Andrea Pubusa
Oggi dalle 19 nella sede dell’Associazione Terra battuta, in via S. Domenico 10 a Cagliari, il Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria e l’ANPI fanno unu “cumbiru (bicchierata) per festeggiare la vittoria del 4 dicembre”. Mentre noi stappiamo una bottiglia e solleviamo i calici, Clara Murtas e Piero Marcialis leggono alcuni testi, Roberto Deiana ci delizia con la sua chitarra e la sua voce. Un’occasione per stare allegramente insieme dopo due anni di impegno serrato a difesa della nostra Costituzione e della democrazia. Partecipate tutti!
Non è proprio l’anniversario, ma noi oggi festeggiamo la vittoria di un anno fa, del 4 dicembre. Giorno più, giorno meno, è giusto farlo. E’ stata un vittoria netta, al termine di una battaglia esaltante, durata un anno intero, tutto il 2016. E’ una delle giornate decisive della storia repubblicana, come per il referendum sul divorzio, e per quelle ancora più risalenti come la vittoria contro la legge-truffa. Ma ora ha un significato diverso perché la vittoria del 4 dicembre è stata il risultato di una straordinaria combinazione di fattori positivi. La mobilitazione spontanea, la forte carica unitaria, la consapevolezza di fare una cosa giusta.
Mi tremano ancora i polsi quando penso alla prima assemblea che facemmo a Cagliari, nella sala del Banco di Sardegna, Mi chiedevo in cuor mio come avremmo fatto ad avere l’energia necessaria a combattere, senza cassa, senza alcuna attenzione anzi con l’ostilità espressa dei mass media, la potente nacchina propagandistica di Renzi. Ma la risposta venne subito, in quella prima assemblea, che vide una partecipazione così larga da lasciar fuori dalla sala, per strada, centinaia di democratici accorsi per dare manforte. E così fu nei giorni e nei mesi successivi. Entrò in campo la potente macchina dei social, che sbugiardavano, giorno per giorno, ora per ora, le intere pagine di giornale riservate agli scagnozzi di Renzi, persone prive di qualità e cultura, pagine che serbavano il silenzio più assoluto su assembllee affollate con relazioni di personaggi importanti della cultura giuridica italiana, presidenti dell’associazione nazionale dei costituzionalisti e autorevoli cattedratici. Nascosero perfino la grande manifestazione al T Hotel col presidente dell’ANPI Carlo Smuraglia, partigiano da ragazzo, eminente giuslavorista, numero uno di un’associazione, l’ANPI, che riassume e dà continuità a quell’impegno ideale e morale che fu la Resistenza, da cui è nata la nostra Costituzione e la costruzione della democrazia italiana.
Ricordo quando, con preoccupazione, ci chiedevamo, come sarebbe stato possibile raggiungere i piccoli centri, far conoscere in ogni dove le nostre argomentazioni in difesa della Carta, vilipesa e sfregiata dalla proposta di modifica Renzi-Boschi-Verdini. E poi, pian piano, fin dai più piccoli paesi, dai territori più lontani, gruppi spontanei hanno iniziato a chiamarci, a contattarci via mail, e il movimento è cresciuto, diventato impetuoso, tanto che abbiamo dovuto mettere in campo, per tenere assemblee, per fare relazioni, non solo gli anziani della riserva democratica, ma tanti giovani, freschi dei manuali di diritto costituzionale o semplici cittadini attivi. Un miracolo! Una armata brancaleone si è, d’incanto, trasformata in una carovanna disciplinata, determinata e gioiosa.
E poi un fatto inaspettato, nell’impeto dell’impegno, per chissà quale magìa, divisioni, veleni di una militanza tormentata nella sinistra, sono scomparsi. Ci siamo trovati fianco a fianco, mettendo al primo posto, come fatto assorbente, la finalità da raggiungere, l’obiettivo da realizzare: difendere la Costituzione dall’assalto di stampo oligarchico, dalla volontà di instaurare una democrazia “di investitura” del capo.
Non c’è stata assemblea, anche nei centri più piccoli, che non abbia visto una grande partecipazione. Migliaia di interventi, intelligenti, calibrati, competenti, anche da persone apparentemente modeste. Un immenso patrimonio intellettuale e morale che si è improvvisamente rivelato, superando la melma, divenuta crosta e barriera, della mala politica, del malaffare piccolo e grande, della faziosità interessata, della manovra per comandare ed escludere, dei deteriori tatticismi.
E in quel vortice abbiamo ridato voce ai principi della nostra Carta, calpestati e irrisi, dal lavoro, all’uguaglianza, al perenne valore della democrazia, che, per esistere, proprio l’inveramento dell’eguaglianza presuppone.
Non vi pare che tutto questo meriti un brindisi? Meriti di stappare una bottigila, come disse Carlo Smuraglia al Congresso dell’ANPI di Rimini nel maggio del 2016. A chi, fra i sostenitori del SI’, faceva foschi presagi alla sconfitta della schiforma renziana, a chi preconizzava catastrofi, il buon Smuraglia, col sorriso tranquillo del giusto, rispose: “Cosa faccio se vince il NO? Stappo una bottiglia di spumante!“. E così facciamo noi oggi a Cagliari, oggi nella sede dell’Associazione Terra battura in via S. Domenico 10, Stappiamo una bottiglia, sentiamo letture irridenti e giocose, cantiamo al suono di una allegra chitarra. Assaporiamo la gioia di un risultato che è stato frutto del nostro impegno unitario, lasciamo fuori dalla porta quegli umori, che, ahinoi!, ricompaiono in quegli stolti che non comprendono il valore del fare le cose insieme. Ci godiamo, con la festa, il sapore piacevole, intenso, inebriante dell’essere diversi ed uniti in un impegno libero, che continua perché perenne è la lotta per la democrazia.
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2 commenti
1 Oggi lunedì 11 dicembre 2017 | Aladin Pensiero
11 Dicembre 2017 - 09:31
[…] stappiamo una bottiglia alla vittoria del 4 dicembre 11 Dicembre 2017 Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Oggi dalle 19 nella sede dell’Associazione Terra battuta, in via S. Domenico 10 a Cagliari, il […]
2 annacarla
12 Dicembre 2017 - 20:28
splendido ricordo !
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