Amsicora
Qualche difficoltà nel centro Sardegna per neve e ghiaccio, nel resto della Sardegna nessun problema nelle operazioni di voto. L’affluenza ai seggi è stata del 67,58% degli aventi diritto. Nelle Regionali del 2004 il dato finale registrò il 71,2%. Un lieve calo dei votanti, senza frane tipo Abruzzi.
Si contendono il governo Soru e Cappellacci. Ma, a guardar le cose senza pre-giudizi, quali sono le forze che competono oggi per il governo regionale? Anzitutto c’è un grande partito della destra, il PdL, con varie articolazioni al suo interno, prima fra tutte AN, che, pur essendo confluita nella nuova formazione politica, mantiene una sua spiccata autonomia. PdL in Sardegna è dunque, come, del resto, a livello nazionale, un tronco con due rami principali, FI e AN. Nello schieramento esistono anche altre forze, dotate di autonomia. Alcune strutturalmente di centro-destra come l’Udc, altre di recente acquisizione, regalatele dal settarismo di Soru, come il Psd’az. Uno schieramento ampio, ma articolato. Il dominus lascia fare, non s’interessa dei piccoli affari interni, che rimette ai valvassori e valvassini locali, mentre si riserva d’impartire ordini sulle grandi questioni che direttemente lo interessano.
Lo schieramento opposto è meno articolato, è una vera lista Soru con forti connotazioni di partito unico, ancorché liquido. Soru ha schiantato il PD, non avendolo conquistato con la normale dialettica politica. Rimane così fuori dalla sua influenza un’ala composita del PD: quella che fà capo ai vecchi oligarchi e quella sinceramente progressista, che mantiene un’ispirazione democratica secondo la tradizione della sinistra e del popolarismo cattolico. Soru invece incassa l’adesione piena e acritica delle diverse sigle della sinistra. Prc e Pdci lo hanno assecondato piattamente in tutta la scorsa legislatura, impedendo così la costituzione di una robusta e visibile concentrazione di sinistra o di centrosinistra d’ispirazione autonomistica, con sardisti e socialisti. Hanno preferito far parte organica del Partito di Soru, accettandone il comando, immedesimandosi in esso, com’è risultato evidente in questa campagna elettorale, nella quale sono completamente scomparsi. SD ha abbandonato la sua originaria connotazione di movimento per l’unità della sinistra, ha liquidato gran parte del gruppo che ha fatto la battaglia nei DS. Si è inventato una sigla a fini elettorali nella quale sono confluiti alcuni consiglieri regionali, transfughi di PRC e Pcdi, in cerca di conferma. Sono state frettolosamente accantonate le pur giuste critiche che Maurandi aveva mosso a Soru, rifluendo anch’essa rispettosamente nel partito unico.
Cosa s’aspettano queste “forze” dalle elezioni? Per loro è agevole prevedere una frana rovinosa alle urne. Ed allora confidano in una vittoria di Soru con relativa lievitazione dei consiglieri regionali a cento o forse più. In questo modo, anche senza seguito, qualche loro candidato, con poche centinaio di voti, avrà il seggio e assumerà, artificiosamente, i panni di rappresentante della sinistra e del mondo del lavoro. Potranno così, coi finanziamenti regionali, mantenere la sigla, qualche sede e una piccola rete di funzionari. Con quale reale utilità per il mondo del lavoro e per la democrazia sarda è agevole immaginare. Il paradosso è che queste “forze” vengono a collocarsi nel partito fluido di Soru nell’ala destra del PD, meno autonome dal dominus rispetto a quella parte di questo partito che ha tentato di arginare lo strapotere del Presidente uscente; e lo ha fatto non per mantenere prebende, ma per difendere spazi di partecipazione democratica. Il partito di Soru estende poi le sue adesioni a settori della sinistra “extraparlamentare” storica, galvanizzati dall’estromissione degli inossidabili oligarchi del PD, che per loro - rimasti ancorati a schemi novecenteschi - sono i vecchi gerarchi comunisti, affossatori dei movimenti spontanei. E così nell’illusione di difendere i movimenti fan partito con chi oggi certamente annienta qualunque dialettica nel centrosinistra. Questi extraparlamentari “storici” si trovano bizzarramente, dopo anni di critica alla sinistra isituzionale, a piazzarsi nel panorama sardo in una posizione moderata, qual’è, guardandola senza infingimenti, la collocazione del Partito liquido di Soru, una sorta di Progetto Sardegna allargato.
Questi i due grandi schieramenti, forse, più correttamente, i due partiti liquidi esistenti nella nostra Isola oggi. Sono essi che, con a capo due padroni indiscussi (sul piano politico e finanziario), si contendono il governo regionale.
Non esiste un terzo polo. Non lo costituiscono i socialiisti nè gli indipendentisti, non foss’altro che per la loro debolezza, anche se oggi costituiscono, virtualmente, l’unica alternativa al duopolio Berlusconi/Soru. Non lo costituisce neppure la vasta massa dei senza partito non filosoriani. Non gli astensionisti, fra i quali ci sono certamente molti elettori attivi socialmente ma anche i qualunquisti di sempre, né quanti ricorreranno alla scheda bianca e al voto variamente disgiunto. Certo qui c’è una massa di persone che è mobilitabile per un’alternativa democratica (settori critici del Pd, spezzoni della sinistra non filosoriana e strati democratici diffusi). Ma, al momento, si tratta di un’area variegata ed informe, annichilita e messa fuori gioco dall’accentramento soriano e dal “si salvi chi può” delle sigle sinistre. Quest’area è rimasta schiacciata fra il martello soriano e l’incudine de vecchio notabiliato PD. Forse, però, paradossalmente saranno questi cani sciolti, libertari e sparsi, a determinare l’esito delle elezioni. Non a caso Soru se n’è preoccupato inviando una lettera agli indecisi, dalle pagine a pagamento dei giornali. Ma, qualunque sia il risultato, la ricostruzione di un tessuto democratico in Sardegna non sarà facile. Se vincerà Cappellacci ci sarà un diffuso clientelismo locale e un solo comando per le poche grosse questioni che possono interessare il Cavaliere. Un Pili bis, per capirci. Terrificante. Se la spunterà, Soru non farà prigionieri nell’area democratica e sarà una satrapia assoluta ed occhiuta. Giunta, Consiglio, Partito con un unico capo. Questo accentramento non vi ricorda nulla? Terrificante. Se perderà lascerà un cumulo di macerie.
8 commenti
1 M.P.
16 Febbraio 2009 - 12:15
Egregio Amsicora,
la tua analisi non fa una grinza; mi pare che il punto di partenza, per l’azione futura, non possa essere che un “prendere atto” con coraggio della situazione che tu descrivi.
“Chiunque la spunti”, tu dici.
Paradossalmente però al cingolato preferisco il camion sgangherato, che senza infingimenti si presenterà per quel che è veramente, proprio perchè non è “di sinistra” come l’altro.
Ho l’impressione che una vittoria di Soru porterebbe ulteriori lacerazioni e la ricostruzione sarebbe più lunga e difficile; al contrario il male di una destra alla Regione è condizione con cui si è combattuto da sempre.
Soru perderà lasciando un cumulo di macerie? “Non b’at acontzu chene iscontzu”.
Vincerà Cappellacci sostenuto da Berlusconi? “male bènnidu in bonu, bene bènnidu siat”.
2 A. Nieddu
16 Febbraio 2009 - 12:57
Ho letto nel vostro sito molte analisi, io non mi sento all’altezza di farne una e non la faccio.
Da elettore, da sempre, della sinistra democratica dico questo: la coerenza, la fedeltà agli ideali della sinistra, il voler mantenere pura e immacolata la propria coscienza di democratici, sono tutte belle cose. Ma in politica, qualche volta bisogna fare una scelta; tenersi sdegnosamente in disparte, per non sporcarsi le mani, non serve se non si riesce ad evitare quel risultato che voi stessi considerate disastroso per la democrazia.
Per parlare chiaro: vogliamo rischiare di tenerci Soru per altri 5 anni?
Mancano 3 ore alla chiusura dei seggi.
3 admin
16 Febbraio 2009 - 13:18
Molti non hanno capito che questo sito non è un partito e neppure un soviet o un gruppo omogeneo. E non lo vuole essere. E’ e vuole essere un luogo di dibattito, aperto a tutte le opinioni. Abbiamo cercato di farlo, pur sapendo che dire le cose che si pensano in certi momenti può essere scomodo. Abbiamo cercato di rappresentare la realtà dell’area democratica, oggi come non mai lacerata, divisa ed incerta. In altri siti hanno fatto tifo da stadio pro o contra. Ma noi pensiamo che questo non serva, non sia utile. Per una qualsiasi ripresa della sinistra occorre partire dalla realtà qual’essa è, con tutte le sue luci e le sue ombre. Pertanto, noi non diamo indicazioni di voto. Anche perché siamo convinti che nella grande massa (lavoratori, disoccupati etc.) il voto è determinato più dalle proprie condizioni materiali e dai propri riscontri personali, che da quanto qui si può leggere. Domani, riprenderemo, qualunque sia il risultato, a dar conto della realtà, aperti a tutti i contributi seri. L’unica cosa a cui certamente non siamo sensibili e a cui non ci piegheremo saranno gli insulti, le minacce o i richiami della paura. Gli imbecilli ne tengano conto e rivolgano le loro mail altrove (a.p.).
4 T.M.
16 Febbraio 2009 - 13:37
…Insomma alla fine i responsabili sarebbero sempre coloro che decidono di non omologarsi? Prima ti accusano di essere un rompiballe e sbarrano la strada ad ogni tua proposta, poi invece, improvvisamente, le sorti della dello sviluppo e della democrazia dipenderebbero da te!! Perché mi dovrei sentire colpevole. Faccia mea culpa chi ha perso la mia fiducia e s’impegni, piuttosto, a riconquistarla.
5 A. Nieddu
16 Febbraio 2009 - 18:07
Caro Pubusa, sentirmi dare dell’imbecille da Lei, non mi ha ne offeso ne addolorato, ho i miei anni ormai e l’opinione di un’altra persona non mi aggiunge ne mi toglie niente.
Sono rimasto invece sorpreso, e mi chiedo dove è finita quella persona che argomentava in modo tanto pacato. Ho pensato a uno scatto di nervi dovuto a un cattivo risultato elettorale, solo che a questo punto mi chiedo se quello che è cattivo per me lo è anche per Lei.
6 MarDes
16 Febbraio 2009 - 18:30
A. Nieddu, penso abbia frainteso..
7 admin
16 Febbraio 2009 - 18:52
Caro Nieddu, i commenti degli imbecilli non li pubblichiamo, ma ne arrivano tanti e con toni poco garbati. Quindi non mi riferivo assoultamente a lei, che ha espresso con pacatezza una opinione rispettabilissima. La invito anzi a voler continuare a inviarci le sue osservazioni, che pubblicheremo molto volentieri (a.p.).
8 A. Nieddu
16 Febbraio 2009 - 20:40
La ringrazio. equivoco chiarito.
Continuerò a seguire con attenzione il suo sito; non è mai troppo tardi per imparare.
Cordiali auguri.
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