Andrea Pubusa
Non poteva succedere diversamente. Ho saputo della scomparsa di Vincenzo mentre parlavo con un compagno delle attività prossime venture del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, e ho fatto il suo nome. Perché Vincenzo è stato protagonista di tutte le lotte per la pace, la democrazia e l’uguaglianza di questo ultimo mezzo secolo in Sardegna e a Cagliari.
Non ricordo quando l’ho conosciuto. Certo, lui era inconfondibile nella assemblee e nelle manifestazioni del ‘68. Camicia a quadri rossi e neri, eschimo verde d’inverno, fisico asciutto lunga barba che riempiva un viso altrimenti smunto.
Ho un ricordo indelebile di Vincenzo in occasione di un mio comizio a Gergei e a Mandas nelle politiche del 1972. Il Movimento del Manifesto aveva presentato liste alternative all’insegna di Valpreda, allora ingiustamente detenuto come responsabile della strage di Piazza Fontana. Ma la controinformazione già sgretolava il castello di bugie costruito dai servizi segreti. Strage di Stato era, non di anarchici. Noi eravamo ragazzi, ma eravamo già sul campo da anni. Vincenzo, il cugino Elio e Giancarlo Portas mi avevano invitato a tenere un comizio in Piazza a Gergei. Poi, finita la discussione coi compagni e le compagne, Vincenzo e il cugino Elio m’invitarono a pranzo a casa loro. Fu un pranzo strano, surreale, alla presenza di alcuni loro zii molto anziani (o così mi sembrarono allora), vestiti di scuro, che, a differenza di Vincenzo, erano di poche parole. Per cui il pranzo si svolse in silenzio e con grande compostezza. Ciò che mi colpì fu che Vincenzo, forse per evitare discussioni con gli zii (sicuramente non rivoluzionari), non proferì parola fino a quando, finito il pranzo, siamo usciti per strada. Allora riprese quel suo piacevole parlare elegante e forbito, molto incisivo.
Con Vincenzo le strade si sono divise e riunite tante volte. Lui aveva una vocazione minoritaria, che io ho sempre cercato di sfuggire, non per desiderio di compromesso, ma perché il minoritarismo è una malattia infantile non solo del comunismo come diceva il buon Lenin, ma anche dei movimenti come l’estremismo (parola di Gramsci). Devo però dire che, pur nelle diverse posizioni, l’ho sempre visto battersi dalla parte giusta. E col tempo ho imparato a stemperare i dissensi nei riguardi di quanti nella loro esistenza sono sempre stati dalla parte degli sfruttati e dei lavoratori. In fondo, la diversità di opinioni su tante cose è fisiologica, naturale, perfino utile (chissà chi ha ragione!), ciò che conta è l’orientamento generale. Da questo punto di vista Vincenzo ha avuto una coerenza e un rigore senza flessioni o tentennamenti. Non si è mai piegato, non ha mai piatito un incarico o una prebenda. Anzi, è sempre stato proteso a impedire le concessioni in termini politici, anche se piccole e poco significanti. Il suo assenso doveva avere un oggetto da lui condiviso.
Lo ricordo ancora un anno fa, dopo la vittoria del 4 dicembre, voleva ringraziarmi per il lavoro svolto in seno al “Comitato per il NO” in difesa della Costituzione. Prima della riunione si è avvicinato, quasi con timidezza, e mi ha detto “Lo so che fra noi non ci sono ottimi rapporti, ma io ti voglio ringraziare per l’impegno profuso nella campagna referendaria“. Gli ho risposto, dicendogli la verità, e cioé che con lui ho solo avuto talora dissensi su questioni politiche, ma ho mantenuto una stima di fondo, legata alla sua militanza instancabile e disinteressata. E allora “ti abbraccio“, replicò. E ci siamo abbracciati lungamente. E così lo voglio ricordare, con affetto. E col rispetto che si deve a un combattente per la libertà e l’uguaglianza.
Lo so, sembrano parole di circostanza, ma Vincenzo ci mancherà. Ci mancherà nelle riunioni, dove spesso ci costringeva a lunghe discussioni per meglio precisare le cose da fare e come farle. Ci mancherà nelle assemblee dove ci spronava sempre ad aver coraggio e a mirare in alto. Ci mancherà nelle manifestazioni con quella sua presenza spesso pensosa.
Quando muore un sognatore ugualitario, la perdita è sempre incolmabile. Ma noi, Vincenzo, continueremo anche nel tuo ricordo.
3 commenti
1 Addio a Vincenzo Pillai | Aladin Pensiero
21 Dicembre 2017 - 21:30
[…] Vincenzo Pillai 21 Dicembre 2017 Su Democraziaoggi. Non poteva succedere diversamente. Ho saputo della scomparsa di Vincenzo mentre parlavo con un […]
2 Rita Atzeri
21 Dicembre 2017 - 21:34
Grazie Andrea
3 Roberto Porrà
22 Dicembre 2017 - 15:56
Un grande.La coerenza politica e personale fatta persona. Altro che conflitti di interessi e schifezze correnti …
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