Amsicora
Gente, non so se sia un difetto. O, peggio, il segno di una incipiente demenza senile. Ma le cose serie per voi, a me paiono buffe. Anzi, più vado avanti negli anni e tutto o quasi mi sembra una comica. E mentre intorno a me vedo volti scuri e preoccupati, respiro la tensione, io mi diverto. Sarà che i comici son quelli che ci strappano un sorriso dicendo le più grandi verità? Chissà! Sia come sia, non è di questi temi di alta filosofia che voglio parlarvi. Non voglio intrattenervi sulla mia Weltanschauung. Buoni, tranquilli, non è la mia visione del mondo che voglio illustrarvi (lo so che non ve ne frega una mazza!), voglio dire di Paolo. Non vi pare che la sua traiettoria diventi sempre più intrigante? E non so per voi, ma per me ha un andamento di magistrale abilità. Sembra una serpentina di Messi o di Dybala, mutatis mutandis, s’intende. Avvincente! Zig zag vorticosi, improvvisi dietrofront, giravolte spettacolari, stop da favola.
Paolo, lo abbiamo lasciato in compagnia dell’ineffabile Fassino. Gli ha detto pressapoco così: “se volete allearvi con noi alle nazionali (regionali per voi) io devo essere il presidente”. E alle nazionali per noi e… internazionali per loro? Semplice. “I candidati del Partito dei sardi, per esserci, devono avere l’elezione sicura”. E lo smilzo? Nessun vaffa…, un serioso: “la posizione è ragionevole“[sic!]. Si comprende perché ora Paolo si è spazientito. Belle parole, ma nulla di concreto, nessun seguito. Son passate le feste, è passata anche la befana, e nulla, neanche una telefonata. La scadenza del deposito delle liste si avvicina a grandi passi e Paolo a farsi fregare non ci sta, vuole essere pronto. Ergo? O accettate la proposta entro lunedì 8 (alias ieri) oppure tempo scaduto. Cioè? Il PDS è libero da vincoli. Ma va! Incredibilie! Quindi si può alleare con chi vuole… anche con la concorrenza? Sissignori, proprio così, anche col centrodestra. Sarà rottura col centrosinistra… addebitabile al PD, sia ben chiaro. Ingrato e spergiuro. Nessuna giravolta del PDS, trasparente e netto fin dall’inizio. “Non s’invochi la coerenza”, come fa Renato, lo cazzia Franciscu a muso duro e a mezzo stampa. E gli impartisce una lezione di “rispetto e democrazia”, che nella fattispecie significa una sola cosa: “non mettere veti all’ipotesi che una figura del PDS possa candidarsi alla guida della futura coalizione”, ossia che Paolo sia Presidente. E sentenzia: “La democrazia (ossia la presidenza) non la si può solo pretendere, la si deve anche praticare“, ossia offrirla al PDS, ossia a Paolo. Questa è la democrazia secondo il Franciscu-pensiero, bellezze!
Ma prima che i rintocchi fatidici della mezzanotte di ieri si siano spenti qualche spiraglio, per fortuna, si è aperto. Forse ci scappa una benevola proroga da parte del PDS al PD. Giuseppe Luigi ha preso carta e penna e ha scritto che le “aspirazioni” del PDS sono legittime. Che sollievo! Ma, attention please!, “aspirazioni“, non proposte e tantomeno pretese. Insomma, un’aspirazione non si nega a nessuno. Ci mancherebbe! Tutti aspiriamo a qualcosa. Se ci viene negata anche la libertà di aspirare! Ma poi? La discussione - soggiunge Cucca - dev’essere generale e decide tutta la coalizione. E qui le cose per Paolo si mettono in salita. Non è molto amato dagli altri, forse, al fondo, c’è un pizzico d’invidia perché lui è migliore. E, a ben vedere, perché anche gli altri possono avere, legittimamente s’intende, la stessa “aspirazione“? Questo spiega la freddezza di Franciscu, gelidamente: prima vuol sentire la “direzione nazionale” (si badi: nazionale per loro, regionale per noi).
E le aspirazioni degli altri?
Ci sono anche quelle del Psdaz. Beh, è doveroso premettere che Paolo sta a Christian come un maestro sta ad un apprendista, un artista ad un artigiano, un professionista ad un maldestro improvvisatore. Non aspettatevi, dunque, da Christian colpi di genio. Più probabili prosaiche scopiazzature. Cosa vuole dunque il Psd’az dal PD? Indovinarte, gente, non è difficile! Elezione sicura al parlamento di un sardista (e daje!). Come ai tempi di Mario Melis o di Michele Columbu e un bel numero di consiglieri regionali. Poi la bandiera nel simbolo della lista. E poi? Qui non si combatte per le persone e le poltrone, signori e signore! Tanto contenuto programmatico. Tanto sardismo. Molto e subito! Per esempio, la revisione dello Statuto nei primi 100 giorni, poi lingua sarda a scuola come quella italiota, passaggio di tante funzioni dallo Stato alla Regione, come la competenza in tema di continuità territoriale. Ma, di grazia, lo sa Christian come si modifica lo Statuto? Lo sa che si tratta di una legge costituzionale e anche rinforzata? E le funzioni onerose che senso ha passarle alla Regione? Mettere i costi, spettanti in larga misura allo Stato, sulle tasche dei soli sardi, non mi sembra una grande idea. Ma qui - ammetto - ragiono prescindendo dalla pretesa di statualità, anche se - ad onor del vero - Christian non ne parla a differenza di Paolo, che l’indipendenza la vuole davvero. Anche se pacificamente, piano, piano, lontana lontana nel tempo e, sopratutto,… secondo legge, che la vieta, parola dell’art. 5 della Costituzione.
Come si vede, la cosa si complica, la trama diventa intricata, le aspirazioni si moltiplicano. E poi per altri non è solo questione di aspirazioni, c’è anche chi vede vere e proprie “bardane abigeatarie“. Così parlò quel vecchio volpone rossomoro di Gigi sull’utilizzo di certi fondi, e con sarcasmo osserva: “la pretesa di qualcuno è che il bene sta dove lui si colloca. Una volta e mezzo a destra e una volta a sinistra”. I riferimenti a fatti e persone reali, nella narrazione di Gigi, non sono puramente casuale.
E il PD? Questo povero PD, che dice? Fassino, rispettosamente, ha giudicato ragionevole la pretesa di Paolo. Cucca non smentisce, ma, finemente e perfidamente, declassa le pretese ad “aspirazioni“. E Soru, poco aduso alla vasellina? Irrispettoso e per nulla democratico, come sempre? Pare proprio di sì. Non parla di “bardane abigeatarie“, ma chissà perché, pensa che qualche rappresentante alle prossime elezioni debba averlo anche il PD e non solo gli alleati. Confesso, per la prima volta in vita mia Renato mi sembra saggio: “larghe intese sì, ma i benefici non possono essere pari a zero“, e ancora “non possiamo decidere di non rappresentare i nostri elettori“. E cosa puoi obiettargli? E’ un dirigente del PD, per la miseria! Sembra che la pensino così anche Cabras e Fadda.
Brutta situazione quella del PD, amici miei. Non certo invidiabile. Se non si allea, perde, se fa la coalizione, perde lo stesso. Nel primo caso i seggi li prendono gli avversari, nel secondo gli alleati. Un vero cul de sac! Che stratega Renzi! E che faina Fassino! E ditemi che questa storia non è spassosa!? Un’opera buffa. Ne vedremo delle belle! Siamo solo al primo atto. Finale incerto sino all’ultimo! Tutto da gustare.
1 commento
1 Oggi martedì 9 gennaio 2018 | Aladin Pensiero
9 Gennaio 2018 - 09:52
[…] Renato, Gigi e gli altri… ovvero l’opera buffa del centrosinistra nostrano 9 Gennaio 2018 Amsicora Su DemocraziaoggiI ————————————- lun 15 […]
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