Voto sardo test nazionale

12 Febbraio 2009
3 Commenti


Andrea Raggio

L’essenza del berlusconismo è stata brutalmente messa a nudo da Berlusconi con la sfida aggressiva al Presidente della Repubblica nella dolorosa vicenda Englaro. Consiste nel sovraordinare il potere esecutivo a ogni altro potere - legislativo e giudiziario - liberandolo da vincoli e controlli. La Costituzione è un ostacolo? Sia cambiata, ridisegnata a misura dell’ambizione del premier. Il quale ha voluto lo scontro istituzionale proprio per forzare in questa direzione. Giungendo assurdamente a sostenere che la svolta eversiva sarebbe giustificata dalla necessità di governare la crisi globale. C’è, dunque, materia di riflessione per chi ha creduto e ancora crede sulla possibilità di ingabbiare il berlusconismo nel dialogo sulle riforme.       
In questa situazione l’importanza del voto sardo anche come test nazionale è indubbiamente cresciuta. E’ perciò indispensabile un risultato elettorale che aiuti a rimettere in cammino l’Autonomia e respinga il “disegno punitivo” della Costituzione. Risponde a questi fini il voto a Renato Soru? A mio parere, assolutamente no. Non si combatte Berlusconi alimentando il berlusconismo. Dal punto di vista della concezione del potere non v’è, infatti, differenza alcuna tra il premier e l’ex governatore. Tant’è che Soru non si è limitato a gestire il potere presidenziale ma ne ha abusato. E neppure in campagna elettorale ha mostrato una disponibilità autocritica, nonostante sia stata sollecitata da più parti. 
C’è un disagio evidente negli interventi elettorali degli esponenti nazionali del PD a sostegno di Soru. Tutti eludono la questione democratica, parlano d’altro. E quando D’Alema, il solo che ne ha fatto cenno, a proposito di presidenzialismo dice, intervistato dalla Nuova Sardegna, “considero con preoccupazione lo svuotamento dei poteri delle assemblee elettive”, e sollecitato a indicare il rimedio aggiunge “sarebbe utile, anche a questo scopo, ridurre il numero dei consiglieri” non è che intenda sottovalutare il problema, sta confessando un disagio.  Veniamo al punto. Perché i dirigenti del PD (non parlo di quelli sardi, che sono spariti) mentre si impegnano nazionalmente nella difesa della Costituzione contro i ripetuti assalti, in Sardegna sulla questione democratica tacciono? L’abuso del potere a livello regionale e locale, non rappresenta anch’esso uno svuotamento della Costituzione? A queste domande l’unica risposta plausibile è che il PD, quello sardo e quello nazionale, sia rimasto imprigionato nel rifiuto di Soru a una ricandidatura condizionata all’attenuazione del suo monocratismo e dal rischio, quindi, di una sua lista separata. Non credo che l’aver subito il ricatto giovi elettoralmente al PD. E’, comunque, uno scivolamento nel berlusconismo. Perché la Sardegna dovrebbe ancora subire, come nel 2004, l’alternativa del meno peggio quando è evidente che ci sono tutte le premesse perché si vada al peggio?
A questo punto, è certo che comunque vada vincerà il berlusconismo. Cerchiamo almeno di limitare il danno, indebolendo politicamente, negando loro il voto, entrambi i probabili vincitori e sostenendo quei candidati al Consiglio che danno garanzie di autonomia. Non è molto, ma è quel che si può fare, e a mio parere si deve fare, per non perdere il filo della trama della democrazia autonomistica che dopo le elezioni dobbiamo ricominciare a tessere.

3 commenti

  • 1 admin
    12 Febbraio 2009 - 14:39

    Il lettore Giorgio Figus di Iglesias ci ha inviato questa mail, che pubblichiamo:

    Il pensiero di un uomo esperto e serio come Raggio è sempre stimolante anche perché ci ancora alla concretezza. E’ particolaremnete interessante la sua esortazione a rivederci dopo le elezioni per ricominciare a tessere. Ecco un’indicazione importante al di là di come domenica e lunedì voteremo. E’ auspicabile che Raggio ci dia qualche indicazione in più. La ricostruzioe della sinstra saarda ha bisogno di tanti apporti: quello dei più esperti e quello dei giovani.
    Allora Andrea aspettiamo un tuo contributo sul che fare?

  • 2 antonella
    13 Febbraio 2009 - 09:50

    Concordo pienamente con Andrea Raggio e con Giorgio Figus.
    C’è tanta gente come noi che aspetta solo che si rimetta in moto la politica dei territori e delle persone.C’è tanta voglia di discussione e di partecipazione ormai da troppo tempo mortificata dal “basto io” anche di “sinistra”.
    Riprendiamo il “noi” con pazienza e passione.
    Ci risentiremo dopo le elezioni?

  • 3 Gavino Corda
    13 Febbraio 2009 - 18:08

    Il berlusconismo è, indipendentemente dai suoi campioni nazionali e regionali, un fenomeno che diffonde i suoi veleni ad ogni livello e minaccia i valori costituzionali e democratici, quelli materiali e quelli scritti.
    La temperie berlusconiana, l’antipolitica hanno da tempo scavato gallerie all’interno delle strutture sociali e politiche del nostro paese indebolendole e snaturandone la funzione.
    E’ molto difficile combattere il berlusconismo, mentre vicino a noi permane una temperie berlusconiana,per cui è legittimo abusare del potere presidenziale,svuotare i poteri assembleari e e di contrappeso democratico.
    Ma Berlusconi non è nato sotto un cavolo, nè Soru ce l’ha portato la cicogna.
    Questi fenomeni hanno origini lontane, quando i partiti e le organizzazioni democratiche si sono limitate ad ingrossare, dimenticandosi di crescere dentro, di attrezzarsi contro i fenomeni di sviluppo degenerativo della poliica e della società.

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