Dall’assemblea nazionale del Comitato una spinta a continuare la battaglia democratica

5 Dicembre 2017
Nessun commento


Andrea Pubusa

All’assemblea nazionale arrivo un pò in anticipo, non solo per trovare senza affanno il luogo, ma anche per chiacchierare con qualcuno. E’ così è. All’ingresso del centro conferenze trovo Villone, con la sua immancabile sigaretta, e Mario Beschi. Il primo collega e amico da una vita, tante battaglie insieme nell’accademia e fuori. Mi chiede di Cagliari. gli dico che stiamo lavorado con discreto profitto e soggiungo che a gennaio vorremmo fare qualcosa sul 70° dell’entrata in vigore della Costituzione. Lui è interessato e mi pare si proponga per essere della partita. Colgo la palla al balzo e lo blocco per la metà di gennaio, data da precisare. Intravedo Besostri, l’avvocato ammazza-porcellum, lo raggiungo e ci accordiamo per le future iniziative giudiziarie contro il rosatellum, da far partire anche da Cagliari. L’uno dopo l’altro arrivano Grandi, Gallo, Russo Spena, Alfonso Gianni e vari componenti di comitati locali. C’è anche la Falcone, che pontifica fuori su movimenti e associazioni in chiave politico-elettorale. Ma quanti sono interessati a queste vicende sono all’assemblea nazionale con Grasso, quindi noi siamo un po’ a ranghi ridotti. Ma il clima è buono. Tutti parlano di cose fatte e da fare nelle città di provenienza. C’è nell’aria ottimismo e buona volontà.
Villone s’insedia alla presidenza e apre la seduta. Introduce Domenico Gallo che con lucidità mette in luce il valore storico della vittoria del 4 dicembre, una delle più grandi della storia repubblicana. Sottolinea la nostra consapevolezza d’essere stati decisivi, di aver rimesso in movimento ogni aspetto della politica nazionale. La caduta del governo Renzi e l’apertutra di una stagione politica nuova, ma conmplessa, col distacco da Renzi di importanti forze del suo stesso partito, schierate su una linea di rilancio della Ciostituzione. In queste scelte dirimente è stata la battaglia in difesa della Costituzione e la nostra dtereminazione, insieme a quella dell’ANPI, nonostante le tiepidezze della CGIL.  Il Comitato - sottolinea Gallo - non è coinvolto nei processi politici, l’unico auspicio nostro è che ci siano in futuro molti parlamentari con cultura e ispirazione costituzionale. Quindi è positivo che si allarghi l’area dell forze chiaramente schierate per l’attuazione del dettato costituzionale, che reca, nei suoi principi, i capitoli di un programma di sviluppo democratico del Paese.
Gallo poi parla del nostro lavoro nella società civile per salvare e rilanciare la democrazia rappresentativa contro i tentativi autoritari propri della c.d. “democrazia d’investitura” che in questi anni ha minato la rappresentanza in favore della nomina di una capo del governo, a cui attribuire ampi poteri e molti parlamentari nominati e fidelizzati.
Fin qui l’analisi e la critica, ora la parte propositiva, l’illustrazione delle prossime iniziative. Deposito in Cassazione di una proposta di legge costtiuzionale per ripristinare il vecchio articolo 8! Cost,, senza il pareggio di bilanzio. Un NO forte e chiaro contro le politiche europee iperliberiste, che hanno determinato la morte dello stato sociale e ridimensionato i servizi pubblici che soddislano diritti e interessi fondamentali dei citatdini. Indi annuncia un’iniziativa di grande valore simbolico. Il 27 dicembre prossimo data del 70° della promulgazione della Costituzione sarà il nostro Comitato a ricordare proprio nella sala di Palazzo Giustiniani la storica firma lì apposta sotto il testo della Carta appena approvata. Saremo noi a celebrare quell’evento fondante della Repubblica alla presenza del presidentre del Senato Grasso. Un riconoscimento anche questo del nostro ruolo fondamentale nella difesa dinamica della Carta. Poi c’è il conflitto d’attribuzione davanti alla Corte costituzionale da noi sollecitato contro le ben otto fiducie chieste per approvare il Rosatellum in violazione dell’art. 72 della Costituzione. Di questo parlerà poi diffusamente Besostri, che sosterrà la nostra posizione alla Consulta. E’ una battaglia giuridica difficile perché mira ad ottenre un annullamento del Rosatellum per violazione della procedura che non ammette scorciatoie e fiducie. E’ un caso nuovo e dunque costituirà precedente giurisprudenziale.
Poi Besostri parla dei tanti trucchi contenuti nel Rosatellum e propone una linea di attacco anche giudiziario in quanto presenta, seppure camuffati, gli stessi vizi dell’Italicum, sanzionati già dalla Corte costituzionale. Il rosatellum ci darà ancora un parlamento di nominati, in violazione della rappresentanza e della Costituzione, un parlamento di una oligarchia politica, che intende perpetuarsi, senza nessuna apertura o ripensamento.
Grandi illustra le nostre iniziative da portare nei territori sopratutto contro il rosatellum, ma non solo. Un terreno di mobilitazione e iniziativa unitaria di base da sviluppare con decisisione come nello scorso anno. Alla fine Villone tira le fila con un intervento sintetizzabile col titolo del suo editoriale su Il Manifesto: “ad un anno dal 4 dicembre la battaglia continua“. Con un brindisi alla vittoria l’assemblea si chiude. Ognuno torna nel proprio territorio, consapevole delle difficoltà, ma deciso a non mollare. La battaglia continua.

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento