Tutti alle urne e buon voto!

15 Febbraio 2009
2 Commenti


Red

In politica - si sa - è come in amore. I segnali  valgono più delle parole. Spesso le travolgono. E, per lanciarli, non ci sono termini. Se positivi son sempre graditissimi e fanno dimenticare i precedenti. Aprono una nuova storia, d’intesa e di complicità. Chi - come noi - fà politica da quando ha smesso i pantaloni corti, queste cose le sà. E quindi quando abbiamo, da uomini di sinistra e del centrosinistra - mosso i primi rilievi critici al disegno di legge sulla Statutaria, con un’ispirazione limpidamente progressista e democratica, in linea con l’elaborazione del centrosinistra, eravamo convinti di dare un utile contributo. Una indicazione agevolmente recuperabile nella normale dialettica politica. Sarebbe stato sufficiente un serio bilanciamento dei poteri regionali mediante un temperamento dell’iperpresidenzialismo per appagare le nostre esigenze. Insomma, un Presidente forte e un Consiglio forte, all’americana, eliminando la clausola dissolvente. Sul conflitto d’interessi, pur propendendo per l’ineleggibilità, ci saremmo accontentati di una disclipina che prevedesse un rigoroso fondo cieco, anziché la foglia di fico del fiduciario. Con eliminazione ovviamente dell’ammissione della aziende del Presidente alle gare indette…dal Presidente stesso! Come si vede, domande di ordinaria democraticità, con un forte impegno sulle questioni del lavoro e dell’occupazione (alla Obama, per capirci) e con una valorizzazione ampia delle autonomie locali.

Bene, sarebbe bastato un impegno solenne o un segnale forte. Ci saremmo fidati della parola. Ma niente, nè parole né segnali son venuti dai pur numerosi interventi pubblici del Presidente uscente. Soru, nella sua piena consapevolezza politica, si è assunto la responsabilità di non inserire queste probematiche nell’agenda delle cose da discutere e rivedere nell prossima legislatura. Ed allora si comprenderà la difficoltà nel voto di chi la pensa come noi. Soru si è preso la bella responsabilità di legittimare non solo il voto col naso turato (il meno peggio, come molti anche in questo sito hanno detto), ma anche il voto disgiunto con preferenza a Balia o Sale (due candidature dignitose) per la presidenza, o il voto completo per queste liste. O la scheda bianca o ancora l’astensione. Perché legittimate da Soru, riteniamo tutte queste opzioni rispettabili. E, fra i collaboratori a questo blog, ognuno vota come meglio crede col pieno rispetto degli altri. Ma, da uomini di sinistra e fautori della partecipazione, confessiamo di avere una certa idiosincrasia verso l’astensione. Sentiamo forte il richiamo dell’urna, il bisogno di non esimerci dal recarci al seggio ad esercitare il nostro diritto di elettorato attivo. Lo abbiamo sostenuto anche nelle recenti cosultazioni referendarie beccandoci qualche critica e anche qualche insulto (gli imbecilli non mancano mai!) degli ultras soriani. Per costoro dissentire dal capo è lesa maestà ed alto tradimento, ovviamente con secondi, incofessabili e immondi fini (invidia, mancata acquisizione di prebende o insania mentale). Per loro è intollerabile il dibattito critico, che noi invece abbiamo cercato di alimentare civilmente, ospitando tutte le opinioni.  Con questo spirito oggi e domani invitiamo tutti all’urna, ritenendo che l’esercizio del diritto il voto consenta comunque la manifestazione della propria volontà in modo pieno. Anche i più esigenti possono trovare uno spazio e un modo per formulare le loro preferenze, premiando, se del caso, le minoranze coraggiose. O anche esprimendo la loro protesta con la scheda bianca. Il voto - per fortuna - e ancora libero! Ed allora: tutti al seggio! E buon voto.

2 commenti

  • 1 carlo
    15 Febbraio 2009 - 12:09

    Ancora incerto sul candidato a cui attribuire il voto in questa tornata elettorale, ho aperto il sito di DEMOCRAZIA OGGI per trovare gli spunti per una riflessione.
    La domanda è “Quaali sono i diritti irrinunciabili che voglio siano tutelati?”. Per quanto mi riguarda la risposta è i diritti dei più deboli, di chi non ha un lavoro, di chi ha un lavoro solo precario, di chi è costretto a lavorare in nero, subendo ricatti di ogni tipo, di chi è costretto a sacrifici di ogni genere per giungere alla fine del mese perché il salario che riceve è insufficiente ad affrontare i costi del vivere quotidiano. Sono questi problemi che trovano soluzione non solo in ambito regionale ma che anche nella politica regionale possono trovare risposta, almeno parziale. Ma allora qual’è la strada democratica per muoversi verso gli ideali: il voto è un passaggio irrinunciabile. Andare a votare è un dovere irrinunciabile per chi ha degli ideali e la scelta deve derivare irrinunciabilmente dalla domanda: “Chi è più adatto per raggiungere quegli ideali?”. E’ inutile pretendere di incontrare la perfetta identità di vedute con il candidato, ma di sicuro si tratta di vedere chi più si accosta alle proprie idee, chi può essere più idoneo per realizzare quelle idee di giustizia sociale. Secondo me la scelta non può che cadere sul candidato del centrosinistra. Dunque no all’astensionismo o alla scheda bianca o nulla, sì ad un voto consapevole verso chi rappresenta la soluzione forse non ideale ma sicuramente meno peggio rispetto a tutte le altre.

  • 2 M.P.
    15 Febbraio 2009 - 19:34

    A parer mio soltanto un Presidente regionale umile, disposto ad ascoltare tutti, la maggioranza prima di tutto, ma anche la minoranza, e il territorio, attraverso EE.LL. associazioni e sindacati, può dare qualche risposta nel giusto senso, per la gente, per tutti i sardi, ma in particolare per coloro che vivono nel disagio, di qualunque genere.
    Fra i cinque, il più sordo è certamente il governatore uscente, e di ciò NESSUNO ha dubbi.
    Egli sa bene, non ha bisogno di sentire proprio nessuno, e può decidere da solo per il nostro bene, per il MEGLIO.
    Lo temo, perchè non sa cosa sia democrazia partecipata, e chi sta troppo in alto (in un altro pianeta economico, finanziario e soprattutto culturale) può azzeccarne o meno, se tutto va bene. Ma potrebbe essere un PEGGIO, anche se vestito di vellutino verdognolo, che solo ora è sceso da cavallo per parlare con la gente; solo ora , però!
    Se dovesse essere rieletto, naturalmente sarebbe incoraggiato a ritirarsi nel suo castello e da lì fulminare come vuole. Non credo che LUI sia il male minore.

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