Fra gli ombrelloni il perché della caduta dell’impero romano

24 Agosto 2017
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Andrea Pubusa

Vi comunico che in spiaggia, fra gli ombrelloni, nella mia quiete perduta dei banchi di posidonia, più volgarmente dette alghe, ho fatto una grande scoperta. Nientemeno ho capito perché è caduto l’impero romano! Voi direte, questi sono nodi storici, da risolvere con lo studio, in biblioteca, che c’entra la sorte dell’impero romano con la spiaggia, la posidonia, gli ombrelloni? C’entra,c’entra. Nello splendido isolamento delle scorse estati, fra i banchi di alghe, non vedevo passare davanti a me l’umanità varia, che invece contemplo ora, nella sua nudità o quasi. Penso alla mia infanzia fra i minatori di Carbonia, e prima ancora fra contadini e pastori di bidda, tutta gente normale, magra, muscolosa, donne del popolo ossute, mai un filo di grasso o pance prominenti per il cibo. Diete ferre, direte, prescrizioni rigorose del nutrizionista e via discorrendo! Niente di tutto questo, Molto lavoro e cibo quanto basta per vivere. Nel tempo dei ceci, ceci, nella stagione delle fave e dei faggioli, fave e faggioli, e via racogliendo.Tutto qui. Certi contadini o pastori, prima di iniziare il lavoro, avevano già fatto alcuni chilometri a piedi. E poi sempre in movimento dal sorgere al tramontare del sole. Le donne in bidda tra fare il pane in casa, preparare pranzo e cena per marito e molti figli, lavare la roba al fiume ingrassavano solo in gravidanza. Ricordo che allora i grassi piacevano, perché l’obesità era segno di benessere, di poco lavoro manuale, quindi di condizione sociale superiore: proprietari o impiegati.
Ma sto divagando, voi volete sapere perché è in spiaggia che si capisce la ragione della caduta dell’impero romano. Semplice, banale, in spiaggia si vede come erano diventati i romani e le romane all’apice della loro ricchezza. Come noi, culi mostruosi, pance di dimensioni inimmaginabili negli anni ‘50. Si può fare anche una catalogazione. Per le donne, di solito tipo armadio, talvolta largo quasi quanto alto, raramente tipo struzzo, figura, invece molto diffusa fra gli uomini: gambette fini, normali, pancia prominente e arrotondata. Ci sono poi i simil-pachiderma. Difficile trovare una persona dalle sembianze umane, intendo come quelle di una volta. Alle scuole elementari di Carbonia nella mia classe, per puro caso, c’era il bambino più grasso, Flore, e quello più magro, Zara, comunemente chiamato “zughittu”, per via del suo collo magro e dunque lungo. A paragone degli obesi di oggi Flore era paffutello. Come “zughittu” non c’è più nessuno.
E che c’entra tutto questo coi romani? Beh, i romani e le romane erano diventati mostruosi, come gli europei oggi, una specie non umana, anche per la loro crudeltà. Stanchi di tutto, anche del sesso, mangiavano e si divertivano a vedere i leoni divorare uomini e uomini ammazzarsi fra loro. I barbari, invece, erano magri, muscolosi, affamati e molto prolifici. Come i migranti del nostro tempo.
Oggi in spiaggia vicino a me c’erano due di questi simil-uomini, dall’accento lombardo, talmente grassi da camminare tipo oca, ondeggiando e con i piedi aperti, a papera, per ternersi in equilibrio. Ve li immaginate voi in combattimento con un barbaro di quei tempi o con un migrante di oggi? Non potrebbero neanche scappare. Potrebbero solo arrendersi e invocare pietà.
E se poi ascoltate i loro discorsi, perdete ogni speranza sulla loro umanità. Uno parlava con foga della vodafone, da cui, da buon milanese, non si era fatto fregare, e non aveva perdonato l’affronto neppure dopo il ravvedimento. “Mi ha aumentato l’abbonamento e solo dopo che ho disdetto mi hanno chiamato, ma io sono stato irremovibile“, dice con enfasi, tirandosi su i pantaloncini che scendendo dalla pancia smisurata tendevano a mostrare le orribili  chiappe. “Peggio per loro!“, sentenziava con un fare deciso. Che eroe dei nostri tempi! Tutti gli amici di ombrellone esprimevano apprezzamento.

La moglie, obesa quanto lui, faceva osservare all’amica la stranezza dell’odore di sterco di vacca, promanante dallo stagno retrostante, senza che si vedesse neanche l’ombra di una mucca (loro dicono mucca, vacca è la… bagassa). Scambiava la vegetazione e la fauna acquatica in decomposizione per merda bovina! Un altro parlava, assennato, sempre di cacca, quella del cane, con la moglie, mentre mangiavano un panino. Si proponevano di prendere un cane, anziche’ fare un figlio, e diceva: “in fin dei conti anche i bambini quando fanno i loro bisogni, li devi pulire…“, ergo i bambini come i cani e viceversa… loro come i cani. Boh! C’è un mutamento antropologico in atto, una nuova specie in formazione; va sempre più crescendo una discendenza dall’homo sapiens, dalle sembianze e dai discorsi strani, poco umani. Una evoluzione della specie al rovescio, ossia una involuzione.

Ma che pensieri! Si vede che il sole e gli ombrelloni mi stanno dando alla testa, mi stanno facendo perdere il lume della ragione, ammesso che l’abbia mai avuto. Vado a fare tuffo.

 

1 commento

  • 1 Oggi giovedì 24 agosto 2017 | Aladin Pensiero
    24 Agosto 2017 - 18:32

    […] Fra gli ombrelloni il perché della caduta dell’impero romano 24 Agosto 2017 Andrea Pubusa su Democraziaoggi. ——————————–/ gio 24 ago 2017 […]

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