Andrea Pubusa
(Dov’è la riforma intellettuale e morale di Gramsci?)
L’altro giorno, riflettendo sulla condanna della Barracciu e sopratutto sulla sua reazione alla sentenza, mi sono chesto se c’è ancora il senso dell’onore in chi è chiamato a ricoprire una carica elettiva. L’elezione dovrebbe essere gratificante. E’ una scelta dei cittadini, ricca di implicazioni. Sopratutto di doveri. Far bene, rappresentare nel migliore dei modi le aspirazioni di chi ti ha votato, sentire il peso in ogni gesto, parola e anche nel vestire del rispetto che si deve ai cittadini, avere ben presente la centralità e la pregnanza dell’imperativo etico-morale. La nostra Costituzione, nella sua grandezza, ha previsto anche questo sintetizzandolo in due parole “onore e disciplina” (art. 54, cpv.). Nei manuali di diritto amministrativo in questa luce veniva spiegata anche l’indennità, erogata non per determinare un privilegio, ma per consentire a tutti gli eletti di esercitare con dignità, anche nel vestire, la carica.
Alla luce di tutto questo mi sono chiesto cosa abbiano pensato tutti (con qualche mosca bianca) i nostri consiglieri regionali, quando hanno fatto transitare nei loro conti bancari personali le somme destinate al lavoro collettivo dei gruppi consigliari. Lavoro delicato e importante perché i gruppi sono il trait d’union, il raccordo fra partiti (associazioni) e istituzioni. Sono i gruppi che alimentano l’azione del massimo organo della Regione, il Consiglio, predisponendo proposte di legge, studi sulla situazione socio-economica, su singoli comparti o situazioni, e traendo da ciò spunto per proposte mozioni e simili. C’è poi tutta l’attività d’informazione e dell’attività consiliare, da realizzare con conferenze, convegni e pubblicazioni.
Orbene, questo orizzonte è semplicemente sparito, cancellato dai nostri consiglieri. La Barracciu (e gli altri) lamentano un mancato rispetto del loro ruolo da parte dei giudici, una giustizia ingiusta, perché non riconosce al potere una zona franca che li esenta dal rendere conto di come hanno esercitato il potere e utilizzato i fondi pubblici. E’ scomparsa la nozione di funzione che indica l’esercizio del potere proteso verso la realizzazione del pubblico interesse; hanno espunto quest’ultimo ed hanno concepito se stessi soltanto come dotati di preogative senza finalità pubblica, ma solo per un edonistico utile personale.
Ciò che mi ha colpito nella Barracciu, ma questo vale anche per gli altri della sedicente sinistra, è che non hanno avuto un barlume di pentimento, di riflessione autocritica, di senso del discostamento della loro condotta, al di là dell codice penale, che è cosa di Tribunali, dall’etica, che è cosa pubblica, di noi tutti.
L condannata ha ricordato che il 30 settembre di non so quale anno si è addormentata candidata alla presidenza della Regione e alle 8 del 1° ottobre si è svegliata indagata. Giustizia ad orologeria, insomma. E così, senza alcuna riflessione autocritica, senza rielaborazione dei fatti e dei comportamenti, ha preteso arrogantemente una compensazione per la rinuncia alla candidatura alla Presidenza, presto ottenuta da Renzi con la nomina a sottosegretario di Stato e, senza vergogna, alla cultura.
Ora, si apre la partita dei rifondaroli, anche loro alla sbarra, anche loro per le stesse ragioni. Cosa diranno? Che hanno messo tanta benzina? Che hanno fatto tante riunioni? O avranno il coraggio di una riflessione non banale sulla vicenda? Ricorderanno che l’ideologia per la quale hanno chiesto i voti richiede anzitutto atti di generosità, impegno disinteressato? Che la causa da loro professata è la più nobile? L’eguaglianza degli uomini e delle donne, tanto nobile da essere esattamente la stessa che in terra predicava e voleva il figlio del Signore, tanto da lasciarci la pelle.
Bene, tutto questo orizzonte ideale è scomparso, sepolto. Questo spiega anche perchè la sinistra è morta e ci dice chi l’ha uccisa. E ci dice anche perché costoro non possono ricostruirla.
L’unica cosa certa, è che quell’aspirazione perenne all’eguaglianza non morirà, troverà, chissà come e chissà quando, altre teste e gambe per camminare. Come l’araba fenice è morta, ma rinascerà.
1 commento
1 Oggi mercoledì 13 dicembre 2017 | Aladin Pensiero
13 Dicembre 2017 - 08:44
[…] Andrea Pubusa su Democraziaoggi. —————————— Giovedì 14 dicembre Auditorium Comunale [Piazza Dettori 8, Cagliari] ore 18:00 L’economia della felicità – Incontro con l’economista Leonardo Becchetti. Circondati da ipermercati dove si vende di tutto a prezzi bassissimi, siamo arrivati alla felicità? Forse no, perché dall’economia non dipende solo il benessere delle nostre tasche, ma gran parte della felicità di tutti noi e, a lungo termine, la sopravvivenza del pianeta. Orientare le nostre scelte d’acquisto fa la differenza nel preservare e promuovere valori fondamentali come libertà, giustizia ed equità, valori che sono alla base di una vera felicità. Presenta l’incontro Roberto Sedda. - Libro di riferimento: Capire l’economia in sette passi [Minimum Fax, 2016] ————–14 dicembre——————————————— —————————— Venerdì 15 dicembre —————————————- —————————— Sabato 16 dicembre Mercoledì 13 dicembre —————————————————————- “Pro Salute e prosperitate nostra – Nostra Signora di Bonaria nella storia della salvezza, dalla corona al regno d’Italia” ——- di Gianlorenzo Porrà. […]
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