E se le stuprate fossero state nere immigrate?

13 Settembre 2017
2 Commenti


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Andrea Pubusa

E se le ragazze stuprate dai carabinieri fossero state nere e del Burkina Faso? Cosa sarebbe successo? Cosa avrebbero detto i media? E, ancor prima, il fattaccio sarebbe diventato di dominio pubblico? Le poverette avrebbero avuto il coraggio di denunciare l’accaduto? Avrebbero potuto contare sul loro ambasciatore in Italia? Ecco l’ambasciata USA, anche senza intervenire, per il solo fatto di esserci e di avere il notorio peso che ha sugli affari nostrani, ha giocato un ruolo? Ha avuto un peso? I carabinieri sarebbero stati inchiodati, se non si fosse paventato un intervento di Lew Eisenberg, l’attuale inquilino di via Veneto?
Basti ricordare l’immunità di cui godono i militari americani nel mondo occidentale. Un vero  proprio regime di eccezione. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva addirittura prontamente concesso la grazia al colonnello Joseph Romano,  condannato dalla Corte d’Appello di Milano in relazione al  rapimento di Abu Omar. Quando poi vengono perseguiti in Italia, nelle more del processo, i militari USA vengono rispediti a casa. E addio.
Per decenni si sono sottratti alla nostra giustizia. Ricordate quando il 3 febbraio 1998 due avieri americani – il pilota Richard Ashby e il navigatore Joseph Schweitzer – volando come Top Gun tranciarono i cavi della funivia del Cermis. Venti persone morirono. I due militari furono sottratti alla giustizia italiana e processati in America dove vennero assolti per l’incidente. Furono radiati e condannati a pochi mesi solo perché distruggendo il video del volo avevano ostacolato la giustizia. E i nostri governi hanno mai chiesto l’estradizione per le spie condannate?
Insomma, verso gli americani, anche i civili, nel mondo, e in Italia, c’è un occhio di riguardo. E così, a parti invertite, per il 22enne soldato Jerelle Lamarcus Gray, autore di due violenze in Italia, non era stata chiesta la custodia in carcere, ma nel suo reparto. Così è scappato e ha tentato una terza violenza. E solo allora è stato arrestato. Da questo punto di vista, ad onor del vero, anche i due carabinieri hanno finora avuto un trattamento più favorevole rispetto agli stupratori di Rimini.
Nel caso delle due ragazze di Firenze il favor verso gli americani conduce fortunatamente ad un risultato di giustizia. Ma dovrebbe essere per tutte le donne così. La legge dovrebbe essere uguale per tutti, perché uguali sono i doveri e i diritti, che sono i diritti universali dell’uomo e della donna, a prescindere dallla nazionalità e dal colore. E se non è così, ahinoi!, nel paese di Cesare Beccaria, immaginiamoci altrove. Poche chiacchiere, sui diritti c’è molto da fare!

2 commenti

  • 1 Mercoledì 13 settembre 2017 | Aladin Pensiero
    13 Settembre 2017 - 07:26

    […] E se le stuprate fossero state nere immigrate? 13 Settembre 2017 Andrea Pubusa su Democraziaoggi. E se le ragazze stuprate dai carabinieri fossero state nere e del Burkina Faso? Cosa sarebbe […]

  • 2 lucia Pagella
    16 Settembre 2017 - 18:41

    Se le stuprate fossero state nere non se ne sarebbe saputo niente perché nessuna di loro avrebbe avuto il coraggio e l’opportunità di sporgere denuncia ed ancor meno di vederla presa in considerazione. Solo le americane sono protette dall’ombrello a stelle e strisce. Attraverso i racconti di alcune donne che si sono rivolte a cittadinanzattiva ho avuto modo di constatare come funzioni la loro protezione e come gli appelli a denunciare perché poi giustizia sarà fatta siano delle ipocrite bugie. I carabinieri ed i poliziotti in primis ma poi anche i magistrati ( purtroppo anche magistrate donne) difficilmente danno un seguito alle denunce perché - si sa - le donne sono inaffidabili e comunque vogliose di provare l’ebrezza di uno stupro. Chiedere alla madre di Noemi quanto le sue denunce abbiano avuto seguito ma questo é solo l’ultimo caso conosciuto preceduto da una lunga, lunghissima schiera di altri fatti consimili a cui si dedica un trafiletto e via. Siccome sono arcistufa di leggere di donne uccise dagli amorevoli compagni dopo una sequela di denunce inascoltate propongo di organizzare un convegno in materia e di invitare tutti quegli uomini in divisa o muniti di tocco e toga perché ci spieghino di grazia per quale motivo di fronte alla disperazione di donne terrorizzate non si sono presi il disturbo di intervenire se non a cose fatte e senza problemi di coscienza. E vorrei che le donne che hanno visto le bugie istituzionali concretizzarsi fino a rinunciare e le madri la cui voce é rimasta inascoltata e che per questo hanno peso le figlie venire a puntare il dito contro questi individui così indaffarati per cui la possibile morte di una donna é un evento che rientra nell’ordine delle cose.
    Le donne si vergognano ma coloro che si dovrebbero vergognare ed essere esposti al pubblico ludibrio sono color ai quali si sono inutilmente rivolte. Vi saranno pure negli archivi le loro denunce. Bene é l’ora di tirarle fuori e di chiedere ragione agli ignavi del loro comportamento.

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