E se avessimo preso due piccioni con una fava?

18 Febbraio 2009
5 Commenti


Amsicora

Che in un sol colpo ci siamo liberati di Soru e Veltroni? Se così fosse, potrebbe certo dirsi che non tutto il male viene per nuocere. Erano due leaders affetti dalla stessa malattia: immagine vs. profilo reale. Il primo un uomo duramente di destra, autoritario e con propensioni populiste. Costruisce di sé un’immagine di ambientaliista e di sardo identitario per nascondere il suo vero profilo: quello di un padrone volto a estendere la sua sete di comando alle istituzioni, rimanendo fondamentalmente imprenditore. Il secondo immerso in un mondo virtuale fatto di un kennedismo astratto, proiettato verso un patrottismo nazionale impraticabile e pericoloso con una destra dominata da un pescecane come Berlusconi. Un leader, Veltroni, la cui caratteristica fondamentale è l’indecisione. Indecisione fra laicità e cedimento agli integralismi rutelliani: Indecisione fra socialismo e popolarismo. Indecisione fra mondo del lavoro e mondo imprenditoriale. Indecisione fra migranti e umori securitari. Indecisione, indecisione, indecisione. E poi un brand image costruito in un mondo ovattato di competitors leali e ancorati a uno spirito di fondo del nostro popolo, che in Italia non esiste. Non c’è da noi lo spirito repubblicano dei francesi perché non c’è stata da noi la Grande Rivoluzione. E la destra non è quella di De Gaulle, che fu il capo della Resistenza francese, ma quella degli eredi riciclati di Salò. Non esiste l’unità americana, anch’essa riconducibile all’epopea della rivoluzione contro l’Inghilterra per l’indipendenza e trasfusa nella Costituzione.
I risultati sono impietosi. Veltroni, con le sue astratte costruzioni, guida la congiura contro Prodi (al contrario uomo ruvido di sola sostanza), lo disarciona, fà una campagna elettorale fondata su “maanchismo” per prendere a destra e a manca. Prende un pungo di mosche e consegna l’Italia a Berlusconi. Apre la strada alla più imprevedibile delle avventure che l’Italia abbia corso. C’è in ballo la Costituzione democratica e l’assetto della democrazia italiana.
Soru, come tutti i leaders autoritari e solitari, scambia per realtà le mirabolanti realizzazioni amplificate dai vari Giorgio Melis che lo circondano. E così le borse di studio per giovani laureati esistenti da decenni prendono un nome inglese (è la modernità bellezza!) e diventano una inedita e quasi irraggiungibile conquista. Con l’aggravante che prima venivano accordate solo ai non abbienti. Ora ai meritevoli (”finalmente meritocrazia, per dio!”), anche se benestanti. Anzi solo a costoro perché il figlio dell’avvocato, del medico e dell’imprenditore può anticipare le spese che vengono rimborsate con ritardo, il figlio del lavoratore, senza anticipo o rimborso immediato, deve rinunciare, acconcarsi a fare il precario al call center o, per le ragazze, a fare le colf o le stiratrici a servizio. Mette a posto i conti con un’invenzione da finanziere globale, segnando in bilancio le entrate future. Mette il territorio sotto chiave, e tiene la chiave gelosamente per sé, aprendo o chiudendo lo scrinio a suo piacimento. E poi iperpresidenzialismo, ossessivo monocratismo, conflitto d’interessi, fastidio per la legalità. Perfino le mirabolanti conquiste sulla scuola svaniscono se i figli degli operai, oramai allo stremo, non sono più in grado di accedervi.
Nove punti dietro Cappellacci sono tanti e venti dalle liste del centro destra ancor di più. Se non si è capito prima che aria tirava, vuol dire che si viveva in un mondo virtuale, fuori e al di sopra di una umanità dolente e in difficoltà, di una umanità ricacciata ai margini della dignità, fuori quasi dalla cittadinanza. Una umanità privata della partecipazione. Il voto del Sulcis-Iglesiente esprime il sentimento di delusione, rabbia e risentimento verso chi parla di fiumi, muretti a secco e astratte identità, a chi si veste da sardo e non si accorge che la sardità ha come ineludibile e primo presupposto la difesa della sopravvivenza dei sardi di oggi, in carne ed ossa.
Le scadenze elettorali per Veltroni e Soru sono stati il severo ritorno alla realtà. Dovevano competere fra loro per la leadership nazionale nell’immaginaria realtà cotruita dai media telecomandati. Cadono rovinosamente insieme e senza appello, per volontà popolare. Speriamo di esserecene liberati in un sol colpo e per sempre. Abbiamo preso due piccioni con una fava. La dolorsa medicina elettorale forse ci consentirà di sgomberare il campo da due equivoci e di creare le premesse per la ripresa. Ve le immaginate quali belle giornate postelettorali avremmo vissuto con la permanenza al comando di questi leaders? Ma ora guardiamo avanti. Al lavoro e alla lotta! Come si diceva una volta.

5 commenti

  • 1 Francesco Puddu
    18 Febbraio 2009 - 14:36

    Vorrei chiedere solo ad Amsicora per quale partito e per quale candidato ha votato e se, è soddisfatto o non dell’esito delle elezioni. Sarebbe una buona premessa per poter azzardare un commento po-propositivo da parte mia, senza correre il rischio di essere scambiato per ULTRA’.
    Io ho sostenuto, votato nel 2009 per Soru e per un partito del centro sinistra. Ho votato nel 2004 per Soru e per un partito di sinistra. E oggi sono deluso dal PD che ha remato contro, delegittimato e forse votato contro Soru, dal PDCI, dal SINISTRA che si sono ulteriormente lacerati e frammentati. Sono soddisfatto del lavoro fatto da Rifondazione e da Italia dei Valori e dai Rossomori.
    Quindi poca retorica, che traspare dal solo punto interrogativo posto al titolo dell’articolo, e “facci a pari” nel dire se con chi e con quale partito ci si schiera, chi e quali partito si è votato, si è soddisfatti o meno che Cappellusconi governi la nostra isola.
    Altrimenti è troppo facile sparare accuse ed insinuazioni, buttando alle ortiche la fiducia di 45 sardi su cento verso Soru. Al lavoro e alla lotta lo diceva Togliatti che non consigliava certo la tecnica del muretto a secco o l’impegno senza sporcarsi di fango le scarpe, bagnarsi di acqua mista a neve mentre si distribuiva materiale elettorale, arrostire salsicce ed altro impegno militante. I partiti e le istituzioni si governano standoci dentro e non demolendole per poi da sopra le macerie fumanti ergersi a ricostruttore. Mi piacerebbe capire anche da Amsicora in che modo si guarda avanti e con chi sopratutto. Se i compagni di viaggio sono altri oltre i suddetti 45 su cento. Saludi e trigu.

  • 2 stefano de candia
    18 Febbraio 2009 - 16:43

    per il sig. Francesco
    credo sincweramente che lei, così come molti altri, siate in totale buona fede nel sostenere Soru e il suo modello di governo, ma non posso fare a meno di farvi notare che anche se dicte che così non è ragionate da ultras, esattamente come fatto gli invasati che acriticamente sostengono berlusconi.
    mi spiega come considera l’operazione progetto sardegna fatta da soru?
    cosa ne pensa di come è del perchè tale progetto è fallito, o meglio è stato chiuso?
    cosa ne pensa del modo di rapportarsi agli altri che soru ha usato da sempre?
    come valuta l’annuncio fatto prima delle elezioni scorse dove soru diceva che non sis sarebbe più ricandidato?
    cosa pensa del caso S&S, di tuvixeddu, della Corte dei Conti, della tassa sul lusso ecc?
    come vede il singolare fatto che a 6 mesi dalla scadenza naturale del mandato soru, per evitare primarie e per far pressione sul pd, ha dato le dimissioni fregandosene di una finanziaria da approvare in un momento tanto delicato?
    potrei continuare a lungo ma credo che ci vorrebbero davvero tantissime righe anche di risposte…
    lei dice che è stato lasciato solo, e come dar torto a chi l’ha lasciato solo?
    sono stati vessati, ridicolizzati sconfessati e derisi per quattro anni e mezzo da quella persona e per concludere si sono visti anche imporre le regole dall’alto e da oltre tirreno…
    parliamo dei rosso mori e del pd?
    vogliamo ricordare perchè son nati i rossomori?
    ufficialmente perchè il psd’az si è alleato col cdx, invece guardando le liste vediamo che di ex sardisti praticamente non c’è traccia e infatti a Sassari, dove hanno avuto oggettivamente un buon risultato, i più votati sono stati salvatore demontis e roberta medda che sono tesserati col pd!!!
    per chiarire meglio il concetto molti del pd epurati hanno trovato il modo di uscire dalla porta e rientrare dalla finestra…
    l’idv ha un consenso dovuto al modo, secondo me sacrosanto, di fare politica ed opposizione usato da di pietro che si oppone senza se e senza ma al modo di far politica sia del pdl che del pd…
    io voto sardista da sempre e sono sempre stato indipendentista ma sono anche un elettore che si definisce sicuramente di sinistra, ma venirmi a raccontare che veltroni è di sinistra credo che sia una presa in giro almeno quanto dire che soru sia sardista o di sinistra…

    vedremo come questo terremoto che ha colpito l’intero schieramento di csx potrà portare ad una rinascita fatta di contenuti e non solo di persone, basta con l’uomo solo al comando, queto modello pseudo dittatoriale non esiste nell’ordinamento vigente per cui o si cambiano le regole o si torna a far contare anche l’organo collegiale.

    per ora posso solo dire che sono felicissimo che veltroni si sia dimesso e anelo che soru faccia lo stesso ed abbandoni per sempre la politica e senta su di se il peso della sconfitta non solo elettorale ma morale e che comprende la sua persona, il suo modo di fare e di intendere i rapporti con gli altri.

    spero che arrivi qualcuno che abbia voglia di fare opposizione vera e dura anche in parlamento italiano a berlusconi &C. come fà di pietro senza sconti e mettendosi spesso in contrapposizione forte con le istituzioni che non ottemperano al loro ruolo istituzionale.
    fortza paris

  • 3 admin
    18 Febbraio 2009 - 19:01

    Francesco Puddu chiede con garbo per chi ha votato Amsicora. Ma qui stà l’errore di molti convinti sostenitori di Soru: a cosa serve sapere per chi ha votato un singolo o dei piccoli gruppi di persone che animano un blog, quando il risultato elettorale evidenzia, salva qualche eccezione, una frana verticale su tutto il territorio regionale e perfino nelle roccaforti della sinistra e del centrosinistra. Evidentemente c’è stato un grave errore di valutazione e di percezione nella decisione di sciogliere il Consiglio regionale, di dribblare le primarie e ancor prima nell’imprimere alla legislatura un carattere fortemente accentrato. E’ su questo che dobbiamo discutere. Ad esempio, chiederci la ragione del voto operaio del Sulcis. Che percezione hanno avuto questi lavoratori della Presidenza Soru e del governo regionale? Perché nei territori il centrosinistra è franato? Francamente, sembra poco produttivo lo sport di rimpallarsi responsabilità, anche se la responsabilità primaria è di chi si propone all’elettorato, non degli elettori. Il PD non ha remato, dice Soru. Certo. Ma dall’altra sponda si risponde che si è stati anche messi fuori gioco, fuori dalla barca elettorale. Ed è difficile remare con entusiamo se si è stati presi, politicamente, a pesci in faccia. E si potrebbe continuare all’infinito. Riprendiamo il gusto dell’analisi sociale, partendo dal punto di vista dei cittadini, dei lavoratori. E da qui che possono venirci le indicazioni per correggere gli errori e ripartire. Il resto serve a poco. Anzi alimenta divisioni e veleni.
    Comunque, caro Puddu, chi collabora a questo blog (che è un luogo di confronto fra persone libere) ha votato in modo vario: molti per Soru, altri con voto disgiunto vario, ma sempre a sinistra. Anche Amsicora, per quel che serve, mi ha confidato d’essere rimasto nel recinto della sinistra, com’era, del resto, ovvio (a.p.).

  • 4 Francesco Puddu
    19 Febbraio 2009 - 13:49

    Mi trovo perfettamente d’accordo su molte cose dette per motivare la sconfitta elettorale del centro sinistra e il risentimento che provo è talmente forte che, il vedere che molti addossano al solo Soru le responsabilità della debacle, fa si che mi chiuda in una difesa troppo oltranzista.
    Tuttavia penso ancora che definire Soru “uomo duramente di destra” sia una esagerazione che non risponda al vero, a meno che non si sia perso anche il concetto di quell’aggettivo. Non credo che la sua politica sia stata di destra. A parte gli incidenti di percorso (ma chi fa sbaglia anche) che venivano citati (es. S&S), cose come Tassa sul lusso, Tuvixeddu, Campus Universitario, legge Salvacoste, riordino del Sistema Sanitario, vicenda delle Entrate, superamento delle Servitù Militari, ex Cartiera di Arbatax,Tirrenia, Formazione Professionale trasporti, Strade, rientro progressivo del Deficit delle casse regionali, finanziamenti per l’istruzione ad ogni livello, Lingua sarda, e tante altre cose che attengono a fatti concreti, non caratterizzino l’uomo “di destra “che quindi avrebbe fatto conseguentemente politiche di destra.
    In modo molto spontaneo sono portato a vedere il bicchiere mezzo pieno e, al limite e come mi hanno insegnato, ad accontentarmi (?) del male minore.
    Posso condividere che non sia stato molto democratico nelle vicende interne al suo partito (io non ne faccio parte) e nei rapporti con gli alleati durante tutta la legislatura e anche quando ha stabilito nuove condizioni per ri-coagularla attorno alla sua ri-candidatura. Però non dimentico che Cabras ha portato alle primarie anche i voti della destra anche se non dimentico come Soru ha silurato un compagno come Tonino Dessì e come , invece, si è allevato una serpe in seno riconfermando alla guida dell’ERSU di Cagliari un presidente nominato dalla Giunta Masala, (di destra). Per poi vederlo eletto con migliaia di preferenze con la coalizione di destra. Lo stesso personaggio si è fatto grande con le politiche e le risorse ingenti da Soru destinate per il diritto allo studio e forse (ma potrebbe essere una malignità) si è fatto grande anche con il freno/inoperosità del CdA di quell’Ente nella vicenda Campus Universitario, per la costruzione del quale gli apetiti della lobby ( anch’essa di destra) dei costruttori cagliaritani avrebbe maggiori benefici. Alla faccia dei bisogni di migliaia di famiglie di studenti sardi che vivono l’handicap dell’essere fuori sede, che resteranno ancora al palo per chissà quanti anni.
    E che dire di Sant’Elia, del Lungomare e del Museo? Centinaia di milioni di euro bloccati dal Comune di Cagliari. E’ forse di destra un presidente della regione che ha visto, dopo decine di anni di cecità, reali opportunità di sviluppo per Cagliari, i suoi disoccupati, le sue imprese.
    Se facciamo un passo indietro tutti, il tempo non ci manca, e mettiamo sulla bilancia il fatto e il non fatto, ciò che è stato di destra e ciò che è stato di sinistra nella politica della Giunta passata, penso che dovremo mitigare la severità dei giudizi.
    Eppoi, come ci rapportiamo a chi l’ha sostenuto, chi l’ha votato, alle centinaia di dirigenti dei partiti del centro sinistra? Come possiamo coinvolgerli in un dibattito dicendo pregiudizialmente che si sono innamorati di un personaggio duramente di destra?
    Senza di loro non si va da nessuna parte e senza Soru - che sostiene di rimanere ancora sulla scena politica - non vedo possibilità di ripartire.
    Su Veltroni una ultima cosa, è meglio che abbia lasciato, non mi è mai piaciuto, come non mi piace Diliberto, come non mi è piaciuto l’ultimo Bertinotti, la Sinistra Arcobaleno e tanti altri personaggi e fatti che hanno costellato la vita della sinistra negli ultimi anni. Ho partecipato per un tratto di percorso, a seguito della nascita del Partito Democratico, al progetto di costruire un soggetto unico della Sinistra. Naufragato miseramente prima con una soluzione meramente istituzionale tra consiglieri di Rifondazione e Comunisti italiani, e poi con la nascita di un altro partitino, la Sinistra, che - lungi dall’avere funto da calamita - ha ulteriormente frammentato il quadro politico.
    Quindi non Soru ha decretato la fine del centro sinistra ma la voglia mai cessata di farsi del male. Sposata alla difficoltà di arginare l’ondata di qualunquismo anche tra la società sarda - storicamente più impermeabile che altrove - alimentata e sostenuta dalla dilagante presenza di Berlusconi, delle sue televisioni, del suo governo, dei suoi giornali e delle enormi disponibilità per coltivare anche la pratica del voto di scambio in un momento di crisi economica come quello attuale. Si parla di bollette pagate, di bonus per la spesa oltre alle solite promesse che, come in Abbruzzo, noi informati sappiamo che non verranno mai mantenute.
    Considerato tutto ciò ritengo che la “volontà popolare” che avrebbe determinato la sconfitta alle elezioni sia da ricondurre piuttosto alla ignoranza, complici - e lo ribadisco - i partiti della coalizione - sulle cose che sono state fatte dalla Giunta da loro stessi sotenuta, alla inconsapevolezza della posta in gioco. Di questa irresponsabilità, chi eventualmente partecipa a progetti di ricostruzione del centro sinistra, deve in primo luogo farsi carico.

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