Rosatellum: la legge degli strappi alla Costituzione

27 Ottobre 2017
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Andrea Pubusa

Il Rosatellum bis è stato approvato in tempi record, a 35 giorni - domeniche comprese - da quando il Pd ha depositato in commissione Affari costituzionali della Camera il testo base. Era il 21 settembre. Da allora, un vero e proprio tour de force tra Camera e Senato per approvare la legge prima del voto siciliano e prima della sessione di Bilancio. E qui è evidente il primo strappo. In violazione dell’art. 72 Cost., che per le leggi elettorali impone il procedimento ordinario, il governo, su richiesta del Pd, ha posto ben 8 questioni di fiducia: le prime tre fiducie sono state votate a Montecitorio, le altre cinque nel passaggio finale al Senato. Si dice per evitare imboscate in Aula, in realtà per strozzare il dibattito nel Paese. che, ad una spiegazione sul testo, mostra di reagire nello stesso modo del referendum costituzionale dell’anno scorso. Mentre in via Garibaldi distribuivamo volantini durante il presidio anti-rosatellum di mercoledì, indetto dal Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, abbiamo avuto tutti la sensazione che la gente con cui si interloquiva rispondesse nello stesso modo degli incontri dell’autunno scorso nello stesso luogo per la deforma costituzionale di Renzi. E nelle stesse percentuali! Paura, dunque, non solo del voto in aula, ma della montante reazione popolare. Imbavagliare la libera discussione questo è il chiodo fisso del PD.
Infine, nel percorso di questa pessima legge c’è stato un ulteriore vulnus, riconducibile al cambio di maggioranza in corsa. Mentre Verdini annuncia in auka di essere in maggioranza, MdP ne è uscito formalmente, informandone anche il Colle, ma tutto prosegue come se nulla fosse accaduto. E’ evidente invece che il Presidente della Repubblica debba richiedere al governo di sottoporsi ad una verifica parlamentare onde vedere se ha la maggioranza e quale questa sia.
E’ verosimile ormai che assisteremo ad un altro strappo della Carta con la promulgazione di un testo in odore assai acre di incostituzionalità, sopratutto perché viola il principio della trasparenza del voto e concorre a formare un parlamento di nominati. La posizione del Presidente è molto delicata perché senza un suo intervento preventivo, quale garante della Costituzione, il prevedibile annullamento della Corte non ci salverebbe dall’avere per l’ennesima volta un Parlamento fuori legge.
Stanno qui le ragioni che, nel pomeriggio di giovedì, hanno indotto il Presidente del Senato Pietro Grasso a lasciare il gruppo parlamentare del Partito Democratico, il partito con il quale era stato eletto senatore, per passare al gruppo misto. Grasso  ha motivato la sua decisione con una telefonata di cortesia al capogruppo al Senato del Pd, Luigi Zanda.  ”Si è dimesso dal gruppo del Pd - ha confidato Zanda - principalmente perché non condivide la linea politica del partito e, in particolare, le decisioni sulla legge elettorale. “Mi ha detto - rivela ancora Zanda - che se non fosse stato presidente del Senato e avesse dovuto votare, non avrebbe votato né la legge né la fiducia sugli articoli.”  Oggi Grasso spiega la sua scelta su La Repubblica. Uno strappo anche questo, di grande valore politico e simbolico:il PD imbarca un condannato di destra (Verdini) e perde uno stimato ex magistrato di sicura fede democratica, che ora ricopre la seconda carica della Repubblica.  Così va il PD al tempo di Renzi…verso il baratro.
Se si tien conto che il PD ormai è organicamentein sintonia con il centrodestra ed è un partito dichiaratamente anticostituzionale, si capisce che il futuro democratico del Paese è quantomai incerto. Una ragione di più per mantenere alta la vigilanza e intensificare la mobilitazione. A Cagliari - se volete esprimere il vostro impegno - aderite, inviando la vostra mail al Comitato d’inziativa costituzionale e statutaria, organismo di base (referendumiovotono.cagliari@gmail.com) non partitico, che prosegue la mobilitazione contro la legge truffa nazionale e quella regionale, ed è impegnato in azioni miranti all’attuazione della Costituzione e dello Statuto sardo.

Scheda da il Fatto quotidiano

Rosatellum bis, come funziona le legge elettorale dei nominati

Il “Rosatellum bis”, approvato a Camera e Senato con la fiducia, prevede un sistema elettorale misto, in cui la distribuzione dei seggi è per il 36% maggioritaria e per il 64% proporzionale. Con la legge elettorale dei nominati si prevedono in particolare, 231 seggi alla Camera e 116 seggi al Senato assegnati attraverso collegi uninominali con formula maggioritaria, in cui vince il candidato più votato. L’assegnazione dei restanti seggi, invece, avviene con metodo proporzionale, nell’ambito di collegi plurinominali. In questo caso sono previsti dei listini molto corti, con un minimo di due e un massimo di quattro candidati.

UN’UNICA SCHEDA, NO AL VOTO DISGIUNTO – Il voto è unico e non è prevista la possibilità del voto disgiunto. La nuova scheda elettorale reca il nome del candidato nel collegio uninominale ed il contrassegno della lista o delle liste collegate, corredate dei nomi dei candidati nel collegio plurinominale. L’elettore vota il contrassegno della lista prescelta ed il voto è attribuito anche al candidato.

CHI VIENE ELETTO – Nei collegi uninominali il seggio è assegnato al candidato che consegue il maggior numero dei voti. Per i seggi da assegnare alle liste nei collegi plurinominali, il riparto avviene a livello nazionale, con metodo proporzionale, tra le coalizioni di liste e le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento. Il deputato eletto in più collegi plurinominali è proclamato nel collegio nel quale la lista cui appartiene ha ottenuto la minore percentuale di voti validi rispetto al totale dei voti validi del collegio. Il deputato eletto in un collegio uninominale e in uno o più collegi plurinominali si intende eletto nel collegio uninominale.

SBARRAMENTO – AL 3% PER LE LISTE E AL 10% PER LE COALIZIONI – I partiti possono presentarsi da soli o in coalizione. La coalizione è unica a livello nazionale. I partiti in coalizione presentano candidati unitari nei collegi uninominali. Lo sbarramento è al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni. Per le coalizioni non vengono comunque computati i voti dei partiti che non hanno superato la soglia dell’1 per cento.

PLURICANDIDATURE E SOGLIE DI GENERE – Nei collegi plurinominali sono possibili un massimo di cinque pluricandidature. Il Rosatellum bis poi prevede specifiche disposizioni per garantire la rappresentanza di genere. “Nei collegi uninominali – si legge nel testo – nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60%”. Il rapporto è valido anche per i collegi plurinominali, nei quali si prevede che la quota massima 60-40 venga rispettata a livello regionale.

TAGLIANDO ED ISTRUZIONI – E’ previsto anche un ‘tagliando antifrode’ per le schede elettorali, che saranno fornite di tagliando rimovibile con un numero progressivo, che sarà annotato prima che l’elettore entrerà nella cabina per votare. In questo modo si potrà evitare lo scambio con frode di schede prestampate. Sulla scheda elettorale ci saranno anche istruzioni per informare gli elettori su come verrà distribuito il loro voto.

DELEGA AL GOVERNO PER DISEGNARE I COLLEGI – Il testo reca una delega al Governo, da esercitare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, per la determinazione dei collegi uninominali e dei collegi plurinominali della Camera e del Senato, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.

RACCOLTA DELLE FIRME – I partiti o le nuove formazioni che non sono in Parlamento o non hanno un proprio gruppo per candidarsi dovranno raccogliere, per le prossime elezioni, 750 firme. A partire dal prossimo turno elettorale il numero verrà raddoppiato. Sempre e solo per questa tornata, gli avvocati cassazionisti potranno autenticare le firme per le liste elettorali. Sono esentati dalla raccolta i partiti che si sono formati prima del 15 aprile 2017.

TRENTINO ALTO ADIGE – Il Rosatellum assume quanto votato dalla Camera a giugno con l’ok a scrutinio segreto all’emendamento Fraccaro-Biancofiore: saranno sei i collegi uninominali e cinque proporzionali.

POSSIBILE CANDIDARSI ALL’ESTERO PER CHI RISIEDE IN ITALIA – L’art. 5 prevede anche, dopo l’approvazione venerdì in commissione Affari costituzionali dell’emendamento a firma Lupi ribattezzato ‘salva Verdini’, che “gli elettori residenti in Italia possono essere candidati in una sola ripartizione della circoscrizione estero”.

F. Q. | 26 ottobre 2017

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  • 1 Oggi venerdì 27 ottobre 2017 | Aladin Pensiero
    27 Ottobre 2017 - 08:13

    […] Rosatellum: la legge degli strappi alla Costituzione 27 Ottobre 2017 Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Il Rosatellum bis è stato approvato in tempi record, 35 giorni – domeniche comprese – […]

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