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Renzi lo abbiamo ammazzato il 4 dicembre, 11 mesi fa, ma in politica ai cadaveri si dà sepoltura dopo che sono già putrescenti, pudexius. E così si farà col trombettiere di Rignano. Danni comunque ha continuato a farne. Ha ulteriormente frantumato il suo partito, e - badate - far uscire Bersani dal PD è stata un’impresa impossibile, che solo lui poteva compiere. E’ riuscito anche a resuscitare Berlusconi, anch’essa impresa al di fuori dell’umano. Finora solo uno,  è resuscitato, ma sappiamo chi era.
Si capiscono le dinamiche dei flussi. La destra internazionale e nostrana, che aveva puntato prima su Berlusconi, poi, dopo tentativi deludenti (Monti, Letta jr.), pensava di aver trovato in Renzi il suo successore, ora, visto che il ragazzo, non è all’altezza, torna all’originale, al vecchio arnese, pur di stoppare il M5S. Questa infatti è la vera alternativa possibile, temuta dalle destre e dai moderati, e anche da una certa sinistra schizzinosa e piena di pregiudizi.
In Sicilia, sepolto Renzi, i pentastellati tengono testa alle destre.
Lo spoglio è iniziato oggi alle 8. Secondo tutti i principali exit poll diffusi nella serata di domenica, dopo la chiusura dei seggi, il candidato del centrodestra Nello Musumeci è tra il 33 e il 40 per cento, in vantaggio rispetto agli altri candidati. Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle è dato tra il 30 a il 37 per cento, mentre Fabrizio Micari candidato del PD è tra il 15 e il 20 per cento dei voti. Claudio Fava, che si è invece presentato con il sostegno di liste di sinistra, dovrebbe aver ottenuto circa il 10 per cento secondo gli exit poll.
A vincere è però è sicuramente il “partito del non voto”: solo il 46,76% ha votato per l’elezione del presidente della Regione e dell’Assemblea, mentre il 53,23% ha disertato le urne. Rispetto al 2012 quando aveva votato il 47,41%, il dato dell’affluenza è in calo dello 0,65%.
Dai primi risultati veri destra e M5S sono testa a testa. Sarà un finale al fotofinish. Speriamo bene.