PD dove oltre alle divisioni e ai personalismi, si prosegue con la pulizia etnica.
La situazione, se appare comunque leggibile per quanto attiene al proporzionale, sarà a sorpresa per le quote uninominali, 6 per la Camera e 3 per il Senato, totale 9 seggi. Stando ai sondaggi il M5S lascerebbe solo le briciole, ma in qualche realtà sia la coalizione a guida PD che il Centrodestra sono autorizzate a sperare, in quanto nel turno unico secco il candidato giusto può fare la differenza, o il miracolo.
Quali prospettive delle realtà nuove come Liberi e Uguali? Sospendo le previsioni per le formazioni identitarie, al momento non facilmente decifrabili.
Liberi e Uguali, per le peculiarità della legge elettorale, ha possibilità di aggiudicarsi seggi solo nelle quote proporzionali che sono, in campo nazionale, per la Camera 386 in 65 collegi, per il Senato 193 in 33 collegi. Nell’isola 11 in 2 collegi e 5 in unico collegio. Sondaggi alla mano, la pattuglia di parlamentari di Liberi e Uguali è prevista non molto numerosa, ma comunque abbastanza consistente e in grado di rappresentare una larga parte della popolazione che altrimenti non troverebbe alcun riferimento.
Tornando ai numeri, salvo sorprese particolarmente liete, e considerando l’handicap nelle quote uninominali, non essendo permesso il voto disgiunto, la pattuglia, in base alle ultime proiezioni, sarebbe composta da 24/32 deputati e 12/16 senatori. Tenendo presente che i collegi plurinominali sono 65 per la Camera e 33 per il Senato, in media per Liberi e Uguali si prospetta la conquista di mezzo seggio (0,45 circa) per collegio.
I calcoli tengono conto della parte alta delle “forchette” delle proiezioni, per cui se va bene, ovvero se le percentuali rispecchieranno l’andamento nazionale, in Sardegna, anche per il basso numero degli elettori, Liberi e Uguali avrà un quoziente di circa 0,9 deputati, e 0,45 senatori. Ergo, non vale la pena scannarsi.
Che dire sulla base di questi calcoli? Che lezione trarne? Spero che un movimento nuovo come Liberi e Uguali, non metta al primo posto il problema delle candidature, anche perché per la Sardegna si dovrà parlare di “candidatura” utile, al singolare e poco importa se sarà di Cagliari, di Sassari o di Pompu. Trattandosi di elezioni politiche nazionali, il raccordo con il centro dovrà essere costante poichè il futuro sarebbe compromesso se il gruppo dirigente sardo non sapesse rinunciare a personalismi, e campanilismi. Gli impegni futuri forniranno occasioni di impegno dove tutti avranno modo di attivarsi e di rappresentare adeguatamente sensibilità e territori. Tutti i candidati, al di là delle possibilità di elezione, dovranno dare prova di generosità e impegno. Nelle assemblee - ne ho seguito due - alcuni, troppi si sono dedicati a segnalare nomi. Per fortuna qualcuno ha detto che l’impegno maggiore dovrà essere rivolto non alla corsa alla pole position, ma a dare una prospettiva ed un riferimento ai cittadini, che attendono pazientemente che si parli con convinzione di uguaglianza, di dignità nel lavoro, di diritto allo studio, di ambiente. Insomma di qualcosa di Sinistra. Parole sante.
La stampa e l’informazione in genere non è benevola con la Sinistra, e per LeU non fa eccezioni. La discussione viene sempre rappresentata come lite, ma certamente il cerimoniale delle candidature, finora non è stato gestito al meglio. Il gruppo dirigente dovrà mirare a dare all’esterno la percezione di una crescita di maturità e consapevolezza in vista degli impegni a livello regionale che non sono meno importanti. Il gruppo dirigente dei partiti e movimenti che hanno dato luogo alla nuova formazione, ha di fronte il compito non facile, ma esaltante di riunire e di rianimare quella parte di società che dopo tante delusioni ci crede ancora.
1 commento
1 Aladin
29 Gennaio 2018 - 08:59
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=77608
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