Oggi è Ferragosto. Ecco una storia di questa festa tradizionale, tratta da www.patatu.it |
di Carlo Patatu
Il nome Ferragosto è una contrazione della locuzione latina “Feriae Augusti“, e cioè il riposo, le vacanze di Augusto. Una festività che, istituita appunto dall’imperatore romano Augusto nel 18 a.C., si aggiungeva ad altre preesistenti che ricadevano nello stesso mese. È opportuno ricordare, a questo proposito, i “Vinalia rustica” e i “Consualia” per celebrare i raccolti e la conclusione dei più importanti e significativi lavori agricoli.
L’antico Ferragosto, oltre alle evidenti finalità di carattere popolar politico, aveva lo scopo di collegare le principali festività ricorrenti in Agosto per permettere un po’ a tutti un adeguato periodo di riposo. Tali festività venivano anche dette Augustali. In breve, già d’allora era maturata l’idea della necessità di “staccare” dopo le fatiche patite durante i periodi precedenti dell’anno.
Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l’Impero romano si organizzavano corse di cavalli e di altri animali da tiro come buoi, asini e muli. Che, limitatamente alla circostanza, erano liberati dal giogo e agghindati con fiori, nastri e ornamenti vari. Queste tradizioni antiche rivivono ancora, pressoché immutate, nella forma e nella partecipazione popolare molto sentita, nel “Palio dell’Assunta” a Siena ogni 16 di Agosto. Come pure in alcune sagre paesane che si celebrano in Sardegna, come le “ardie” di Santu ‘Antine che, a cavallo e a piedi, si asvolgono a Sedilo e a Pozzomaggiore. La denominazione “palio” deriva dal latino “pallium“, il drappo di stoffa pregiata assegnato in premio al vincitore delle corse di cavalli nell’Antica Roma.
In occasione delle “Feriae Augusti“, i subordinati indirizzavano voti augurali ai rispettivi padroni. Che li ricambiavano gratificandoli con mance e regalie varie. Questa consuetudine si radicò fortemente nel tempo. Tant’è che, durante il Rinascimento, fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio. Nelle città, specie a Roma, ancora oggi è d’uso dare la mancia di Ferragosto ai titolari delle portinerie condominiali.
La tradizione popolare della “gita fuori porta” nella settimana di Ferragosto nasce e si consolida durante il ventennio fascista. Nel periodo ferragostano, il regime organizzava gite con l’istituzione dei cosiddetti “Treni popolari di Ferragosto”. Chiunque poteva servirsene a prezzi che oggi diremmo low cost.
L’iniziativa, pare ovvio, ebbe successo. Soprattutto perché offriva la possibilità anche ai meno abbienti di visitare città d’arte italiane, località marine e montane. Ma limitatamente ai giorni 13, 14 e 15 Agosto e con la disponibilità di due formule: la “Gita di un sol giorno” (si svolgeva nel raggio di 50-100 km) e la “Gita dei tre giorni” (permetteva di coprire distanze di 100-200 km).
Infine, per tornare un po’ a casa nostra, in Sardegna il Ferragosto è legato soprattutto alla venerazione della Virgo Dormiens, la Vergine Assunta. In particolare, a Nulvi, Ploaghe e Sassari, la celebrazione avviene con sfilate di candelieri, ex voto rappresentativi delle antiche corporazioni locali più significative: 2 a Ploaghe (massai e pastori), 3 a Nulvi (massai, pastori e artigiani), all’incirca una dozzina a Sassari (Massai, Mercanti, Sarti, Calzolai, Muratori, Falegnami, Pastori, Ortolani, Carrettieri, Contadini, Viandanti e Piccapietre).
A Chiaramonti, la ricorrenza del Ferragosto in passato marcava la scadenza dei patti agrari. Nella circostanza, affittuari di terreni, mezzadri e conduttori di aziende agricole a vario titolo bussavano alla porta del padrone e, berretto in mano, vi erano ricevuti con sussiego “pro faghere sos contos” di fine annata. “Contos” che, manco a dirlo, lasciavano nelle mani del proprietari terrieri la parte più grossa e più grassa del prodotto. Molto o poco che fosse. Ma ora non è più così.
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Ultimo aggiornamento Lunedì 20 Agosto 2012 20:12 |
1 commento
1 Oggi martedì 15 agosto 2017 Ferragosto | Aladin Pensiero
15 Agosto 2017 - 09:44
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