I moti cagliaritani del 1906 (3)

5 Gennaio 2018
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Cagliari: corrispondenza dalla storia (3)

pubblicato il 26 Maggio 2011

Francesco Cocco a domanda risponde

Torno nella bella casa di Francesco a Villanova. Superata la soglia del portale, vengo avvolto dal profumo dell’albero di limone, delle altre piante e dei fiori.
Riprendiamo nel giardino la nostra chiacchierata sulla sommossa del maggio del 1906, alla ricerca delle radici popolari di Cagliari.

- Francesco, siamo al primo mattino del 15, dopo la tragedia del giorno prima, due giovani fucilati in via Crispi e tanti feriti…
- Sì siamo a martedì 15 maggio. Una consistente moltitudine comincia ad affluire al Bastione con largo anticipo. Giungono folti gruppi di abitanti dei paesi del Campidano. Attorno alle otto  si apre  il comizio. Prendono la parola l’avv. Orano, l’avv. Umberto Cao, il prof Guidi, l’operaio Gallotti, l’avv. Salvatore Diaz. Dopo il rinnovo delle istanze dei giorni precedenti, si avanza  la nuova richiesta dell’applicazione delle leggi sul lavoro e sulla istruzione obbligatoria, la municipalizzazione di alcuni servizi. Vengono chieste  le  dimissioni dell’intero Consiglio comunale. Si decide anche di ritrovarsi alle sedici per fare il punto sulla situazione.

- Richieste da avanzare al Comune…
- Certo. Una delegazione si reca in Municipio e, assente il sindaco, presenta le richieste all’assessore Valle.

- E la massa accorsa al Bastione?
-  Intanto la gran folla dei dimostranti sciama  verso la piazza e le strade attorno al palazzo municipale ed alla Prefettura. A gran voce viene reclamata la  liberazione dei manifestanti arrestati il giorno precedente. Richiesta che viene accolta dal procuratore generale del re, comm. Fois, grazie all’intermediazione del colonnello Ponza di San Martino e del consigliere reggente la Prefettura, cav. De Odeardi.

- Tutto tranquillo, dunque?
- No. Il 15 maggio  è il giorno  del saccheggio dei casotti daziari, che sorgono  numerosi  nei punti d’ingresso  alla città, e del danneggiamento della stazione  tranviaria di San Mauro, dove vengono rovesciati e distrutti tre vagoni carichi di sabbia e divelto un lungo tratto di binario.

- Poi si torna in assemblea nel pomeriggio…
- Al comizio delle  ore 16   l’avv. Diaz legge una lettera fatta pervenire da Baccaredda in cui  è scritto:” ..nella fiducia di ridare la calma alla città, il Sindaco e la Giunta hanno deliberato di presentare al Consiglio le dimissioni e sin da questo momento si dichiarano dimissionari”.

- Oggi sarebbe una vittoria…
- L’avv. Orano, il prof. Guidi, l’avv. Diaz, considerata la vittoria ottenuta  con le dimissioni della Giunta, invitano alla ripresa del lavoro.

- E i lavoratori?
- La proposta cade nel vuoto e viene  decisa la prosecuzione dello sciopero. E’  la chiara riprova  che la dirigenza  socialista, repubblicana e radicale ha tentato invano di dare una guida ad una sommossa improvvisata e priva di una chiara linea organizzativa. I caratteri della  jacquerie hanno finito per prevalere sulla nuova  strategia della lotta politica e sindacale che anche in Sardegna comincia ad affermarsi.

- E i commercianti, non erano anche loro in agitazione?
.  Mercoledì 16 maggio  è la giornata della contromanifestazione  organizzata dal leader dei commercianti, Guido Costa. Un folto corteo  formato da negozianti, artigiani, impiegati  parte da Piazza Martiri e passando per via Manno, Largo Carlo Felice, il Corso arriva allo stabilimento Merello. Di qui si torna indietro ripercorrendo lo stesso itinerario.

- Corteo vivace, ma tranquillo…
- Non sono mancati  momenti di tensione quando la contomanifestazione incontra nella via Manno un folto gruppo di scioperanti, ed è la presenza delle forze dell’ordine ad  impedire che vi siano  gravi conseguenze. Anche gli slogan esprimono una forte contrapposizione: “viva l’esercito”, “viva l’ordine”, “abbasso la teppa”. Ma sono soprattutto le parole conclusive di Guido Costa, a dare  la dimensione del livello di scontro sociale  quando invita ” tutti i presenti a riunirsi, armati, a qualunque ora in Piazza Martiri, poiché i commercianti, ad evitare gli atti di teppismo, la rovina  del commercio, spareranno sulla folla” (da L’Unione Sarda del 17 maggio).

- Un pazzo!
- Un folle. Quello  “spareranno sulla folla” ha il  suono sinistro della  violenza, ed è ben lontano dagli inviti alla calma rivolti da Orano,  Guidi , Diaz agli scioperanti  adunati al Bastione.

- Emergono  due anime della città…
- Sì e al di fuori di schieramenti politici precostituiti ed in modo trasversale, si confronteranno a lungo: una chiusa, fortemente arroccata ad una visione isolazionista, spesso sprezzante  nei confronti del “contado”;  ed una aperta, favorevole  al confronto, attenta a costruire la dimensione di una civile e moderna comunità urbana.

- Si profila uno scontro violento… 
- La pacificazione viene  “ristabilita” facendo  affluire in città   5000 tra militari e  agenti delle forze dell’ordine, quasi 1 ogni 10 abitanti. La via seguita è quindi quella della repressione, con centinaia di arresti, compresi quelli di coloro che, come gli avvocati Orano, Diaz ed il prof. Guidi  si erano adoperati perché la protesta si svolgesse  con modalità  pacifiche.

- E lo sciopero, quando cessa?
- Il lavoro riprende lentamente  nei giorni successivi. Dopo le dimissioni della Giunta,  il 16 maggio viene nominato Angelo Sanguigno  commissario prefettizio al Comune.

- Una vicenda tragica, con morti inutili…
- Elevatissimo il tributo di sangue pagato da Cagliari, in qualche modo contenuto rispetto a quello delle zone minerarie:  6 morti a Villasalto, 1 a Gonnesa, 1 a Nebida. Anche un centro agricolo del centro Sardegna, Bonorva  annovera una vittima.

- Emerge da quanto dici una sostanziale unità del popolo sardo nella mobilitazione e nella lotta…
- Il sangue dei morti e dei feriti sopisce le antiche rivalità tra “Capo di sotto” e “Capo di sopra”. Per la prima volta Cagliari diventa veramente capitale dell’Isola, non solo in un formale quanto staccato ruolo istituzionale ma in quello, ben  più pregnante, politico e sociale.

- Una conclusione sorprendente. Cagliari capitale contestata, lo diviene davvero perché assume una sorta di leadership della lotta operaia e popolare…
- Sembra  strano a chi ignora la storia di Cagliari, ma è proprio così…

- Un incoraggiamento per la sinistra a riscoprire l’anima popolare della città e a interpretarla al meglio.

1 commento

  • 1 Oggi venerdì 5 gennaio 2018 | Aladin Pensiero
    5 Gennaio 2018 - 10:10

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