Il Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria ha emanato questa nota stampa.
C’era da spettarselo. I maschietti del Consiglio regionale sull’emendamento riguardante la parità di genere fanno melina in Commissione. Non volendo chiedere il voto segreto in Aula per bocciarla come nel 2013. Hanno individuato una nuova tattica: assumono l’esistenza di un dissenso sui collegi con l’intento di scansare il voto. E così il rinvio del il voto sullo stralcio, al 21 novembre alle 16, rischia di diventare una premessa d’insabbiamento. Il motivo? Un emendamento all’articolo 1 che prevede la parità di genere nella compilazione delle liste, sul quale in Aula non è stato raggiunto un accordo. Si poteva votare subito – come ha proposto il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau – ma evidentemente nessuno dei consiglieri vuole rischiare il proprio seggio in favore delle donne. Anche perché le sostenitrici dell’emendamento sono componenti degli stessi partiti degli attuali consiglieri e dunque concorrenti dirette. Insomma una lotta all’ultimo sangue per il seggio, senza una riflessione generale sulla elettorale, che costituisce un grave vulnus all’uguaglianza del voto e alla rappresentanza dei sardi col suo iperpremio di maggioranza e il dopppio sbarramento al 10% per le coalizioni e al 5% per le singole liste. Ecco perché il Comitato di Iniziativa Costituzionale e Statutaria di Cagliari (già Comitato per il NO al referendum costituzionale) ritiene indispensabile che, in vista della prossime elezioni del 2019, il Consiglio regionale voti una nuova legge elettorale di tipo proporzionale che modifichi sostanzialmente l’impianto della legge elettorale regionale oggi vigente. Ogni piccola correzione, quale la possibilità della doppia preferenza di genere in discussione in questi giorni nell’Assemblea regionale, senza una modifica sostanziale del suo impianto, non cambia la natura antidemocratica della legge attuale, pensata ai danni di qualche partito e non a vantaggio di tutto il corpo elettorale. Anche le donne a ben vedere hanno da guadagnare da una riforma vera della legge, anziché affidarsi ad un emendamento, che non la correggono nei suoi punti critici, e che per di più rischia di non essere votata.
Donne vigilano in Consiglio contro le imboscate, ma i maschietti meditano di stoppare l’emendamento in Commissione.
2 commenti
1 Tonino Dessì
18 Novembre 2017 - 08:50
Però eviterei questo termine “i maschietti”. Per quanto ironico nell’intento, lo trovò sempre un po’ stucchevole. Avrei scritto: “i gruppi consiliari a quasi totale prevalenza maschile”. Dà meglio il quadro esatto del contesto sul quale le donne vicine a questi gruppi e ai relativi partiti hanno finora riposto il loro affidamento.
2 Tra il dire e il fare… | Aladin Pensiero
19 Novembre 2017 - 11:08
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