Andrea Pubusa
La spinta compulsiva verso la frammentazione è riuscita ad insinuarsi perfino nei comitati come quelli per il NO, che sono raggruppamenti informali di scopo, e dunque privi di gerarchie, di linee e di obbedienze. Si fa insieme solo ciò che si condivide. Questa filosofia ha consentito ai comitati per il NO, sorti spontaneamente, di sostenere su tutto il territorio nazionale una campagna referendaria proibitiva, avendo contro il presidente del consiglio, il governo, molte giunte regionali e locali e tutta la grande stampa nazionale e periferica. L’Unione sarda, mentre dava spazio ai più modesti funzionari del PD, ha perfino omesso di dar conto delle assemblee, molto partecipate, del Presidente dell’ANPI e di alcuni dei più autorevoli costituzionalisti italiani, come Alessandro Pace, Federico Sorrentino e Massimo Villone.
L’informalità è divenuta la forza dei comitati, mettere insieme persone della più varia provenienza sociale e politica, legarla e mobilitarla nel raggiungimento dello scopo: salvare la Costituzione dallo scempio deciso da Renzi & C. Ora, vinta quella battaglia, c’è chi torna allo sport più diffuso nella sinistra e nell’area democratica italiana: la frammentazione. A livello nazionale la Falcone e Montanari hanno lanciato un movimento politico che pretende di canalizzare la forza dei comitati per il NO; a livello regionale sardo si è formato un Comitato dei Comitati, che pretende di dettare una linea regionale e comunque di assumere decisioni e iniziative non condivise dall’intero movimento. E’ utile questa frammentazione? Aiuta la causa della riforma della legge elettorale regionale e del dibattito pubblico sullo Statuto sardo? La mia personale opionione è che non aiutano, anzi creano difficoltà e intralcio. Ovviamente questo giudizio presuppone una visione su ciò che i comitati devono essere e devono fare.
Anzitutto la natura dei comitati contrasta con la pretesa di una qualsiasi forma di sovraordinazione. Non può esistere una direzione regionale né un coordinamento; si può raccolglere, volta per volta, la volontà condivisa sulle iniziative da prendere. I comitati non possono in alcun modo non dico piegarsi, ma neppure lasciarsi sfiorare da logiche elettorali. Una minima apertura su questo terreno comporta l’immediata esplosione dei comitati formati da persone delle pià varie opinioni generali e politiche. Non è un caso che i primi germi della divisione siano emersi nella prospettiva delle prossime elezioni regionali. E qui, detto con franchezza, un coordinamento dei comitati, formato per di più da noti esponenti della sinistra sarda dell’ultimo mezzo secolo, desta il sospetto di configurarsi come un intergruppi, rispettabile quanto si vuole, ma cosa diversa ed estranea alla logica e alla finalità dei comitati per il NO.
Anche le proposte emerse dal dibattito a ben vedere si collocano in una prospettiva diversa. Chi - come il Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria - ha bandito le opzioni elettorali dal proprio orizzonte punta ad una proposta di legge elettorale regionale che metta al centro la rappresentanza e, dunque, il sistema proporzionale, ma lo fa senza nulla concedere alla frammentazione del sistema politico. L’attacco al maggiorotario è finalizzato a togliere alle forze maggiori (PD, FI e ora M5S) il vantaggio del premio, mentre la individuazione di meccanismi a favore del formarsi di coalizioni e della individuazione del presidente in seno a quella vincente direttamente col voto popolare, serve a contrastare la polverizzazione del sistema politico. Insomma, si vuole, con equilibrio, rimettere al centro la sovranità popolare, ma senza lasciare le istituzioni democratiche alla mercé delle incursioni delle consorterie e dei loro capetti. Costoro - come diceva incisivamente Padellaro sul Fatto di domenica - sono ormai in ansia da seggio e tutto fanno in funzione della loro elezione. Anche in Sardegna è così. Il Comitato d’iniziativa rispetta tutte le opzioni e le formazioni, ma non è stumento o veicolo di alcuna di esse, nè di esse come area. Individua soluzioni che muovano rigorosamente dall’interesse generale e dal rilancio delle istituzioni democratiche e della partecipazione al voto e non solo.
Anche l’azione ha intelocutori diversi a seconda della prospettiva. Il Comitato dei comitati, presieduto dal Marco Ligas, individua come interlocutori i consiglieri regionali, puntando presumibilmente su quelli dei gruppetti della sinistra, mentre il Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria intende svolgere un’azione vasta, volta ad ampliare il dibattito pubblico in Sardegna onde determinare una spinta sociale diffusa e travolgente. Come si diceva, anche la proposta ha un contenuto e una finalità diversa. Guarda all’equilibrio del sistema politico e delle istituzioni, mentre quella del Comitato dei Comitati è funzionale ai vari raggruppamenti anche a quelli che nelle scorse elezioni hanno beneficiato della legge truffa vigente.
In tutto questo non c’è solo negatività, c’è anche un lato positivo: il dibattito continua. Ma non si poteva fare senza creare nuovi organismi e senza innaturali pretese di direzione?
3 commenti
1 oggi sabato 15 luglio 2017 | Aladin Pensiero
15 Luglio 2017 - 09:27
[…] Legge elettorale regionale e dinamiche politiche e di base 15 Luglio 2017 Andrea Pubusa su […]
2 Franco Meloni
15 Luglio 2017 - 13:17
Concordo con le considerazioni di Andrea. Ovviamente il Coordinamento regionale cometa entità autonoma ha piena legittimità di spingersi dove e quanto vuole. Gia lo ha fatto rispetto al punto d’arrivo del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, che preferisce assestarsi su una linea di “moral suasion”, che credo lo renda più libero e meno catturabile rispetto a opzioni politico-elettorali. Abbiamo molto da impegnarci sul terreno dei valori e delle idee che li veicolano. È un compito, forse riduttivo, ma che meglio sappiamo fare. Saluti a tutti e buon lavoro a tutti, a prescindere. Teniamoci connessi.
3 Andrea Murru
16 Luglio 2017 - 10:23
Spiace notare come anche l’ultimo articolo pubblicato sul Manifesto Sardo imponga una riflessione su alcuni compagni di viaggio e sulla tendenza a voler cavalcare un comitato che si era appositamente dato delle regole. I pruriti, forse accentuati dal caldo, stanno spingendo alcuni verso lidi diversi da quelli che ci prefiggemmo. Auguro loro un buon viaggio ma personalmente non lascio la barca del 4 Dicembre. (link : http://www.manifestosardo.org/buone-ragioni-per-fare-una-nuova-legge-elettorale-statutaria/)
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