A.P.
Eccolo all’opera il principio di bilanciamento dei poteri! Cheks and balances, pesi e contrappesi. Napolitano lo ha applicato con fermezza contro il tentativo di dare veste di atto legislativo ad un provvedimento amministrativo che già aveva adottato Formigoni e che il Tar Lombardia aveva annullato perché in palese violazione di fondamentali diritti costituzionali. Si voleva, insomma, comprimere un diritto già acclarato e dichiarato dalla Corte d’appello ddi Milano e ribadito dalla Corte Suprema di cassazione. E, per farlo, si intendeva far ricorso in modo abnorme al decreto legge, senza il presupposto delll’urgenza e per rendere inefficaci le pronunce dei giudici. Cheks and balances contro l’uso arbitrario del potere esecutivo, per rimettere al proprio posto un potere politico della sola maggioranza straripante, lesivo delle libertà individuali, delle garanzia giursidizionali e delle prerogative dell’ordine giudiziario.
Un principio prezioso, come si vede, a difesa dell’ordine costituzionale e della democrazia. E’ questo principio che è stato bandito nella Regione sarda con la Legge Statutaria, consegnando al Presidente della Giunta il potere di vita e di morte del Consiglio regionale e generando così uno squilibrio generale. E’ stato così possibile lo scioglimento del Consiglio regionale per il tornaconto politico del Presidente. In passato lo scioglimento veniva invece disposto dal Presidente della Repubblica a garanzia del Consiglio regionale, che è pur sempre un’assemblea legislativa, un piccolo parlamento. E’ stata possibile la promulgazione della Legge Statutaria, con un’abnorme modifica della formula legislativa sulla promulgazione, ossia della legge, da parte del Presidente. E’ stato possibile importare rifiuti campani in violazione di una legge regionale che lo vieta espressamente. E’ stato possibile, unendo potere politico, uso spregiudicato e forzato di esso, e potere economico personale del Presidente Soru, sopprimere un partito (il PD) e uno schieramento (il centrosinistra), riducendoli alla mercé di una persona.
Ecco la vicenda nazionale drammatica di questi giorni, lo scontro fra il Presidente del Consiglio e il Capo dello Stato, mostra quanto sia essenziale per le libertà e la democrazia un serio bilanciamento dei poteri. Si comprenderà allora la ragione dell’opposizione ferma alla Legge statutaria, nella quale gli imbecilli hanno voluto individuare secondi fini anche in chi - come noi - si collocava e si colloca da sempre a sinistra e nel centrosinistra. Si comprenderà ancora perché non possiamo rafforzare in alcun modo chi, di qualunque colore, lavori all’eversione degli equilibri istituzionali. Se la scelta elettorale è fra un eversore continentale ed un eversore autoctono, noi ci chiamiamo fuori da questa partita truccata e senza alternative. Come sostiene Valenttino Parlato per la partita truccata dall’accordo Berlusconi-Veltroni delle prossime elezioni europee. Sembra, la nostra, una posizione debole. Ma in fondo è il ricorso a quel diritto di resistenza, che anche nei manuali di diritto costituzionale si individua come estrema forma di contrasto delle azioni più manifeste di attacco alla democrazia e di cui la storia ci ha offerto, per nostra fortuna, molti esempi. Non è una resa, è un modo per non compromettersi e per preparare un’alternativa, un modo concreto di “non mollare”.
3 commenti
1 M.P.
8 Febbraio 2009 - 11:32
Condivido tutto.
Tuttavia ho una perplessità: sono da mettere sullo stesso piano i due eversori?
Sono “campanilista” e dunque dovrei avere un occhio di riguardo per quello autoctono; epperò:
- costui mi tange più direttamente, mi frigge meglio;
- l’altro agirebbe per interposta persona;
- Cappellacci ha un volto umano.
In attesa dell’alternativa, è opportuno forse SCEGLIERE IL MALE MINORE.
Senza dimenticare che il “continentale” ce l’abbiamo già sulla groppa, comunque.
2 Franco
8 Febbraio 2009 - 11:44
“Riformare una Costituzione vecchia, alla quale hanno contribuito persone influenzate dall’ideologia sovietica, e chiarire le competenze che la Carta affida al potere esecutivo in materia di decretazione d’urgenza. Silvio Berlusconi, anziché stemperare i toni con il Quirinale intende andare avanti sulla sua strada bocciando l’idea che un governo, già imbrigliato da tanti cavilli burocratici, possa essere soggetto ad un controllo preventivo da parte del Quirinale: Una cosa che “fa ridere”, ha detto a Cagliari.” (ANSA)
L’abbiamo chiamato in tanti modi: dirigismo, autocrazia e via dicendo. Ciò che più mi spaventa è che, almeno a me pare, la maggioranza dei cittadini (Italiani e Sardi) non veda in questi atteggiamenti un capitale pericolo per l’ordinamento democratico.
3 Efis Pilleri
8 Febbraio 2009 - 12:24
Di tutte le affermazioni fatte da Cristina Lavinio nei suoi interventi in questo sito mi ha colpito la sua candida affermazione di essere diventata componente della Segreteria regionale del PD senza essere mai stata iscritta al partito!
Se qualcuno aveva dei dubbi circa il fatto che Soru e Berlusconi abbiano, fatte le debite proporzioni, comportamenti del tutto analoghi nei confronti del sistema democratico, credo che la rivelazione della Lavinio possa contribuire non poco a fugarli…
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